É il momento degli Stati Uniti d'Europa!

Ci permettiamo di condividere con i lettori del vostro giornale una riflessione riguardo la necessità di una politica di visione d’insieme europea che si può e si deve raggiungere intervenendo con la massima urgenza con una “soluzione strutturale” dei Comuni italiani.
E’ evidente a ciascun cittadino attento e appassionato al proprio paese che i Comuni sono istituzioni in continua evoluzione, che il sistemo urbano dell’uno è caratterizzato da una complessa interdipendenza con quelli limitrofi, che la sostenibilità socio-economica ed ambientale delle scelte del singolo deve essere perseguita attraverso processi di interrelazioni continue e trasversali con i confinanti.
La società è cambiata, e ancora sta cambiando, radicalmente e i Comuni, pur restando l’istituzione più vicina ai cittadini e alla quale si rivolgono per avere una risposta ai bisogni, non sono più però i soli luoghi dove vivono la loro quotidianità, basti pensare alla “circolarità” dei nostri giovani!
A inizio 2021 sono circa 7900 i Comuni italiani di cui quasi 5500, ossia la maggioranza, con una popolazione inferiore a 5000 abitanti, in Lombardia i piccoli Comuni sono il 68,7% del totale. Non sempre il piccolo è bello e l’evento epocale della diffusione della pandemia da Covid-19 lo sta dimostrando. Quanto sarebbe stato utile aver condiviso le buone pratiche, le conoscenze, ed anche le responsabilità degli obiettivi e delle strategie comuni sia nel contesto locale che su maggior scala!



Fin dal nostro esordio in politica locale abbiamo sostenuto che, in nome dell’identità storica e del campanilismo, non è accettabile fermare progetti di unione o di fusione dei Comuni, perché così non si contribuisce a dare risposte adeguate ai bisogni dei cittadini, allo sviluppo sociale ed economico di un territorio e della sua comunità; la sola gestione associata delle funzioni e dei servizi comunali ha dimostrato che siglare convenzioni tra Comuni non è la risposta adeguata perché troppo spesso la scelta di “con chi stare” è in balia di valutazioni dell’Amministratore di turno e della corrente politica che lo sostiene facendo venire meno la lungimirante gestione amministrativa del territorio e dei sui abitanti.
E’ ormai ovvio ed evidente a chiunque che la frammentazione dei nostri piccoli Comuni genera maggiori costi economici ma soprattutto la perdita di opportunità in termini di servizi e benessere ai cittadini; si annaspa non solo nel redigere il bilancio comunale ma soprattutto davanti a compiti urgenti e necessari a valorizzazione il territorio e garantire opportunità di accrescimento a chi lo abita.
Che ne sarebbe stato dell’Italia se l’Unione Europea non avesse fatto debito per aiutare i propri Stati membri facendo nascere, per gli anni 2021-2026, il programma Next Generation EU (NGEU) di cui il nostro Paese beneficerà con il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) sviluppando i tre assi strategici di digitalizzazione e innovazione, transizione ecologica, inclusione sociale?
A questo proposito come faranno i piccoli comuni ad avere le capacità tecniche, organizzative, gestionali per far fronte alle ingenti risorse che arriveranno a brevissimo dal PNRR? Le risorse, come già in passato, saranno intercettate ed utilizzate dai comuni più strutturati a discapito dei piccoli comuni incapaci di gestire attività fuori dall’ordinario.
C’è ancora qualcuno che ha il coraggio di pensare che una politica chiusa dentro i nostri confini avrebbe potuto affrontare e risolvere i problemi connessi alla pandemia? Ci spieghino questi “strateghi da bar” come l’Italia potrà mai competere con potenze mondiali come la Cina, gli Usa, la Russia.
Solo insieme agli altri Stati Europei possiamo continuare ad andare avanti ed ora, l’Italia ha la possibilità di essere protagonista nello scacchiere europeo, grazie al Presidente del Consiglio Mario Draghi, persona di grande peso e autorevolezza.
Serve una Costituzione Europea, un Presidente con un Governo che operi a livello legislativo perché c’è bisogno di una giustizia comune, di politiche economiche, industriali, fiscali, ambientali e sociali coerenti per tutti che non vuol dire perdita di identità dei cittadini dei singoli stati, ma mettere insieme le storie e i migliori valori dei singoli paesi per un arricchimento generale.
In chiusura ci piace ricordare il nostro Presidente Sergio Mattarella che durante la cerimonia per i 60° anni dei Trattati di Roma ha dichiarato che "l'unità è sempre stata più forte dell'arroccamento", nessun Paese da solo "potrà garantire l'effettiva indipendenza delle
proprie scelte", perché non sarà la chiave isolazionista e protezionista quella giusta, "in grado di contare sulla scena internazionale".
E’ il momento degli Stati Uniti d’Europa e gli Amministratori dei piccoli comuni devono fare la loro parte stimolati e sostenuti dai loro cittadini.
Rosaura Fumagalli e Antonio Carrino, consiglieri comunali di Cassago Brianza
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