Centrosinistra: le ragioni della crisi

Erano i primi anni Duemila quando il meratese si "tinse di rosso" per la prima volta. Titolo della stampa locale dopo le elezioni comunali del 2004. Quasi vent'anni dopo, della più grande avanzata locale del centro sinistra nella Seconda Repubblica resta ben poco. Il responso delle urne ha segnato, in diversi casi, un nuovo arretramento.
Olgiate Molgora e Brivio restano saldamente nelle mani del centrodestra. Le amministrazioni uscenti sono state ampiamente premiate e riconfermate. In entrambi i comuni il centrosinistra aveva governato fino al 2011 e, ancora oggi a distanza di un decennio, rimane steso al tappeto. Una prospettiva più ampia ci mostra il centrosinistra resistere nella sola Calco governata da Stefano Motta, riconfermato nel 2020. Airuno, conquistata nel 2009 era già caduta nel 2019 con la fine dell'era Gatti.
Nel meratese i veri e propri "ribaltoni" della giornata di ieri - per altro preannunciati - si sono consumati a Cernusco Lombardone e Montevecchia dove si sono chiuse lunghe parentesi di governo del centrosinistra.
Nel casatese la situazione è solo leggermente migliore. Sirtori, centro influente nella scena politica territoriale, è caduta inaspettatamente nelle mani del centrodestra. Monticello era già passata di mano alle precedenti elezioni del 2009 con l'elezione di Luca Rigamonti, al quale è succeduta Alessandra Hofmann.
Resistono Barzanò e Viganò, saldamente in mano al centrosinistra. Esperienza di segno opposto nel comune di Missaglia. Passato, nel 2012, dal centrodestra nelle mani del centrosinistra di Bruno Crippa. Proprio la Missaglia di Crippa appare oggi come una delle roccaforti del centrosinistra, assieme a Casatenovo e Osnago. Quello che - nei disegni politici di un ventennio fa - doveva essere il nuovo vero centro di una virata progressista delle amministrazioni locali, ovvero Merate, non lo è mai divenuto. La parentesi del centrosinistra è durata solo un quinquennio dal 2004 al 2009. Tutti i successivi tentativi di riconquistare la città sono falliti.
Veniamo ora alla sentenza della recente tornata elettorale. Le esperienze politiche locali di centro sinistra, nate sulla scia del progetto politico nazionale di quello che fu l'allora Ulivo - unione di una componente ex cattolica con una ex comunista - appaiono ormai in crisi se non ridotte all'osso. Resistono solo nei comuni con una forte tradizione politica progressista, dove probabilmente il centro o il centrosinistra vincerebbero anche con altre soluzioni politiche. Le cause di questa crisi - innescatasi ormai alcune tornate elettorali fa - sono diverse e non tutte rintracciabili facilmente.
Spicca però l'incapacità di rinnovamento. I casi di Cernusco Lombardone, Montevecchia e Sirtori sono esemplari. Nel comune di Cernusco il centrodestra è andato al governo dopo un ventennio di esperienza amministrativa del centrosinistra. Il decennio De Capitani non solo si è concluso senza una scelta politica degna di nota, ma ha lasciato terra bruciata nel campo progressista. La lista di fuoriuscite e abbandoni si è allungata nel corso degli anni. A Gavazzi è rimasto solo un terreno raso al suolo sul quale è necessario ricostruire tutto da capo.
La crisi è stata lunga anche a Montevecchia. L'ultima amministrazione Capra ha causato una serie di malumori che sono andati aumentando durante il primo e unico mandato Carminati. Un candidato - quest'ultimo - trovato, con una certa fretta, dal Pd a poche settimane dal voto del 2016. Nel suo mandato non sono mancate frizioni e crisi interne al suo gruppo. Palella non ha potuto fare altro che raccogliere una sconfitta maturata durante il quinquennio precedente. Il comune è passato di mano dopo che da tempo immemore governava il centrosinistra e prima ancora il centro.
Il caso più eclatante è quello di Sirtori. Il candidato sindaco del centrosinistra giungeva al voto dopo 25 anni ai vertici del comune. Dal lontano 1997 al 2006 Negri era stato sindaco, per poi assumere a lungo il ruolo di vice dal 2006 al 2021, durante le giunte Maggioni. Quest'ultimo ricandidato, ancora ieri, proprio tra le fila della stessa lista uscente.
Il mancato rinnovamento interno al centrosinistra non è l'unico fattore di questa crisi. Nel corso degli anni, è andato di pari passo con l'uscita di scena di una serie di personalità politiche che avevano fatto delle proprie doti personali un elemento di coesione in molti progetti amministrativi. Oggi va verso l'archiviazione anche a livello locale, dopo quella già maturata a livello nazionale, quel progetto politico di centrosinistra che ha affondato le proprie radici nella seconda metà degli anni Novanta.
Lorenzo Adorni
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