Il missagliese Mons.Brambilla celebra la messa a un mese dalla strage del Mottarone

E' stato Monsignor Franco Giulio Brambilla, vescovo della Diocesi di Novara - originario di Missaglia - a presiedere questa mattina una messa in ricordo delle vittime dell'incidente alla funivia Stresa-Mottarone, avvenuto lo scorso 23 maggio.
La liturgia è stata celebrata nel piazzale antistante alla stazione di arrivo della cabinovia, a pochi metri dalla chiesetta della Madonna della Neve al Mottarone.

Monsignor Franco Giulio Brambilla, vescovo di Novara nativo di Missaglia

Davanti ai fedeli, alle autorità civili e militari e agli altri religiosi che hanno preso parte alla funzione, il religioso ha pronunciato parole estremamente toccanti, che hanno smosso le corde emotive di molti, senza risparmiare qualche critica rivolta all'irresponsabilità di chi ha provocato una tragedia evitabile, spezzando vite innocenti.
''Il grave incidente, avvenuto esattamente un mese fa, nei pressi dell'impianto della funivia del Mottarone ha toccato nel profondo tutti noi. Chi abita in questo anfiteatro stupendo si è sentito coinvolto perché il trasporto a fune è un mezzo che appartiene al sistema di collegamenti che per molta nostra gente è lavoro e fa parte dello sviluppo turistico del nostro territorio. Quattordici morti, tra cui alcuni bambini, creano un'angoscia e un dolore indicibili'' ha detto l'alto prelato pronunciando una sentita e articolata omelia. ''Questo momento è per chi crede un tempo di preghiera, di affidamento, di richiesta di perdono, per la troppa superficialità con cui talvolta trattiamo la vita. Anche per chi non crede è comunque un gesto per lasciar emergere i sentimenti di condivisione e poter ripartire con grande senso etico e maggior impegno nel proprio cammino. Affidiamo alla Madonna della Neve, venerata nella chiesetta qui vicino, questi defunti, i familiari e coloro che a vario titolo sono stati coinvolti in questa drammatica vicenda''.
Poi il ricordo di quella giornata drammatica. ''Io stesso ho saputo del tragico evento quasi in diretta, perché ero alle 12:15 collegato con il parroco di Stresa per il giorno di Pentecoste, e solo dopo pochi minuti alle 12:45 don Gianluca mi ha richiamato dandomi la triste notizia. Lo stesso Papa Francesco, il giorno seguente durante l'Assemblea dei Vescovi, mi ha manifestato un intenso cordoglio'' ha aggiunto il religioso missagliese, esprimendo vicinanza ai familiari delle vittime e al piccolo Eitan, unico sopravvissuto nella tragedia.

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''Anche il Mottarone, un monte dal quale si vedono, in uno spettacolo indimenticabile, fino a sette laghi, era la mèta di queste famiglie nel primo giorno di riapertura dopo il lungo periodo di lockdown, alla ricerca di un momento di serenità e di pace. Avevano scelto un posto in alto per guardare il mondo con l'orizzonte della speranza, per togliere il velo che da oltre un anno gravava sui nostri volti e che ci aveva costretto a vivere segregati nelle nostre case. Un giorno spensierato da passare con i legami familiari, perché sul monte tutti possono salire e la montagna attrae ogni popolo e nazione. Per questo sentiamo come una grande tragedia che questa occasione di distensione e di incontro, di fraternità e di condivisione, si sia trasformata in un abisso di morte, per l'incuria e l'irresponsabilità di chi ha messo a repentaglio vite umane per facili guadagni. È un pensiero che, oltre le responsabilità penali di competenza della magistratura, ci stringe il cuore, perché ci richiama tutti alla responsabilità morale di chi sovrintende alle regole di sicurezza per i mezzi di collegamento e di ogni altro strumento che ha a che fare con la vita. Non si possono mandare allo sbaraglio persone ignare alla ricerca di un momento di serenità, barattando la vita con ogni altro tipo di interesse o di superficialità professionale o amministrativa'' ha aggiunto Monsignor Brambilla, invitando tuttavia guardare oltre, pensando ai molti che lavorano onestamente per rendere la città di Stresa, con il suo comprensorio, la perla del Lago Maggiore e che ''non possono essere danneggiati da pochi senza scrupoli''.

Sul finire del proprio intervento, il vescovo ha pronunciato i nomi delle vittime della tragedia: Amit Biran e Tal Peleg (papà e mamma) con il piccolo Tom (fratello di Eitan); Barbara Cohen Konisky e Itshak Cohen (i nonni); Serena Cosentino e Mohammadreza Shahaisavandi (fidanzati); Silvia Malnati e Alessandro Merlo (fidanzati); Roberta Pistolato e Angelo Vito Gasparro (sposi); Vittorio Zorloni e Elisabetta Persanini (mamma e papà) con il piccolo Mattia. Dietro a ognuno di loro, una vita spezzata che nulla potrà purtroppo restituire ai familiari.
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