Annone, crollo del ponte: il PM chiede la condanna di tutti gli imputati. ''Nessuna comunicazione fra Anas e Provincia. Scarsa l'istruttoria per dare l'ok al transito del tir''

Nel chiedere la condanna di tutti e quattro gli imputati si è concentrato su due aspetti: i ruoli da essi rivestiti in ciascuna delle istituzioni rappresentate e la ricostruzione del fatto, come storicamente è avvenuto.
Il sostituto procuratore Andrea Figoni non ha avuto alcun dubbio: Andrea Sesana, Angelo Valsecchi, Giovanni Salvatore e Silvia Garbelli sono tutti responsabili - a vario titolo - del crollo del ponte a scavalco della SS36, avvenuto il 28 ottobre 2016 ad Annone Brianza.
Una tragedia che, come ha ripetuto più volte stamani il PM nella sua requisitoria, avrebbe potuto avere un esito ancor più grave, ma che soprattutto si sarebbe dovuta evitare. Perchè in questa circostanza - come il dr.Figoni ha evidenziato - la condotta dei soggetti a processo, tutti dipendenti pubblici in forza presso le Province di Lecco, Bergamo e Anas, si caratterizzerebbe per inerzia e imperizia.


Alcune immagini del drammatico crollo del ponte ad Annone il 28 ottobre 2016

Nel pronunciare il proprio intervento dinnanzi al giudice in ruolo monocratico Enrico Manzi nell'aula al piano terra del tribunale di Como, messo a disposizione del procedimento per garantire il distanziamento sociale in ossequio alle normative anti Covid, il pubblico ministero ha esordito mettendo in evidenza il ruolo dirigenziale rivestito da tutti e quattro gli imputati: ''figure apicali ritenute responsabili dell'evento delittuoso, le cui qualità soggettive devono essere prese in considerazione perchè il giudizio sulla prevedibilità dell'evento non può prescindere''.
Per quanto riguarda invece il secondo aspetto esaminato dal dr.Figoni, l'istruttoria avrebbe permesso di ricostruire tempi, modalità e cause del collasso strutturale che ha portato alla morte di Claudio Bertini e al ferimento delle altre parti civili.
''La consulenza dell'ing.Di Prisco è risultata chiarissima: il cavalcavia ha portato per molti anni un carico superiore al dovuto e in queste condizioni ha ceduto perchè l'ossidazione ha ridotto la capacità portante della sella gerber'' ha precisato il pubblico ministero, ricordando che a dare il colpo di grazia ad una situazione già compromessa era stato il passaggio dell'autoarticolato dell'impresa bergamasca Nicoli, sotto il cui peso di 108 tonnellate il ponte era collassato.

Il sostituto procuratore Andrea Figoni e il giudice Enrico Manzi

Una situazione rimasta irrisolta per molto tempo, anche a causa dell'incertezza sulla titolarità della struttura del cavalcavia. Ancora oggi - come ha rilevato il dr.Figoni - non abbiamo trovato un punto fermo su questo aspetto, e ciò ha inciso anche nelle fasi segnate dalla gestione dell'emergenza. La scarsa conoscenza delle caratteristiche strutturali del manufatto, unite alla sottovalutazione dei segni premonitori del crollo e agli esegui interventi di manutenzione, avrebbero contribuito a peggiorare una situazione già confusa, con Provincia di Lecco e Anas in difficoltà nel capire chi avrebbe dovuto intervenire nell'effettuare i lavori o le indagini necessarie per garantire la sicurezza lungo una delle arterie più trafficate di Lombardia.
''Il verbale di passaggio di consegna del manufatto risalente al 1990 manca di un formale atto di approvazione. Si potrebbe quindi dedurre che il ponte fosse in capo alla Provincia di Lecco, ma così non è. Negli anni Anas ha trattato quel cavalcavia come se fosse cosa propria'' ha aggiunto il dr.Figoni riferendosi ad esempio agli interventi di manutenzione svolti nel 2006 dalla società pubblica, che non avrebbe mai acquisito il progetto originale dimostrando ache una certa scarsità nella conoscenza della struttura. Parallelamente anche l'ente con sede a Villa Locatelli non si sarebbe mai attivato per fornirlo ai ''colleghi'', senza di fatto prenderlo in considerazione.
Le indagini effettuate sulla struttura non avrebbero sviscerato approfonditamente le criticità del cavalcavia annonese, con quella commissionata all'ing.Roberto Torresan (fra gli imputati usciti di scena patteggiando la pena in udienza preliminare ndr) che a detta del PM avrebbe contribuito, per il suo esito, a ridurre ulteriormente l'attenzione sul manufatto.


