Retesalute: scontro duro tra segretari comunali e liquidatori. La beffa, i più scatenati sono quelli che bocciarono il rilancio

Uno scontro a muso duro con toni sopra le righe quello andato in scena giovedì mattina in Municipio a Merate, tra i segretari comunali e il Collegio dei liquidatori di Retesalute.
L'unica cosa certa è che per ora i funzionari dei Comuni soci dell'Azienda speciale sono irremovibili nella loro posizione: sostengono di non essere in possesso della documentazione necessaria per ben consigliare i propri Sindaci o meglio dire, per assumersi le responsabilità che la legge attribuisce loro, per pagare quanto richiesto dal presidente del Collegio, il dottor Ciro D’Aries.
La somma, poco meno di quattro milioni di euro, comprende il pagamento dei servizi usufruiti in passato e ritenuti sottopagati e in parte il ripiano dei bilanci chiusi in passivo a causa di operazioni ritenute quantomeno anomale: pagamento che dovrebbe avvenire attraverso il riconoscimento da parte dei comuni stessi del debito fuori bilancio.
Ognuno però è rimasto sulle proprie posizioni e le oltre due ore di confronto si sono concluse con ulteriori elementi su cui ognuno, per parte sua, dovrà riflettere.


Il dottor Ciro D'aries

I segretari hanno dichiarato in modo netto che non intendono “suggerire” ai sindaci di pagare le somme richieste a fronte di una semplice lettera da parte del Collegio dei liquidatori, se non supportati in questo senso da una chiara giurisprudenza.
Il presidente D’Aries è rimasto sulle sue posizioni e ha risposto piccato che in caso di mancato pagamento procederà senza indugio alcuno ad inviare i decreti ingiuntivi… Una minaccia che ha incontrato però la ferma opposizione dei segretari comunali, pronti a resistere di fronte a tale eventualità.
Insomma, un muro contro muro che non ha portato ad alcun risultato, ma che in realtà ha permesso al Collegio dei liquidatori da una parte e ai segretari dall'altra, di mostrare le “munizioni” di cui dispongono, lasciando intendere, ognuno per la sua parte, di essere pronti a farne uso.
In pratica, i segretari non intendono assumersi la responsabilità di avallare il pagamento del conto, a fronte di una “semplice” richiesta, ma vorrebbero che fosse il Tribunale, al termine dell'inchiesta in corso a “ordinare” il pagamento delle somme eventualmente dovute.
Il dottor D'Aries ritiene invece legittimo e improcrastinabile - oltre che supportato giuridicamente - il pagamento di quanto dovuto. E soprattutto Retesalute non può certo attendere i tempi della Giustizia…
Non solo, sempre secondo il dottor D’Aries per i Comuni, di fatto, si tratterebbe di una semplice anticipazione di fondi, in quanto alla fine dell'inchiesta giudiziaria i responsabili della disastrosa situazione economica venutasi a creare saranno chiamati a pagare.
Quindi i comuni in futuro potrebbero riavere i loro soldi, forse anche più di quanti ne abbiano versati.
Il problema è che se i comuni non dovessero versare quanto richiesto in tempi rapidi, per Retesalute si profilerebbe inevitabilmente la chiusura, a causa della mancanza di liquidità.
Quindi, dopo aver atteso quasi due anni ad imboccare la strada suggerita dal dottor Giuseppe Munafò e dall'avvocato Francesco Ferrari e individuata anche dal precedente Cda e sostenuta in particolare da Marco Stocola, ora è iniziata una corsa contro il tempo.
C’è stata anche un'inaspettata sortita da parte dei segretari comunali contro il professor D'Aries e in particolare da quelli che nei mesi scorsi, a gran voce, lo hanno imposto ai loro sindaci ed acclamato come guida indispensabile alla presidenza del Collegio.


La dottoressa Maria Vignola e il dottor Giuseppe Mendicino

La stessa dottoressa Maria Vignola, segretaria del Comune di Merate che ha “sponsorizzato” in tempi recenti la strada della liquidazione di Retesalute con l’affidamento dell’incarico al dottor D’Aries, ha manifestato un’inattesa insofferenza per il percorso proposto.
Come pure il segretario di Casatenovo, il dottor Giuseppe Mendicino, che il giorno prima dell'incontro ha fatto pervenire al presidente D’Aries una “richiesta di chiarimenti” di quattro pagine… Tra le altre cose il dottor Mendicino ha ricordato che il “riconoscimento dei debiti fuori bilancio era stata avanzata da Munafò e Ferrari, ma dopo lunga discussione venne ritenuta dalla maggior parte dei soci non percorribile in relazione alla difficoltà di ricondurre i debiti aziendali nell'alveo della disciplina amministrativa”.
I segretari dal canto loro hanno anche rimarcato che per Retesalute sarebbe necessario un nuovo management, per garantire una più funzionale gestione dell'Azienda speciale con sede a Novate, che dopo l'interminabile travaglio che sta vivendo ormai da due anni, fatica a far fronte ai bisogni dei comuni in tema di welfare.
Un argomento questo che è ormai divenuto il refrain del direttore Enrico Bianchini che, dopo la nomina avvenuta nell'ottobre del 2020, ha ribadito più volte al precedente Cda presieduto dall’avvocato Alessandra Colombo, la necessità improrogabile di riorganizzare l'Azienda, soprattutto sotto l'aspetto delle risorse umane, per poter erogare servizi di eccellenza.
Quegli stessi servizi di eccellenza di cui tutti parlano, ignorando - impossibile dire se in buona fede o meno - che gli stessi il più delle volte vengono appaltati a cooperative esterne.
Ciò che è stato aspramente criticato dai segretari durante la riunione, è un sistema, che da sempre ha caratterizzato l'Azienda Speciale Retesalute: un meccanismo che, se non modificato, non potrà produrre esiti diversi dagli attuali. 
Quel “sistema” che per quanto riguarda Retesalute non è stato calato dall'alto, ma voluto precisamente da alcuni esponenti politici (pochi, pochissimi) che più di altri, per ideologia, per carisma, hanno ricoperto posizioni di comando a livello territoriale e sovra territoriale.
Quelle stesse “posizioni” che avrebbero dovuto programmare servizi, dei quali ad oggi, si ha solo la certezza dei costi e non del "bene" prodotto e che hanno favorito la sinergia o meglio il consolidamento di rapporti con fornitori, che non hanno prodotto quanto sperato.
La questione Retesalute è comunque destinata a tenere banco almeno per un'altra settimana. Giovedì 29 luglio infatti il Collegio dei liquidatori illustrerà la situazione all'Assemblea dei sindaci, convocata sempre in Municipio a Merate, a cui tocca l'ultima parola. Saranno chiamati ad esprimersi su quanto sostenuto dal Collegio dei liquidatori i primi cittadini che dovranno decidere se accogliere la richiesta e quindi pagare il conto, oppure - smentendo se ste stessi che soli pochi mesi avevano voluto la liquidazione dell'Azienda e la nomina del trio D’Aries-Grimoldi- Colombo quali liquidatori – di sposare la posizione dei segretari, con il rischio di decretare la morte di Retesalute. 
Ora la scelta è solo politica e fino ad oggi la politica purtroppo non ha brillato.
Angelo Baiguini
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