Oggiono: tre anni e due mesi per gli otto furti in centro città

Il vice procuratore onorario Caterina Scarselli aveva chiesto la condanna a un anno e sei mesi. La sentenza pronunciata stamani dal giudice in ruolo monocratico Giulia Barazzetta è stata decisamente più severa: tre anni e due mesi - in rito abbreviato, con lo sconto di un terzo della pena - nei confronti di Massimo Ramon Iracà, il 40enne a processo per una serie di furti ai danni di esercizi commerciali avvenuti a Oggiono tra aprile (e quindi in pieno primo lock-down) e settembre.

Iracà era finito in carcere per il reato di furto aggravato continuato, sulla base di un'ordinanza restrittiva firmata dal giudice delle indagini preliminari del tribunale di Lecco il 22 ottobre. Residente nelle vicinanze dei negozi ''visitati'', il 40enne - secondo le risultanze dell'attività investigativa condotta dai militari di Oggiono - avrebbe messo a segno otto furti di notte attraverso l'effrazione di porte o finestre: il 22 aprile ai danni di una pasticceria e di un negozio di alimentari; tra il 24 agosto e il 10 settembre di un bar/pasticceria e di un negozio di fiori; il 7 settembre di un negozio di estetica; tra il 7 e il 9 settembre di un bar; l'11 settembre, di un parrucchiere; tra l'11 e il 15 settembre, di un'edicola.
Denunciati a piede libero per complicità, ma limitatamente a due specifici episodi avvenuti nel mese di aprile, Emiliano Trovato, 50 anni (figlio del boss Franco Coco Trovato, tornato in libertà dopo aver scontato diversi anni in carcere per la condanna irrogata nell'ambito del processo Oversize) e la moglie Simona Poerio, 43, entrambi residenti a Lecco. I due coniugi compariranno a dibattimento davanti al giudice Martina Beggio, convinti di poter dimostrare la loro estraneità ai fatti contestati.
Per quanto riguarda Iracà invece - difeso di fiducia dall'avvocato Marcello Perillo - la sentenza è arrivata questa mattina.
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