Casatenovo: per il ''crac'' del Novecento due le assoluzioni
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Concorso in Bancarotta distrattiva e Mancata esecuzione dolosa di un provvedimento del giudice, questa volta, le accuse formulate a carico del professionista, assistito dall'avvocato milanese Roberto Zingari riuscito a smontare il castello accusatorio costruito partendo dagli accertamenti condotti dalla Guardia di Finanza e dalle successive considerazioni espresse dal curatore fallimentare. Sotto i riflettori il crac della Novecento Fabbrica della birra di Lucignano Concetta, società unipersonale dichiara fallita nel dicembre 2015 dopo aver gestito per una breve parentesi un locale a Casatenovo.
Nel corso dell'istruttoria si è cercato, nello specifico, di fare luce sulle vicissitudini che hanno portato Perego - a giudizio quale supposto amministratore di fatto dell'impresa - a intestare l'attività alla donna - residente a Viterbo e per sua stessa ammissione mai entrata nei locali di Casatenovo - nonché ad accollare alla Novecento i debiti del precedente gestore optando infine per trattare con altro soggetto per la cessione della birreria, con tanto di cambiali andate, parrebbe, perdute a seguito di un furto. Una vicenda intrigata, sbrogliata dal difensore di Perego anche attraverso la produzione di una copiosa documentazione. Al momento di rassegnare le conclusioni, anche la Procura, nella persona del sostituto Paolo Del Grosso, ha chiesto l'assoluzione dei due imputati (con la Lucignano difesa d'ufficio dall'avvocato Stefano Didonna). E assoluzione effettivamente è stata.
A.M.