Ricatti hard ad un bancario: 4 anni e 8 mesi al missagliese ritenuto al vertice del sistema. Condanne più lievi ai complici

Il sostituto procuratore Andrea Figoni
A quattro mesi dalla conclusione delle indagini, hanno definito quest'oggi la loro posizione davanti al giudice per le udienze preliminari Paolo Salvatore, i tre giovanissimi ritenuti al centro di un sistema di estorsioni e ricatti hard con vittima un funzionario di banca residente nel comasco.
''Pizzicato'' in atteggiamenti intimi sulla propria auto con una ragazza che aveva conosciuto su un sito di incontri online e con la quale si era dato appuntamento in una zona defilata, il professionista del canturino - pressato da continue richieste - aveva consegnato ai suoi estorsori, in più rate, una somma superiore ai duemila euro. Tanto gli avrebbero richiesto gli imputati per comprare il loro silenzio, altrimenti l'incontro segreto con la giovane complice (con la quale era stato fotografato in atteggiamenti intimi) sarebbe stato riferito ai suoi familiari o reso di dominio pubblico, probabilmente tramite i social network.
Quattro anni e otto mesi la condanna - in abbreviato - sentenziata nei confronti di Norberto B.F., classe 1996, ritenuto al vertice di questa organizzazione sgominata dalla Procura di Lecco, con indagini affidate ai carabinieri del nucleo operativo della Compagnia di Merate in collaborazione con la polizia locale di Cantù.
Al 24enne - detenuto nella casa circondariale di Pescarenico - venivano contestate anche la recidiva e l'aggravante di aver commesso il fatto mentre si trovava agli arresti domiciliari dove - come era emerso dalle risultanze investigative - la vittima si sarebbe addirittura recata in un'occasione per recapitargli di persona il denaro. Alle spalle del missagliese episodi molto simili che lo scorso anno gli erano costati una condanna analoga (4 anni e 8 mesi in abbreviato) inflittagli in tribunale a Monza.
Se il sostituto procuratore dr.Andrea Figoni, titolare del fascicolo, aveva chiesto una condanna a cinque anni, la sentenza del gup è stata più mite. Al 24enne - difeso dall'avvocato lecchese Stefano Mandelli - non è stata riconosciuta l'aggravante della minaccia posta in essere da più persone riunite (art.629 cp. comma 2).
Nei guai erano finiti anche Stefano T.C., classe 2000 e residente a Monticello e Jasmine B., di un anno più giovane, originaria del meratese ma con casa nella vicina provincia di Monza e Brianza. I due giovanissimi avrebbero agito in concorso con il missagliese nel sistema di tentate estorsioni ai danni del professionista residente nel comasco che, dopo aver inizialmente corrisposto le cifre richiestegli, aveva chiesto aiuto agli agenti della polizia locale di Cantù, avendo il timore di non potersi più liberare di quelle continue pressioni.

Due anni e quattro mesi la condanna inflitta al monticellese (assistito dall'avvocato Gloria Corneo del foro di Monza), lievemente superiore a quella sentenziata nei confronti dell'amica (due anni e due mesi), difesa dall'avvocato brianzolo Marco Salerno.
Già sottoposti alla misura dell'obbligo di dimora, i due giovanissimi hanno ottenuto il beneficio della sospensione condizionale della pena.
Sei mesi la durata dell'indagine, da ottobre 2020 a marzo 2021, con attività mirata al territorio della Brianza a cavallo fra le tre province: Cantù, Mariano, Anzano del Parco, Nibionno, Monticello, Besana Brianza, Casatenovo, Missaglia. Cruciale la finta consegna di denaro: a Nibionno erano infatti arrivati gli agenti in borghese. Gli indagati, fiutata la trappola, avrebbero commesso l'errore di mandare messaggi, telefonare, dirigersi verso le abitazioni degli altri complici. La PL nel corso delle perquisizioni aveva sequestrato anche 30 grammi di hashish e un fucile ad aria compressa, catalogato come arma propria, con potenza di sparo doppia rispetto al consentito.
Nel fascicolo comparivano anche altri soggetti, ancora una volta giovanissimi e residenti prevalentemente nel comasco, che avrebbero operato in concorso nel tentativo di estorcere altro denaro al professionista. La loro posizione, stralciata dal filone lecchese dell'inchiesta, era stata inviata alla Procura lariana per competenza territoriale.
G. C.
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