E' contrario al green pass il prof.Di Carlo, già docente al Fumagalli. ''Non sono no-vax, ma costringere il lavoratore è sbagliato''

Il prof.Valentino Di Carlo
''Non sono assolutamente contrario al vaccino. Indosso sempre la mascherina e con i no vax, ci tengo a precisarlo, non c'entro nulla. Ma sono altrettanto forte delle mie ragioni, che credo possano essere sostenute da altri colleghi''.
Non condivide l'obbligo del green pass e non lo nasconde Valentino Di Carlo, docente di lettere (precario) lo scorso anno in servizio presso l'istituto Graziella Fumagalli di Casatenovo.
Decisa - e già al centro di infinite polemiche - la sua presa di posizione sul tema, raccontata un'intervista rilasciata dal 41enne insegnante al quotidiano nazionale Repubblica proprio nel giorno di entrata in vigore dell'obbligo per il personale scolastico, docente e non, di possedere ed esibire la certificazione verde.
A questo proposito Di Carlo - laureato in Scienze Politiche, Scienze Filosofiche e Lettere Moderne - ha dichiarato di non essersi sottoposto al vaccino, esprimendo qualche dubbio in proposito. "Vorrei vederci più chiaro e non fare la cavia: che poi sia utile vaccinare in questo momento storico per calmierare il contagio, lo capisco: però non mi si può chiedere un foglio per entrare al posto di lavoro" si legge nell'intervista a Repubblica, nella quale il docente ha anche criticato il costo dei tamponi, necessari per ottenere il green pass in caso non ci sia sottoposti a vaccinazione.
Esternazioni le sue - riprese fra l'altro anche da Enrico Mentana sul proprio quotidiano Open - che hanno scatenato una serie di polemiche via social, ma che l'insegnante originario di Ortona, in provincia di Chieti, ci ha confermato stamani nel corso di una breve intervista telefonica.
''Non voglio assumere una posizione scientifica. Ma ritengo che non mi si possa chiedere l'esibizione di un documento per accedere al posto di lavoro. Rasenta l'anticostituzionalità'' ci ha detto il 41enne, dispiaciuto per le polemiche che lo stanno investendo. ''Non pretendo che tutti la debbano pensare come me, ma a cosa serve contrapporsi così stupidamente? Non critico chi si è vaccinato e non contesto neppure la scienza. Esprimo solo i miei dubbi sulla richiesta del green pass per poter insegnare. Siamo l'unica categoria trattata così''.
Eppure qualche perplessità anche sul vaccino il professor Di Carlo la nutre. Altrimenti si sarebbe già sottoposto a prima e seconda dose. No? ''A mio parere non può passare il messaggio che sia tutto chiaro e nitido dal punto di vista scientifico. Credo che debba essere lo Stato a garantire il cittadino fino in fondo, facendo proprio il prodotto vaccinale, al contrario della situazione attuale nella quale sono solo tre grandi multinazionali a spartirsi i profitti'' ha aggiunto il 41enne, che la nostra provincia la conosce bene, avendo insegnato anche all'istituto Fiocchi e al liceo artistico Medardo Rosso di Lecco, così come al Marco Polo di Colico.
Già assessore al Comune di Ortona e alla Provincia di Chieti, Di Carlo non esclude la possibilità di vaccinarsi nell'immediato, se le regole non dovessero cambiare. Del resto c'è anche una questione di costi da considerare: tre tamponi a settimana lo costringerebbero a sborsare una cifra non indifferente e - soprattutto - economicamente non sostenibile.
''Al momento, da precario, non so ancora da quale istituto sarò chiamato: le nomine sono attese proprio in questi giorni. Una volta che prenderò servizio a scuola deciderò come comportarmi. Tenete presente che io, da non vaccinato, rischio più di molti altri e ne sono consapevole. Il mio non è un no a priori, ma una scelta attendista. Non mi si può però obbligare ad avere il green pass per insegnare'' ha concluso il 41enne.
G. C.
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