Casatenovo: stalking verso la ex. Condannato a tre anni e quattro mesi
Tre anni e quattro mesi. E' la condanna sentenziata stamani dal giudice in ruolo monocratico Martina Beggio, nei confronti di un sessantenne imputato per stalking verso l'ex compagna, all'epoca dei fatti residente a Casatenovo.
Una relazione di lungo corso, con i due rimasti insieme per quasi vent'anni, sino a quando la donna - costituitasi parte civile tramite l'avvocato Grazia Corti - aveva deciso di lasciarlo, mettendo fine ad un rapporto ritenuto colmo di risvolti burrascosi sul piano psicologico. In aula nel corso del dibattimento la vittima ha riferito di essere rimasta completamente isolata dal suo sistema di amicizie e affetti familiari, trovando a fatica la forza e il coraggio di allontanarsi da quell'uomo con il quale aveva costruito - giorno dopo giorno - una vita che credeva solida e fatta di certezze.
Una volta lasciato il compagno però, le cose sarebbero a suo dire ulteriormente peggiorate: pedinamenti, appostamenti sotto casa e sul luogo di lavoro, telefonate, messaggi e lettere di minaccia. Molti dei testimoni escussi - fra cui i familiari ed alcune ex colleghe della donna - hanno descritto il rapporto tra i due come esclusivo e possessivo.
La sorella invece, aveva riferito di aver recuperato il rapporto con la congiunta solo da pochi anni, da quando cioè la parte civile si era rivolta al Centro antiviolenza di Merate dopo aver sporto denuncia ai carabinieri.
Ben diversa invece la versione dei fatti resa dall'uomo (che ha sempre respinto ogni addebito) nel corso dell'istruttoria, caratterizzata da continue eccezioni sollevate dalla difesa e plurime richieste di deposizioni documentali.
Stamani l'atto finale. Dopo le spontanee dichiarazioni rese dall'imputato, che ha dato lettura di un lungo scritto nel tentativo di smontare le accuse contestategli dalla Procura (quattro anni la richiesta di condanna formulata prima dell'estate dal vice procuratore onorario Caterina Scarselli ndr), il giudice Beggio si è ritirata in camera di consiglio, pronunciando infine la sentenza: tre anni e quattro mesi di reclusione, oltre all'interdizione dai pubblici uffici per la durata di cinque anni la pena stabilita nei confronti dell'uomo, che dovrà altresì pagare le spese processuali all'ex compagna, versandole 15mila euro per il risarcimento dei danni patiti.
Una relazione di lungo corso, con i due rimasti insieme per quasi vent'anni, sino a quando la donna - costituitasi parte civile tramite l'avvocato Grazia Corti - aveva deciso di lasciarlo, mettendo fine ad un rapporto ritenuto colmo di risvolti burrascosi sul piano psicologico. In aula nel corso del dibattimento la vittima ha riferito di essere rimasta completamente isolata dal suo sistema di amicizie e affetti familiari, trovando a fatica la forza e il coraggio di allontanarsi da quell'uomo con il quale aveva costruito - giorno dopo giorno - una vita che credeva solida e fatta di certezze.
Una volta lasciato il compagno però, le cose sarebbero a suo dire ulteriormente peggiorate: pedinamenti, appostamenti sotto casa e sul luogo di lavoro, telefonate, messaggi e lettere di minaccia. Molti dei testimoni escussi - fra cui i familiari ed alcune ex colleghe della donna - hanno descritto il rapporto tra i due come esclusivo e possessivo.
La sorella invece, aveva riferito di aver recuperato il rapporto con la congiunta solo da pochi anni, da quando cioè la parte civile si era rivolta al Centro antiviolenza di Merate dopo aver sporto denuncia ai carabinieri.
Ben diversa invece la versione dei fatti resa dall'uomo (che ha sempre respinto ogni addebito) nel corso dell'istruttoria, caratterizzata da continue eccezioni sollevate dalla difesa e plurime richieste di deposizioni documentali.
Stamani l'atto finale. Dopo le spontanee dichiarazioni rese dall'imputato, che ha dato lettura di un lungo scritto nel tentativo di smontare le accuse contestategli dalla Procura (quattro anni la richiesta di condanna formulata prima dell'estate dal vice procuratore onorario Caterina Scarselli ndr), il giudice Beggio si è ritirata in camera di consiglio, pronunciando infine la sentenza: tre anni e quattro mesi di reclusione, oltre all'interdizione dai pubblici uffici per la durata di cinque anni la pena stabilita nei confronti dell'uomo, che dovrà altresì pagare le spese processuali all'ex compagna, versandole 15mila euro per il risarcimento dei danni patiti.
G. C.