Costa: bloccato in fuga sulla SS 36, finisce davanti al giudice per spaccio. Condannato
Avevano provato a ''schivare'' un controllo della Polstrada di Lecco impegnata in servizio di vigilanza sulla SS36 perchè colti ''con le mani nel sacco''. Ma il tentativo di fuga era finito male, con l'Opel Astra su cui viaggiavano che era finita fuori strada a Costa Masnaga a causa dell'eccessiva velocità, consentendo agli agenti di fermare uno dei due soggetti a bordo del veicolo.
E.W.A., nato nel 1996 in Marocco e irregolare sul territorio italiano, era stato così arrestato con l'accusa di spaccio di sostanze stupefacenti avendo la Polstrada trovato, nel corso della perquisizione, 27 dosi di cocaina e duemila euro in contanti, ritenuti proventi dell'attività di spaccio; il soggetto era stato poi condotto al cospetto del giudice Enrico Manzi per la convalida del fermo, successivamente ottenuta, e il procedimento con rito direttissimo.
Quest'ultimo è proseguito -avendo il difensore dell'uomo, l'avvocato Amedeo Rizza del foro di Milano, chiesto i termini a difesa- nella mattinata odierna sempre dinnanzi al presidente della sezione penale del tribunale lecchese, a cui è stata avanzata da parte della difesa dell'imputato la richiesta di rito abbreviato.
Il Vpo Pietro Bassi ha così chiesto al giudice la condanna, riconosciute le attenuanti generiche per il ritenuto corretto comportamento processuale del 25enne a 2 anni e 10 mesi di reclusione e al pagamento di 14mila e 600 euro di multa. Di diverso avviso è stato l'avvocato Lucia, in sostituzione del collega Rizza, in difesa del marocchino che, chiedendo la riqualificazione del capo d'imputazione per la parte dello spaccio nell'ipotesi più lieve, per i 2000 euro ha chiesto l'assoluzione perchè il fatto non sussiste in quanto non vi era prova che la somma di denaro rinvenuta nel corso della perquisizione fosse provente di spaccio.
Il giudice, ritiratosi in camera di consiglio, ha dapprima riqualificato il capo d'imputazione come da richiesta della difesa e applicando le attenuanti generiche equivalenti alla recidiva contestata, ha condannato il giovane a 1 anno e 4 mesi di reclusione e al pagamento di 1800 euro di multa, confiscando e disponendo la distruzione della droga in sequestro. Per la cifra di denaro rinvenuta ha invece disposto l'assoluzione perchè il fatto non sussiste e disposto la restituzione all'uomo dei 2000 euro sequestrati.
E.W.A., nato nel 1996 in Marocco e irregolare sul territorio italiano, era stato così arrestato con l'accusa di spaccio di sostanze stupefacenti avendo la Polstrada trovato, nel corso della perquisizione, 27 dosi di cocaina e duemila euro in contanti, ritenuti proventi dell'attività di spaccio; il soggetto era stato poi condotto al cospetto del giudice Enrico Manzi per la convalida del fermo, successivamente ottenuta, e il procedimento con rito direttissimo.
Quest'ultimo è proseguito -avendo il difensore dell'uomo, l'avvocato Amedeo Rizza del foro di Milano, chiesto i termini a difesa- nella mattinata odierna sempre dinnanzi al presidente della sezione penale del tribunale lecchese, a cui è stata avanzata da parte della difesa dell'imputato la richiesta di rito abbreviato.
Il Vpo Pietro Bassi ha così chiesto al giudice la condanna, riconosciute le attenuanti generiche per il ritenuto corretto comportamento processuale del 25enne a 2 anni e 10 mesi di reclusione e al pagamento di 14mila e 600 euro di multa. Di diverso avviso è stato l'avvocato Lucia, in sostituzione del collega Rizza, in difesa del marocchino che, chiedendo la riqualificazione del capo d'imputazione per la parte dello spaccio nell'ipotesi più lieve, per i 2000 euro ha chiesto l'assoluzione perchè il fatto non sussiste in quanto non vi era prova che la somma di denaro rinvenuta nel corso della perquisizione fosse provente di spaccio.
Il giudice, ritiratosi in camera di consiglio, ha dapprima riqualificato il capo d'imputazione come da richiesta della difesa e applicando le attenuanti generiche equivalenti alla recidiva contestata, ha condannato il giovane a 1 anno e 4 mesi di reclusione e al pagamento di 1800 euro di multa, confiscando e disponendo la distruzione della droga in sequestro. Per la cifra di denaro rinvenuta ha invece disposto l'assoluzione perchè il fatto non sussiste e disposto la restituzione all'uomo dei 2000 euro sequestrati.
B.F.