Sirtori: Maggioni lascia il municipio dopo un'esperienza lunga vent'anni. Il suo racconto

Dopo quindici anni vissuti nel ruolo di sindaco, Davide Maggioni passa il testimone a Matteo Rosa, candidato di Cambiamo Sirtori, la lista avversaria di centrodestra che lunedì ha conquistato la maggioranza dei voti degli elettori battendo l'avversario nonchè assessore uscente Paolo Negri.
Proprio a seguito di questo risultato che muterà sicuramente le carte in tavola nella politica comunale e più in generale gli equilibri politici nel circondario casatese, abbiamo intervistato l'ormai ex sindaco per ripercorrere insieme a lui questi tre lustri vissuti alla guida della piccola comunità sirtorese. Maggioni esce infatti di scena - perlomeno per il momento - dalla vita amministrativa non avendo raccolto sufficienti preferenze per sedere in consiglio comunale tra le fila dell'opposizione.

Davide Maggioni

-Quindici anni da primo cittadino sono sicuramente un periodo significativo per la vita amministrativa di un paese. Come commenta la sua esperienza politica?

Nel 2006 sono stato eletto per la prima volta sindaco, dopo cinque anni trascorsi nel ruolo di assessore. Non partivo quindi totalmente da zero in termini di esperienza politica e anche questo ha giocato forse a mio favore per la rielezione avvenuta prima nel 2011 e poi nel 2016, nelle quali evidentemente ciò che avevamo fatto come amministrazione era stato apprezzato dalla cittadinanza. Questo gradimento l'ho avvertito spesso nelle persone che ho incontrato negli anni e questo mi rende orgoglioso tutt'oggi del ruolo che ho svolto come sindaco. Martedì è stata probabilmente la prima volta che ho cenato a casa dopo anni nei quali questa serata era interamente dedicata al Comune, per cui credo che l'impegno messo e il tempo dedicato siano stati davvero intensi e significativi. Ho sempre cercato inoltre di ricordarmi della mia figura come rappresentante di un'istituzione, preferendo interfacciarmi con i cittadini in maniera pacata e rispettosa del ruolo.

-Ha assunto per tre volte il ruolo di presidente della Conferenza dei sindaci del casatese: che valore ha avuto per lei la collaborazione sovracomunale con gli altri sindaci?

Ho sempre portato avanti in maniera molto seria e attiva questo compito e mi sono reso conto fin da subito della necessità che la collaborazione con i comuni limitrofi dovesse scavalcare le differenze politiche in nome di problematiche uguali o molto affini. Questa tipologia di problemi si può risolvere solo insieme e unendo le forze e su questo punto ho cercato di concentrare la maggior parte delle mie energie. Sono stato anche presidente della conferenza dei soci del Consorzio Villa Greppi e anche in queste vesti mi sono speso affinché questa cooperazione potesse essere utile per affrontare sfide e occasioni che trascendendo la singola realtà locale. La conferma dell'importanza di questo rapporto sovracomunale l'abbiamo vista tutti, per esempio, nella questione di Retesalute, che è stata affrontata ricorrendo non a caso a due principali strumenti: la conferenza dei sindaci del casatese e quella del meratese. Sono particolarmente contento per come è stata condotta questa collaborazione dato che non è una cosa scontata, soprattutto per quei sindaci che sono giustamente più assorbiti dalla quotidianità dei loro comuni e fanno fatica a dedicare tempo a temi più generali.

-Ci racconti qualche bel ricordo che si porterà con sé e che ha segnato la sua esperienza di amministratore.

La prima cosa che mi viene in mente è sicuramente il ringraziamento personale di alcuni cittadini verso il mio ruolo e il mio impegno. Ho infatti spesso incontrato persone che ci tenevano a ringraziarmi per un determinato intervento messo in campo dall'amministrazione e credo che questo sia anche il bello dei comuni piccoli dove il sindaco riesce ad incidere davvero sulle vite dei propri cittadini potendone poi avere un riscontro diretto. In particolare, mi ricordo di quando la famiglia di un signore che venne a mancare e che assistevamo da tempo con i nostri servizi sociali ci volle ringraziare per il sostegno dato regalandoci un quadro che ora si trova nell'ufficio del sindaco e che è il simbolo di una sincera riconoscenza.

-In questi anni le politiche, gli interventi e le decisioni messe in atto sono state tante e forse è difficile anche ricordarsele tutte a memoria. Se dovesse però sceglierne una, quale sarebbe l'opera realizzata che più le sta a cuore?

