Vent'anni fa eravamo a Genova perchè non siamo degli estremisti

“Sono venuto a Genova perché non sono un estremista”.
E' questo la risposta che mi era ronzata in mente vent'anni fa se Gad Lerner mi avesse posto questa domanda nel corso di una concitata trasmissione televisiva a cui, con molti altri presenti, avevo partecipato nella serata di venerdì 20 luglio del 2001 a Genova.
L'unica trasmissione in diretta, poi inopinatamente interrotta, che aveva cercato di “esserci” per capire ponendo domande dirette il perché di un “popolo” contrario ad una globalizzazione neoliberista ( non quella positiva dei saperi e della reale solidarietà tra i popoli) che aveva i suoi massimi esponenti politici mondiali riuniti in contemporanea nel cosiddetto G8.
E' facile comprendere perché non ero e non sono un estremista se per “moderati” s'intendono i sostenitori/artefici o perlomeno i supini “osservatori” di un mondo allora, e ancor più oggi , basato su strutturali squilibri economici tra gli Stati come pure all'interno di essi. Un mondo costruito su un uso compulsivo delle risorse naturali, su leggi di mercato mirate sugli interessi dei più forti, su un sistema finanziario strutturato per mantenere e semmai acuire le differenze economiche attraverso un iniquo sistema debitorio e su un sostanziale circo mediatico al suo servizio, tranne qualche rara eccezione.
Un mondo dove il primato dell'Uomo, proclamato a parole, è puntualmente disatteso dalle logiche prioritarie del profitto sempre e comunque e di una anacronistica crescita economica illimitata come unico suo indicatore. Dove si spacciano propositi di sostenibilità ma si reiterano prassi inquinanti e climalteranti, dove si chiede ai cittadini responsabilità fiscale ma si consentono Paradisi Fiscali, dove è premiato il far soldi coi soldi e non con il lavoro e dove il sistema produce, in nome di una falsa e fuorviante competitività, lacerazioni sociali sempre più acute.
In sostanza un mondo che girava e continua a girare a rovescio e che non sembra aver capito nemmeno la “lezione” pandemica per potersi ravvedere in tempo.
Ecco perché ero ed eravamo a Genova noi persone normali di buon senso ! Altro che estremismo !Ed ecco perché occorrerebbe oggi più che mai porvi rimedio.
Avrei molte altre cose da dire ricordando e attualizzando ma mi limito ad un solo vissuto significativo episodio per rendere comprensibile chi fossero i veri violenti.
Il venerdì tragico, non solo per la morte di Carlo Giuliani, assieme ad un gruppo di ragazzi (un po' tutti storditi da quello che ci si presentava inaspettatamente di fronte) ci siamo trovati da una parte gli squadroni di carabinieri e poliziotti e relativi automezzi e dall'altra alcuni manifestanti inferociti dal comportamento delle “forze del disordine organizzato” (ormai anche storicamente acclarato).
Assieme ad altre persone non conosciute ma attanagliate dallo stesso desiderio di sottrarci da quell'assurdo inferno, procurato a chi voleva solo manifestare pacificamente il proprio dissenso, siamo riusciti a “bucare” un passaggio verso il mare.
Scambiando qualche concitata considerazione mi aveva colpito la serenità del mio giovane interlocutore che mi chiedeva se anch'io avessi partecipato alla veglia nella Chiesa di Boccadasse  il giorno prima. Incuriosito gli chiedo da dove provenisse e lui si era presentato semplicemente dicendomi di essere un prete e che era stato presente in via Manin (il luogo di raduno dei manifestanti delle associazioni pacifiste e cristiane, dove ero appena stato per un po' anch'io) e che era stato picchiato dalle “forze dell'ordine” senza alcun motivo e semplicemente perché erano lì presenti.
Mi raccontava che appena prima erano sopraggiunti un gruppetto di individui vestiti tutti di nero che poi si erano dileguati, fin lì inseguiti dai poliziotti in assetto antisommossa,. E gli agenti, pur avendo visto la direzione che avevano preso, inspiegabilmente li avevano ignorati accanendosi invece contro di loro, rei soltanto di alzare le loro “mani bianche”  verso il cielo !
Qual è l'estremismo e qual è la moderazione e il buon senso ?
E sono certo che i primi ad essere d'accordo con me siano i  molti poliziotti onesti che credono nel servizio che svolgono come nella legalità e nella giustizia.
Ma riguardo al sarcasmo di certi “benpensanti” : Certo era ed è molto più comodo stare a guardare un mondo che gira al contrario piuttosto che sporcarsi le mani …
Germano Bosisio
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