Annone, crollo del ponte: l'udienza del 19 si farà a Lecco. Codacons unica parte civile
Processo per il crollo del ponte di Annone: si torna in aula lunedì 19 luglio...a Lecco. L'assenza di quasi tutte le parti civili, sfilatesi una dopo l'altra, renderà infatti possibile celebrare il procedimento penale presso il tribunale di Corso Promessi Sposi, sprovvisto di spazi sufficientemente grandi da consentire il distanziamento sociale, come imposto dalle norme anti Covid.
Invece si potrà rimanere a Lecco. Nei giorni scorsi infatti, è stato trovato l'accordo sui risarcimenti e depositata la revoca della costituzione di parte civile. Resterà nel procedimento soltanto il Codacons, che aveva già reso noti i motivi per i quali ha deciso di non rinunciare alla propria presenza in aula. L'associazione che tutela i consumatori si era infatti dichiarata disponibile a sfilarsi, a condizione che Anas, Provincia di Lecco e Provincia di Bergamo istituissero "un fondo di indennizzo per la somma di 50mila euro a favore degli iscritti". Una richiesta che al momento non sembra aver trovato riscontro.
L'ultima ad aver rinunciato a costituirsi parte civile è stata Augusta Brusadelli, vedova di Claudio Bertini, unica vittima del tragico crollo, assistita dall'avvocato Biagio Giancola. Nei giorni scorsi infatti, moglie e figlia del civatese si sono sfilate dal processo, depositando l'istanza di revoca in tribunale.
Lo stesso avevano fatto anche tutti gli altri: l'autista dell'autoarticolato Nicoli, Vasile Ciorei, difeso dall'avvocato Giuseppe Sorcinelli, ma anche Paolo Giacalone, assistito dall'avvocato Claudia Canali, la cui auto era rimasta in bilico sui resti del ponte. E poi ancora Gaetano Femiano con la moglie Elena Gennari e la figlia, assistiti dall'avvocato Vito Zotti, che nel crollo del cavalcavia avevano riportato pesanti conseguenze e Roberto Colombo, rappresentato dall'avvocato Emanuele Drogo, il cesanese alla guida della Punto Rossa che aveva rischiato di venire schiacciata dal camion. Ognuno di loro infatti, ha trovato un'intesa sui risarcimenti.
In apertura di udienza, lunedì mattina, la parola spetterà a parte civile e responsabile civile di Codacons; poi toccherà alle difese tentare di smontare il quadro accusatorio sostenuto la volta scorsa dal pubblico ministero Andrea Figoni che aveva chiesto la condanna di tutti e quattro gli imputati. Quattro anni la pena ipotizzata per Andrea Sesana e Giovanni Salvatore, tre anni e mezzo per Angelo Valsecchi e due anni per Silvia Garbelli. Le prossime udienze serviranno per completare la discussione, così da arrivare entro la metà di settembre con la sentenza.
Dopo le trasferte a Como, con tre udienze svoltesi nel palazzo di giustizia della città lariana, la prossima avrebbe potuto tenersi a Milano, in una delle aule ricavate all'interno dell'area Fiera post pandemia, e messe a disposizione dei tribunali che ne avessero necessità, come aveva annunciato il giudice Enrico Manzi, giunto quasi al capolinea della sua esperienza lecchese e pronto ad approdare alla Corte d'Appello meneghina.
Il cavalcavia crollato sulla SS36 ad Annone il 28 ottobre 2016
L'ultima ad aver rinunciato a costituirsi parte civile è stata Augusta Brusadelli, vedova di Claudio Bertini, unica vittima del tragico crollo, assistita dall'avvocato Biagio Giancola. Nei giorni scorsi infatti, moglie e figlia del civatese si sono sfilate dal processo, depositando l'istanza di revoca in tribunale.
Lo stesso avevano fatto anche tutti gli altri: l'autista dell'autoarticolato Nicoli, Vasile Ciorei, difeso dall'avvocato Giuseppe Sorcinelli, ma anche Paolo Giacalone, assistito dall'avvocato Claudia Canali, la cui auto era rimasta in bilico sui resti del ponte. E poi ancora Gaetano Femiano con la moglie Elena Gennari e la figlia, assistiti dall'avvocato Vito Zotti, che nel crollo del cavalcavia avevano riportato pesanti conseguenze e Roberto Colombo, rappresentato dall'avvocato Emanuele Drogo, il cesanese alla guida della Punto Rossa che aveva rischiato di venire schiacciata dal camion. Ognuno di loro infatti, ha trovato un'intesa sui risarcimenti.
In apertura di udienza, lunedì mattina, la parola spetterà a parte civile e responsabile civile di Codacons; poi toccherà alle difese tentare di smontare il quadro accusatorio sostenuto la volta scorsa dal pubblico ministero Andrea Figoni che aveva chiesto la condanna di tutti e quattro gli imputati. Quattro anni la pena ipotizzata per Andrea Sesana e Giovanni Salvatore, tre anni e mezzo per Angelo Valsecchi e due anni per Silvia Garbelli. Le prossime udienze serviranno per completare la discussione, così da arrivare entro la metà di settembre con la sentenza.
G. C.