Annone, crollo del ponte: tre condanne e un'assoluzione. Riqualificati i reati in omicidio e lesioni stradali. Gli atti restituiti alla Procura
Tre condanne e un'assoluzione. Si è chiusa così - come già anticipato - l'udienza odierna, che ha messo la parola fine al procedimento penale in primo grado per il crollo del ponte di Annone, avvenuto il 28 ottobre 2016. A distanza di un anno dall'avvio dell'istruttoria dibattimentale, poco prima delle 10 di questa mattina il giudice in ruolo monocratico del tribunale di Lecco, dr.Enrico Manzi, ha pronunciato l'attesa sentenza.
L'autoarticolato Nicoli sotto il peso del quale, il 28 ottobre 2016, crollò il ponte di Annone
Tre anni e otto mesi la condanna inflitta ad Angelo Valsecchi, già responsabile del settore viabilità e lavori pubblici della Provincia di Lecco; tre anni al collega Andrea Sesana, dipendente del medesimo ufficio e tre anni e sei mesi a Giovanni Salvatore, dirigente di Anas, titolare dell'arteria scenario del drammatico incidente nel quale perse la vita il civatese Claudio Bertini. Assolta invece - perchè il fatto non costituisce reato - Silvia Garbelli, dirigente della Provincia di Bergamo che rilasciò, una manciata di settimane prima del crollo, l'autorizzazione all'azienda Nicoli, proprietaria dell'autoarticolato sotto il peso del quale il cavalcavia annonese collassò. Non ha trattenuto l'emozione la funzionaria dell'ente orobico, presente stamani in aula accanto ai suoi legali, gli avvocati Ilaria Dioli e Vittorio Meanti.
A sinistra Silvia Garbelli, la funzionaria della Provincia di Bergamo assolta
Nel pronunciare la sentenza nei confronti di Valsecchi, Sesana e Salvatore - condannati altresì all'intedizione dai pubblici uffici ciascuno per la durata della pena inflittagli, con la misura che potrebbe eventualmente scattare soltanto al termine dei tre gradi processuali - il dottor Manzi ha motivato che la concessione delle attenuanti generiche deriva dal buon comportamento tenuto durante il processo. Assenti a questo proposito i due funzionari lecchesi, rappresentati rispettivamente dagli avvocati Edoardo Fumagalli e Stefano Pelizzari, mentre era presente Giovanni Salvatore, insieme al proprio difensore Raffaella Rizza.
A destra l'avvocato Marco Colombo in rappresentanza del Codacons, unica parte civile rimasta nel processo
Trasmessi poi gli atti alla Procura - come era stato chiesto dalle difese e dalla parte civile Codacons - per valutare l'eventuale responsabilità penale di altri soggetti. A questo proposito il giudice a margine del pronunciamento della sentenza, ha stigmatizzato il comportamento tenuto in aula durante la loro deposizione, dai referenti della ditta di autotrasporti bergamasca, escussi in qualità di testimoni. Nè i vertici di Nicoli, nè l'autista (costituitosi parte civile per i danni patiti nel sinistro ndr) infatti, sono finiti nell'indagine passata di mano tre volte dai vertici della Procura lecchese.
Con il trasferimento a Bergamo del pubblico ministero Nicola Preteroti, il fascicolo era finito nelle mani della collega Cinzia Citterio e da lei all'attuale PM lecchese Andrea Figoni, quest'oggi sostituito in aula per l'ultima udienza, dal vice procuratore onorario Pietro Bassi, che aveva presenziato anche nel mese di luglio, quando dopo le richieste di condanna formulate dal titolare, la parola era passata alle difese le quali, una dopo l'altra, avevano tentato di smontare l'impianto accusatorio a carico dei rispettivi assistiti.
Con il trasferimento a Bergamo del pubblico ministero Nicola Preteroti, il fascicolo era finito nelle mani della collega Cinzia Citterio e da lei all'attuale PM lecchese Andrea Figoni, quest'oggi sostituito in aula per l'ultima udienza, dal vice procuratore onorario Pietro Bassi, che aveva presenziato anche nel mese di luglio, quando dopo le richieste di condanna formulate dal titolare, la parola era passata alle difese le quali, una dopo l'altra, avevano tentato di smontare l'impianto accusatorio a carico dei rispettivi assistiti.
Gli avvocati Stefano Pelizzari e Edoardo Fumagalli, difensori rispettivamente di Andrea Sesana e Angelo Valsecchi
Prima della sentenza, pronunciata dal giudice Manzi pochi minuti prima delle ore 10 di stamani, era stato l'avvocato Marco Colombo che assiste appunto l'associazione dei consumatori, a replicare ai colleghi (i responsabili civili di Anas, Provincia di Lecco e Provincia di Bergamo) che la scorsa udienza avevano messo in dubbio le ragioni sostenute dal Codacons per motivare la sua presenza nel procedimento.
Il sostituto procuratore Andrea Figoni e il giudice Enrico Manzi
''Per noi la sicurezza stradale è importante, ce ne occupiamo da molti anni e non ci riteniamo affatto parte secondaria in questo processo'' le parole dell'avvocato Colombo, che ha poi precisato come la tessera per aderire all'associazione - offerta fra l'altro ad uno dei colleghi - costi 2 euro, cifra ritenuta più che simbolica.
Non ha voluto commentare la sentenza - visibilmente provata - la vedova di Claudio Bertini, Augusta Brusadelli, affidando la voce al proprio legale, l'avvocato Biagio Giancola del foro di Como che nell'esprimere parziale soddisfazione, ha dichiarato di voler attendere il deposito della sentenza, previsto in trenta giorni.
L'avvocato Biagio Giancola con Augusta Brusadelli Bertini
Senza ritirarsi in camera di consiglio, avendo a lungo studiato il fascicolo approfittando anche della pausa agostana, il giudice Manzi ha messo la parola fine al procedimento in primo grado. Si congederà da Lecco entro la fine del mese per approdare in Corte d'Appello a Milano.
G. C.