Castello: Vip Brianza, associazione di clown volontari nei reparti pediatrici di ospedali

«Sentire un bambino che ti chiede di restare è una cosa che ti dona tantissimo, fa sentire che la tua missione è stata fatta, perché fare servizio in ospedale è una piccola missione». A raccontarci queste emozioni è Lucia Sala, vicepresidente della neonata associazione Vip Brianza, dove "Vip" significa "Viviamo in positivo". Realtà locale della federazione nazionale Vip Italia, raggruppamento di associazioni che svolgono attività di volontariato applicando la clownterapia nelle corsie d'ospedale e non solo.
Vip Brianza è nata a inizio febbraio 2020, poco prima che la pandemia e il virus Covid-19 ne bloccassero le attività. Ora vuole ripartire, cercando volontari nuovi e impegnandosi nei reparti pediatrici degli ospedali di Merate e Vimercate.



A destra Lucia Sala

Come molti degli altri quindici volontari suoi colleghi, Sala vanta un'esperienza decennale, conosce bene la realtà ospedaliera e con essa le esigenze dei pazienti. «Ho iniziato - ci spiega - a fare la volontaria nella Croce Bianca di Besana Brianza, poi un giorno e ho acceso il computer ho cercato informazioni sulla clownterapia. Dopo aver scoperto "Vip Milano" e ho mandato una richiesta di partecipazione». Da lì è iniziato un periodo di formazione, che deve essere affrontato anche da chi intende divenire volontario oggi.
«È necessario fare un corso base di un fine settimana, fatto da formatori specializzati. Si tratta di una formazione uguale in tutta Italia essendo la nostra una federazione». Terminato il corso inizia un periodo di prova. «Si compie un anno di tirocinio che comprende servizi in ospedale e incontri con il resto dei clown dell'associazione» spiega la volontaria che precisa: «Si tratta di una formazione continua, con incontri mensili».
Entrando in contatto con i pazienti, viene indossato il tipico "naso rosso", vengono vestiti i panni del clown con un camice e assumendo un nome d'arte. Così Lucia diviene "Iris Fiore". Un modo che serve anche per separarsi dalle difficoltà incontrate e dal dolore che deve «restare in corsia» come ci spiega.



«Cerchiamo di portare un sorriso là dove ce n'è bisogno, facendo dimenticare al bambino, ma anche ai genitori, dove si trovano» racconta Lucia chiarendo: «Andiamo a "tirare fuori" il bambino che c'è in noi, perché tutti noi siamo stati bambini. Creiamo un personaggio clown, con un briciolo di fantasia e la stanza d'ospedale si può trasformare in qualsiasi cosa [...]. Far nascere un sorriso a un bambino in ospedale è importate». Alcune volte, si crea un clima particolare. «Anche i genitori - racconta - si commuovono e ci ringraziano, in alcuni casi ci ricordano come da giorni non vedevano il loro bambino sorridere».
Nonostante l'attività a contatto con i bambini nei reparti di pediatria sarà la principale realizzata nei presidi ospedalieri di Merate e Vimercate, l'esperienza decennale dei volontari di Vip Brianza è maturata anche in altre realtà: nei reparti di medicina, nei reparti oncologici, in centri ospedalieri milanesi come il San Paolo, il Sacco, la Mangiagalli e la clinica De Marchi. Così come negli hospice per le cure palliative e nelle Rsa per anziani.
«La sofferenza - spiega Lucia - c'è in tutti i reparti, anche gli adulti hanno bisogno di "staccare" un attimo e parlare con persone che non siano solo medici e infermieri, ma con persone che anche se solo per un breve lasso di tempo, offrano loro la possibilità di essere ascoltati». 



Immagine di volontari VIP Brianza durante un evento

Un elemento, l'ascolto, che in qualche modo entra a far parte della terapia che il malato deve affrontare. «Il clown di corsia non è il clown del circo, ma è lì per l'ascolto, ascoltare [il paziente] è fondamentale» spiega la volontaria di Vip che ricorda: «Una volta un medico ci ha parlato di come, in passato, prima che gli ospedali divenissero "aziende", esisteva il "contesto ospedaliero" una parola da suddividere in tre: "Con, Te, Sto"». Termini che ponevano il personale a fianco del malato, nell'affrontare la patologia.
I volontari di Vip, oltre che nei reparti ospedalieri, portano conforto anche alle persone ricoverate nelle Rsa. «Gli anziani - racconta Lucia - ricoverati nelle case di riposo vivono tutti i giorni uno uguale all'altro. Fare servizio da loro significa dedicargli del tempo, a volte basta una carezza». Un'attività - quella a fianco degli anziani in difficoltà - che può risultare non facile, ma che alla fine sa regalare delle soddisfazioni. «Alle volte - ricorda la volontaria - ci usano anche come "sfogo" e noi siamo lì per dare ascolto, altre volte andiamo da loro con strumenti musicali ed è poi bellissimo vedere queste persone "rifiorire" e cantare».
Terminata la fase più acuta della pandemia, quando non era possibile per i volontari entrare nei reparti ospedalieri e nelle Rsa, oggi l'associazione vorrebbe ripartire tornando a dare il proprio conforto ai pazienti. Un primo corso per chi vorrebbe divenire volontario si svolgerà nel mese di ottobre, dopo una selezione preliminare che si terrà nel mese di settembre.
Per ogni informazione: https://www.vipbrianza.org/.
L.A.
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