Maresso: nella lite spuntò una...mitraglietta. Pace fra due cugini, ma il processo va avanti
Il giudice Martina Beggio aveva invitato le parti ad una ricomposizione, anche alla luce degli stretti rapporti di vicinato e parentela. Considerando ciò che è stato riferito stamani dai rispettivi legali, le sue parole - pronunciate sul finire della scorsa udienza - sembra abbiano sortito effetto.
Hanno infatti rimesso le querele per lesioni e minacce presentate poco più di un anno fa alla stazione dei carabinieri di Casatenovo, rinunciando anche a costituirsi parte civile nel procedimento penale, i due cugini classe 1983 e 1991 che a giugno 2020 si erano resi protagonisti di un fatto incredibile occorso ad una manciata di settimane dalla conclusione del lockdown in una corte situata in località Maresso, dove entrambi vivono.Già ''ai ferri corti'' per piccoli problemi di vicinato dovuti nello specifico alle deiezioni lasciate dinnanzi all'ingresso dell'abitazione di uno dei due dal cane dell'altro, quel giorno di nemmeno un anno fa la tensione era salita alle stelle.
La discussione verbale era presto degenerata. Secondo una ricostruzione della lite grazie agli elementi sin qui emersi, il 38enne - per intimorire il cugino di otto anni più giovane - avrebbe estratto dal proprio appartamento una sorta di mitraglietta dotata di tappo rosso, esplodendo un colpo laterale, con traiettoria verso il basso. Un affronto mal digerito dal parente, che a quel punto avrebbe reagito aggredendo l'avversario con un badile. Una condotta contro la quale quest'ultimo si sarebbe nuovamente ribellato ''infilzando'' il fianco del cugino con un forchettone da cucina.
Insomma, una scena ai limiti dell'assurdo, che aveva richiesto l'intervento sul posto dei sanitari e delle forze dell'ordine per riportare i due alla calma e ascoltare le rispettive versioni dei fatti. Nelle ore successive entrambi si erano poi presentati dai carabinieri della locale stazione per querelare il rivale.
Stamani l'avvocato Alessandro Dell'Oro del foro di Lecco e il collega monzese Maurizio Gandolfi hanno annunciato al giudice la volontà di rimettere le querele, rinunciando anche alla costituzione di parte civile nel procedimento. Trattandosi tuttavia - in tre casi su quattro - di reati procedibili d'ufficio poichè avvenuti mediante l'utilizzo di armi, la dr.ssa Beggio si è limitata a stralciare dal procedimento un capo d'accusa soltanto, contestato all'imputato più giovane. Per tutto il resto si andrà avanti, anche se è stato concesso un rinvio sino al 14 settembre per concedere alle parti la possibilità di scegliere eventuali riti alternativi. L'accordo per le remissioni delle querele è stato formalizzato pochi giorni fa e i difensori hanno chiesto un po' di tempo per poter interloquire con i rispettivi assistiti e stabilire così se procedere con rito ordinario - entrando dunque nel vivo dell'istruttoria dibattimentale con l'escussione dei testimoni - o avvalersi ad esempio, dell'istituto della messa alla prova.
G. C.