Nibionno: a otto anni dalla rapina a segno in farmacia, è assolto il presunto complice

A otto anni e mezzo dal fatto, si è chiuso con un'assoluzione il processo intentanto nei confronti di un giovane di origini kosovare - Gabriell Stepanovic, classe 1990 - trascinato a giudizio quale supposto complice di altro giovanotto straniero, già giudicato e espulso dal territorio italiano, nella rapina commessa il 24 gennaio 2013 in danno della farmacia di Nibionno. Quel giorno, con il volto travisato da cappuccio e sciarpa, pistola alla mano, un soggetto si era introdotto all'interno dell'esercizio commerciale, intimando alla commessa - in dolce attesa - di consegnare l'incasso.

Le immagini scattate nel 2013 dopo l'intervento delle forze dell'ordine sul luogo scenario della rapina

La donna avrebbe in un primo momento - come dalla stessa raccontato nel corso della primissima udienza, il 28 giugno di ben tre anni fa - tentato di desistere cercando invano di attirare l'attenzione della proprietaria del negozio, in quel momento indaffarata nel retrobottega. Sotto pressione, avrebbe infine aperto il cassetto, consegnando in pochi istanti il contante presente. 500 euro, circa, il valore del "colpo" poi ascritto dalle forze dell'ordine anche Stepanovic, arrivando a lui tramite la targa dell'auto usata dei rapinatori per allontanarsi dalla farmacia, risultata intestata a una donna di Ballabio solita prestare la vettura al kosovaro ed a altro amico.
Secondo il compagno della proprietaria della Citroen, poi, quel 24 gennaio 2013, a Nibionno ci sarebbe stato anche all'allora marito di suo nipote che gli avrebbe poi raccontato di aver preso parte all'assalto senza nemmeno rendersi conto di ciò che era successo in quanto non messo a conoscenza degli altri due delle loro intenzioni. Una versione smentita dal diretto interessato sia deponendo in Aula, sia una volta riconvocato in Tribunale per un confronto faccia a faccia con il parente acquisito, convinto invece di essere venuto a conoscenza della rapina proprio da ragazzo e per questo, di fatto, teste chiave della pubblica accusa, contro Stepanovic indicato quale componte "attivo" del terzetto partito dalla Valsassina per "arricchirsi" in Brianza in danno alla farmacia presa di mira. Quest'oggi l'audizione dell'ultima testimone chiamata al cospetto del collegio giudicante - presidente Enrico Manzi, a latere le colleghe Nora Lisa Passoni e Martina Beggio - per il rotto della cuffia, a istruttoria ormai destinata a volgere al termine perchè tirata in ballo dallo zio che l'ha indicata, nel confronto all'americana, come altro soggetto che sapeva della "scorribanda" a Nibionno dell'ex marito e degli altri due stranieri. La 31enne ha negato convintamente. Di quella rapina lei, a suo dire, non è mai stata messa a conoscenza.
Non provato dunque il legame diretto tra l'auto vista sulla "scena del crimine" e Stepanovic, il Pm Paolo Del Grosso ha chiesto l'assoluzione del ragazzo. Conclusione a cui si è associato anche l'avvocato Stefano Di Donna, legale dell'imputato. E assoluzione è stata: per non aver commesso il fatto.
A.M.
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