Annone 'medievale' nel nuovo libro a cura di Enrico Rigamonti

La copertina del libro
Un viaggio nell’Annone medievale, in un paese la cui economia è sospinta dall’agricoltura e il cui governo, affidato a un console, è sotto il controllo di Milano. Il ritmo di vita è lento, scandito dall’incedere delle gambe grazie alle quali si coprono chilometri di distanza e dai tempi agricoli.
Nell’Annone del 1100 era già presente, nella veste di oratorio benedettino, la chiesa di San Giorgio, piccolo gioiello architettonico che, insieme a frate Antonio, è il protagonista del racconto scritto da Enrico Rigamonti. L’annonese, già noto per la sua passione per la scrittura, ha dato alle stampe un breve testo, “La forza dell’umiltà”, frutto di fantasia e con pochi riferimenti storici al paese. Il volumetto verrà messo a disposizione del pubblico a partire da oggi, domenica 5 settembre, data in cui sarà prevista la riapertura, per le visite, della chiesa di San Giorgio.
“L’idea è nata il 7 aprile 2019 (il testo è ambientato nel 1119, ndr) mentre aspettavo, di fronte alla chiesa, un gruppo di partecipanti all’iniziativa Camminannone, che speriamo di riprendere quanto prima - spiega l’autore - Mi è venuta idea di ambientare un racconto che descrivesse la chiesa degli inizi, quando era un’area benedettina”.
L’accostamento tra personaggi e fatti reali tanto caro all’autore è presente nel testo. I riferimenti storici, lo accennavamo sopra, sono davvero ridotti al minimo: la chiesa come oratorio benedettino e Annone nel periodo in cui era proprietà del comune di Milano. Tutto il resto è pura fantasia dello scrittore che, nella ricostruzione del paesaggio, si fa aiutare dalla sua memoria: “Annone era un paese a vocazione agricola: è sempre stata la principale fonte di economia, fino al nascere delle attività artigianali. La pescagione, diffusa in altri comuni che si affacciano sul lago, qui è sempre stata secondaria - aggiunge - Ho vissuto da piccolo l’epoca contadina, per esempio quando, tornando a casa da scuola in autunno, il paese brulicava di carri pieni di granoturco o di patate”.
Protagonista del racconto, dall’inizio alla fine, è frate Antonio. “Il suo dramma era che aveva una vocazione autentica ma aveva un’ambizione che contrastava con l’ideale benedettino e gli creava un certo tormento che poi risolverà” anticipa Rigamonti. Si assiste, nel racconto, a un’altra caratteristica della penna dell’autore: “Uno degli elementi dell’essere umano è il contrasto di sentimenti, di pulsioni: mi piace indagare l’animo perché la personalità dell’uomo è ricca di fascino”.
La vicenda di frate Antonio si legherà, a doppio filo, con il titolo del racconto. “Il testo è un omaggio alla chiesa che ha la caratteristica di essere piccola, umile, di suscitare fascino e anche soggezione. L’umiltà ha in sé questa forza, come accade anche nelle persone”.
La realizzazione del racconto, ora in un numero limitato di copie, è nata da un lavoro di équipe. La parte grafica e la copertina sono state curate dall’architetto Pamela Maggi di Calolziocorte, mentre questa prima stampa è opera gratuita di Grafiche Riga, tipografia dei fratelli Paolo e Renata Rigamondi con sede ad Annone. Gli Amici di San Giorgio, che si occupano della gestione della chiesa e di accogliere i primi visitatori post pandemia, hanno ben accolto l’iniziativa che troverà diffusione a partire da oggi, domenica 5 settembre.
M.Mau.
Invia un messaggio alla redazione

Il tuo indirizzo email ed eventuali dati personali non verranno pubblicati.