Giusto negli ultimi giorni ho ritrovato una lettera inviatemi da alcuni cittadini nel 2007, ad appena un anno di distanza dalla mia prima elezione, nel quale esponevano giustamente dubbi e perplessità sulla costruzione della palestra comunale, ai tempi in fase di progettazione. Costoro lamentavano soprattutto il rischio che la struttura avrebbe potuto trasformarsi in ''uno sfizio per pochi'' e quindi poco utile per la collettività nel suo insieme a causa dei costi oggettivamente elevati. In realtà come amministrazione abbiamo deciso di andare avanti e nel 2013 la palestra è entrata definitivamente in funzione ed è oggi una struttura ampiamente usata per svariate attività che ha permesso ai sirtoresi di praticare sport al coperto, di fare attività fisiche come lo yoga e di organizzare corsi di ballo. Una scelta che era inizialmente democraticamente contestata ha portato quindi a una serie di vantaggi per la cittadinanza e ricordo soprattutto un'immagine di una festa di Natale dei bambini della scuola dell'infanzia che abbiamo deciso di organizzare proprio presso la palestra e che ha permesso di avere le famiglie riunite in uno spazio agevole.
Un altro aspetto di cui vado fiero è sicuramente la giornata del 4 Novembre, che abbiamo cercato di ''routinizzare'' ogni anno invitando i bambini delle scuole e recitando sempre l'inno italiano che per noi ha un valore patriottico che è importante si possa trasmettere anche alle giovani generazioni.

-Prendendo invece in considerazione l'altra faccia della medaglia, c'è qualcosa che ricorda con dispiacere, con rammarico o che le sarebbe piaciuto portare a termine nel periodo in cui era in carica?

La cosa che sicuramente mi dispiace non aver potuto portare a termine è sicuramente la realizzazione di una nuova scuola dell'infanzia. Non siamo purtroppo riusciti a cominciare l'iter di costruzione sia per un motivo strettamente economico e di impossibilitò di spesa e sia per un motivo burocratico legato a dei ritardi nella progettazione della struttura. Ad oggi non abbiamo quindi un progetto che possa servire per chiedere dei finanziamenti. Nonostante ciò, credo che la scuola attuale, grazie ad ampliamenti e riqualificazioni, si trovi comunque in buono stato e assolva a pieno a tutte le funzioni che le sono attribuite.

-Da quando aveva 31 anni e ha iniziato la sua avventura come sindaco la sua vita è sicuramente cambiata sotto certi aspetti, forse anche in quello delle competenze ed ora che ne ha 46 ha sicuramente una visione più chiara di quali potrebbero essere queste conoscenze concrete acquisite. Ce ne può raccontare alcune?

Dai questa lunga esperienza posso affermare con certezza di essermi portato a casa una grande ricchezza in termini di conoscenze settoriali teoriche e anche pragmatiche in diversi ambiti della vita amministrativa che altrimenti non avrei probabilmente coltivato con la stessa intensità. La cosa che più di tutte però mi ha cambiato è stata la relazione con le persone, grazie a questo aspetto ho imparato a mettermi nei panni degli altri con più frequenza, ho sviluppato più empatia con coloro che hanno idee diverse dalle mie e ho anche cercato di essere più sensibile anche su ciò che in una comunicazione non viene detta o è sottesa. Ho trasportato queste cose quasi inconsapevolmente anche nel mio lavoro e ho quindi arricchito anche un altro ambito della mia vita.

-Parliamo dei risultati elettorali. Vi aspettavate una rielezione da parte dei cittadini, secondo lei perché invece non siete stati riconfermati alla guida del paese?

I motivi potrebbero essere tanti, sicuramente ha giocato un ruolo centrale la stanchezza generalizzata delle persone, dovuta alla pandemia e ad altri problemi, che ha amplificato la voglia di cambiamento. Noi abbiamo cercato di andare incontro a questa istanza proponendo una lista per metà rinnovata ma garantendo continuità ed esperienza con figure che sono state parte delle vecchie amministrazioni ma probabilmente il messaggio non è stato colto. Sapevamo che con la scelta di un candidato sindaco che aveva già avuto un mandato in questo ruolo non avrebbe potuto incontrare la soddisfazione di molti, ma abbiamo comunque voluto scendere in campo per lavorare per i cittadini. Un altro fattore che è contato molto è stato poi l'alto tasso di astensionismo, pari a circa il 40% e che ha quindi contribuito a ridurre le possibilità di voto in nostro favore.

-La nuova amministrazione è già all'opera per decretare i nomi della futura giunta. Che cosa augura ai neoeletti amministratori e che consiglio si sente di dare al sindaco Matteo Rosa e alla sua squadra?

Io mi sono molto affezionato a Sirtori grazie proprio al tempo che ho speso per il suo bene, e la mia speranza è quindi quella che tutto ciò che è stato fatto di bello e positivo non vada perduto. Spero quindi che la nuova amministrazione sia in grado di mantenere e valorizzazione il nostro operato, apportando eventualmente dei miglioramenti che è sempre bene apportare. Il consiglio migliore che posso dare alla nuova amministrazione è di quello di studiare tanto la realtà del Comune e dei diversi settori che ne fanno parte per svolgere al meglio il loro lavoro perché serve davvero una conoscenza profonda dei meccanismi interni per prendere delle decisioni ragionate. Penso infatti sia importante scegliere non attraverso la sensazione bensì con lo studio in modo da governare coscientemente il nostro paese. Farò sicuramente un passaggio istituzionale di consegne con il nuovo sindaco, dopo di che saremo disposti a collaborare come minoranza in base a quali saranno gli obiettivi e le scelte della prossima giunta.

Martina Besana
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