Ma è sulla gestione dell'emergenza quel pomeriggio di quasi cinque anni fa che il dr.Figoni si è voluto soffermare con particolare attenzione nella sua requisitoria, richiamando la figura e la testimonianza di Tindaro Sauta, il cantoniere di Anas che per primo si era accorto della caduta dei calcinacci dalla struttura, lanciando l'allarme ai suoi superiori e attivandosi per restringere la carreggiata della SS36. Nulla aveva potuto fare per chiudere al transito la SP49, l'arteria che attraversava il cavalcavia collegando Annone a Cesana, poichè la competenza spettava alla Provincia di Lecco. Un'interdizione viabilistica di fatto mai avvenuta, con il verificarsi della tragedia che ormai tutti conosciamo. Una condotta che avrebbe messo in luce, a detta del pubblico ministero, inerzia e imperizia da parte degli imputati Angelo Valsecchi, Andrea Sesana e Giovanni Salvatore. ''Non si sono mai interfacciati direttamente fra loro, dimostrando un completo disinteresse. Hanno lasciato i loro cantonieri come marinai in balia della tempesta, senza capitano, non fornendo alcuna indicazione chiara rispetto a quanto avrebbero dovuto fare'' ha detto il PM, ritenendo grave la richiesta avanzata dall'ingegner Sesana di ricevere qualche riga scritta da parte di Anas come nulla osta per provvedere alla chiusura della SP49.
I tempi così si sarebbero annullati oltremodo, con la situazione ulteriormente aggravatasi quando dagli uffici Anas di Milano - immediatamente allertati rispetto alla criticità emersa - l'ingegner Salvatore aveva rimandato di un paio d'ore il sopralluogo per poter espletare un impegno familiare. Quando lui e altri colleghi avevano raggiunto Annone, il ponte era già collassato.
''Il crollo si sarebbe potuto evitare se qualcuno fosse andato subito a verificare la situazione. Non c'è stato invece alcun flusso comunicativo fra superiori, il cui dovere era quello di interloquire fra loro'' ha aggiunto il dr.Figoni, che ha poi spostato l'attenzione sul ruolo dell'arch.Silvia Garbelli, quarto imputato per la tragedia del 28 ottobre 2016. Alla dirigente della Provincia di Bergamo spettava infatti il compito di rilasciare l'autorizzazione al trasporto eccezionale Nicoli diretto alla zona industriale di Cesana Brianza, attraversando quindi il ponte. ''Non è stata imposta una scorta tecnica, non è stata adeguatamente istruita la pratica disattendendo la normativa. La funzionaria sembra aver firmato i documenti senza neppure guardare, dimostrando approssimazione nella gestione'' ha aggiunto il PM, rilevando una colposità anche nella sua condotta.


Giungendo alle richieste finali, il dr.Figoni ha ritenuto provata la penale resposabilità dei quattro imputati, accusati a vario titolo di lesioni, disastro colposo, crollo di costruzioni e omicidio colposo. Valsecchi e Sesana (Provincia di Lecco) e Salvatore (Anas) avrebbero perso tempo prezioso quel giorno, e pur potendosi attivare non hanno adottato alcun provvedimento. I primi poi non avrebbero correttamente vigilato sulle questioni viabilistiche, non installando cartelli di divieto di transito ai mezzi pesanti, senza nemmeno aggiornare il sito internet. Il dirigente Anas non avrebbe monitorato adeguatamente la struttura di cui di fatto si era preso in carico la gestione, mentre l'architetto Garbelli avrebbe dimostrato superficialità nel rilascio dell'autorizzazione a Nicoli.
Il PM ha chiesto dunque la condanna di Sesana e Salvatore a quattro anni; tre anni e mezzo la pena ipotizzata per Valsecchi e due anni per Garbelli. Proposta anche la riqualificazione di uno dei capi di imputazione in lesioni stradali gravi (art.590 bis cp) limitatamente alle posizioni di due dei feriti che hanno riportato danni di seria entità a seguito dell'incidente occorso quattro anni e mezzo fa.
Ora la parola spetta a parti civili e responsabili civili nell'udienza in programma il prossimo 19 luglio.
G. C.
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