Maltrattamenti e stalking all'ex compagna, il PM chiede la condanna a 2 anni e 8 mesi

Il tribunale di Lecco
Non è riuscito ad alleggerire la propria posizione con le spontanee dichiarazioni rese quest'oggi, già annunciate lo scorso giugno nella precedente udienza al cospetto del collegio giudicante del Tribunale di Lecco (con Enrico Manzi presidente, a latere le colleghe Nora Lisa Passoni e Giulia Barazzetta).
Il Procuratore facente funzioni Alessandro Pepè ha ritenuto comunque di non riconoscere le attenuanti generiche e ha chiesto la condanna dell'uomo - un cingalese accusato di maltrattamenti e stalking nei confronti della ex compagna - a 2 anni e 8 mesi di reclusione. Le richieste della parte civile e della difesa verranno esposte, tuttavia, il prossimo 9 settembre.
Quest'oggi si è invece proceduto a terminare la fase istruttoria con l'escussione del figlio dell'imputato, chiamato dalla difesa a definire i contorni della relazione che il padre ha avuto con la parte civile, quando risiedevano in un comune del circondario casatese.
Il ragazzo, nato nel 2001 da una relazione dell'imputato con un'altra donna, ha raccontato di aver assistito dall'esterno alla storia che il padre ha avuto con la parte offesa; il giovane ha subito riferito di essere finito in comunità poiché il padre lo aveva abbandonato quando aveva 13 anni a seguito uno "schizzo" che gli era preso di tornare in patria dopo aver bevuto troppo. Ed è proprio l'alcol, secondo il ragazzo, il problema maggiore del genitore.
''Non era un problema persistente il suo, regge poco l'alcol quindi appena beve anche solo una o due birre va subito fuori" ha detto il teste. "Ora sono tornato con lui perchè ha smesso di bere, ma all'epoca della relazione con la signora si, beveva. Quando litigavano non succedeva nulla di che, magari erano litigi che partivano da battute o scherzi o gelosia".
Il giovane ha tuttavia escluso ogni forma di violenza nei confronti della donna: "non metteva le mani addosso, magari rompeva dei piatti perchè gli venivano i raptus di rabbia ma non ha mai fatto del male a nessuno". Ha quindi negato di aver saputo o di aver assistito ad episodi di violenza fisica nei confronti della ex compagna del padre o della figlia di lei, che ha convissuto nel casatese insieme alla coppia finché lei e la madre non se ne sono andate di casa.
"Io tenevo a loro due, volevo bene sia alla ex compagna che a sua figlia quindi quando mi chiamavano o scrivevano cercavo di rispondere sempre anche se mi trovavo in comunità" ha continuato il giovane. "Ero comunque preoccupato che potesse succedere qualcosa perchè benché conoscessi mio padre e sapessi che non avrebbe mai fatto del male a nessuno, si sa che una persona sotto gli effetti dell'alcol potrebbe combinare qualsiasi cosa".
Il figlio ha però riferito che anche in seguito al definitivo "abbandono" della casa dell'imputato da parte delle due, la donna abbia continuato, fino a capodanno 2021, a frequentare il padre. Una relazione che potrebbe quindi non essere finita, per lo meno per lui che, chiamato a rendere spontanee dichiarazioni ha esordito con un "sono ancora innamorato di lei", provocando il pianto nella donna che ha assistito all'udienza, stavolta senza la figlia, in fondo all'aula.
"Non l'ho mai buttata fuori di casa" ha continuato l'uomo, "semmai ho cercato di riportarla a casa. Non ho mai toccato né lei né la figlia con le mie mani. Ho sbagliato a trattarla male, non ce l'ho con lei. Voglio bene anche alla figlia, che la mia ex compagna ha detto essere mia perchè abbiamo avuto una relazione tanti anni fa e anche per lei io sono suo papà, anche se non c'è un test del dna a provarlo".
Queste dichiarazioni tuttavia non sono state sufficienti per il PM Pepè a riconoscere all'imputato le attenuanti generiche nel calcolo della pena finale. Secondo il Procuratore infatti l'uomo avrebbe potuto fare un passo in più e ammettere che quando beve diventa violento ma non ha minimamente toccato l'argomento.
Nel chiedere la condanna dell'uomo a 2 anni e 8 mesi di reclusione Pepè ha affermato che "l'amore può essere molto forte e coprire tante cose ma di sicuro non cancella i reati".
La palla ora passa alla parte civile e alla difesa. Si torna in Aula il 9 settembre.
B.F.
Invia un messaggio alla redazione

Il tuo indirizzo email ed eventuali dati personali non verranno pubblicati.