Cassago:Don Giuseppe Morstabilini celebra la messa e racconta le difficoltà in Zambia

Don Giuseppe Morstabilini è tornato dallo Zambia dove si trova in missione dall'autunno 2020 (CLICCA QUI). Una breve pausa dal suo operato in Africa ha permesso che potesse celebrare la messa vespertina di sabato 14 agosto a Cassago, con una chiesa gremita di parrocchiani che hanno accolto il sacerdote. A celebrare la messa insieme a lui, c'erano Padre Mark e il parroco di Cassago, don Giuseppe Cotugno. Don Giuseppe Morstabilini ha manifestato fin da subito la gioia del trovarsi circondato dalla sua comunità: "è un piacere incontrare volti amici, nella comunità in cui sono cresciuto e dove è nata la mia vocazione".

Don Giuseppe


Durante l'omelia don Giuseppe ha riflettuto sulla lettura del Vangelo, trovando similitudini tra l'insegnamento del Signore e l'esperienza vissuta da lui quotidianamente in missione in Zambia. "La condizione dei paesi africani è di una povertà estrema, ma ciò che più mi colpisce è che questa gente povera, la cui unica preoccupazione è riuscire ad arrivare alla fine della giornata, possiede una grande capacità di rendere grazie a Dio", ha raccontato don Giuseppe. Il senso di gratitudine dei credenti africani si riverbera, oltre che nelle loro danze e nei loro canti durante la liturgia, anche nel canto di ringraziamento che eseguono ad ogni funzione liturgica a cui partecipano: "a differenza nostra che riserviamo questo canto solo per le messe più solenni, loro tengono a rendere grazie a Dio ad ogni liturgia", ha proseguito il racconto il missionario.

Padre Mark, don Giuseppe Morstabilini e don Giuseppe Cotugno

Successivamente un paragone lampante tra la nostra società abituata ad avere il necessario e il superfluo e quella poverissima toccata in sorte alle popolazioni africane si è fatto strada nel discorso di don Giuseppe. "Pochi giorni dopo il mio arrivo ho dovuto celebrare il funerale di un bambino di tre anni, la cui madre era già vedova e quindi era rimasta da sola. Dopo qualche giorno, la madre mi è venuta a trovare e mi ha detto che aveva capito quanto Dio la amasse dalla quantità di persone che l'avevano sostenuta nell'affrontare la perdita. Io sono rimasto stupito. È importante imparare a cogliere i segni della presenza di Dio", ha raccontato don Giuseppe.

Come non ha mai nascosto nelle molteplici missive che ha mandato ai suoi parrocchiani negli scorsi mesi, in Zambia don Giuseppe ha sperimentato la sensazione di incapacità dal punto di vista della comunicazione, della comprensione reciproca e dell'umorismo. Tuttavia, è stata proprio questa sensazione di impotenza umana a lasciare che Dio potesse agire. "Quando vedo la povertà toccata a queste persone e la fortuna toccata a me percepisco un profondo disagio, un senso di ingiustizia perché né io né loro abbiamo fatto niente per meritarci queste condizioni", ha riflettuto il missionario. È da questa consapevolezza che don Giuseppe è giunto alla conclusione che sia giusto mettere in gioco tutto quello che siamo per donarlo agli altri: "in questi giorni leggevo qualche frase di Gino Strada, scomparso recentemente, che diceva che se i diritti degli uomini non sono di tutti gli uomini, allora diventano privilegi. Ma proprio perché noi abbiamo questi diritti, dobbiamo farci carico dei paesi che non li hanno".

Anche don Giuseppe Cotugno, al termine della celebrazione ha ringraziato il missionario anche per la freschezza offerta dalla sua testimonianza, oltre ad augurargli un buon rientro in missione. La celebrazione si è infine conclusa con un caloroso applauso da parte di tutti i fedeli.
M.Bis.
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