Barzanò: affittava case vacanze inesistenti. 33enne finisce a processo per truffa

Il tribunale di Lecco
Tre racconti simili proposti da altrettante persone provenienti da diverse parti d'Italia. È questo lo scenario che si è presentato questa mattina in tribunale a Lecco nell'aula del giudice monocratico Giulia Barazzetta nel corso del procedimento che si è aperto nei confronti di un 33enne residente a Barzanò -assistito dall'avvocato Matteo Curioni del foro di Como- accusato di truffa aggravata.
Il giovane, secondo una tesi accusatoria ancora da confermare, avrebbe postato sul sito Subito.it nell'agosto 2015 una serie di annunci di appartamenti in affitto per la settimana centrale del mese, facendo sì che le povere ignare vittime lo contattassero e gli dessero un acconto per poi...sparire e far perdere le sue tracce. Nonostante abbia preso origine da diverse parti d'Italia, il procedimento penale si è incardinato a Lecco per competenza territoriale in quanto il conto corrente utilizzato quale "salvadanaio" dal presunto truffatore è stato ricondotto ad una carta prepagata attivata presso le poste di Cremella.
La prima persona offesa a sedersi al banco dei testimoni, chiamato dalla pubblica accusa -oggi rappresentata dal Vpo Mattia Mascaro- è stato un 44enne originario del beneventano ma residente in provincia di Cuneo: "ho contattato l'inserzionista perchè io e la mia famiglia volevamo farci qualche giorno di vacanza. La persona che affittava l'appartamento di Spoleto che avevo adocchiato e con cui ho trattato si chiamava esattamente come l'imputato di questo processo e ci siamo accordati per un prezzo di 800 euro per una settimana. Una volta inviatogli la conferma dell'avvenuto bonifico è sparito, rispondendo solo una volta al telefono, prendendomi anche in giro. Non immaginate lo sconforto. Faccio i turni di notte per portare a casa i soldi, avevamo un bambino di un anno all'epoca, non vi nascondo che mi sono messo a piangere". Il giorno dopo il 44enne si è recato nella più vicina stazione dei Carabinieri per sporgere denuncia.
La stessa storia è stata descritta dalla seconda parte offesa chiamata a testimoniare quest'oggi, una 43enne di Terni: "avevo visto l'annuncio sul sito per un appartamento a Cervia per la settimana di Ferragosto, avevamo deciso di fare una vacanza last minute" ha raccontato la teste, "avevo una bambina di due mesi all'epoca e così ho contattato l'inserzionista per avere maggiori dettagli. Mi era sembrato molto sicuro di sé, mi ha anche dato indicazioni di luoghi e ristoranti in cui recarmi. Così, avendo deciso di partire, gli ho fatto un bonifico di 300 euro quale anticipo e poi non ho più avuto risposta, né al telefono né via mail. Poi mi sono recata a sporgere denuncia".
L'appartamento di Cervia ha tratto in inganno anche un altr'altra persona, un 51enne residente a Vicenza: "non avevamo molto budget all'epoca io e la mia famiglia, così per le nostre esigenze avevo trovato l'annuncio dell'appartamento in riviera romagnola. Ho chiamato l'inserzionista e mi ha risposto una donna, che mi ha dato un giorno di tempo per pensarci. Una volta datole la conferma della nostra intenzione di partire, mi ha chiesto di versare un acconto di 250 euro sul conto corrente del marito e che poi avrei dovuto dare il saldo la settimana successiva al mio arrivo a Cervia, dopo la consegna delle chiavi. Abbiamo così caricato la macchina tra bambini e bagagli e siamo giunti in riviera. Arrivati davanti all'appartamento ho chiamato la signora e non ho ricevuto risposta. Abbiamo riprovato più volte nel corso della giornata fino a quando mi ci siamo decisi a suonare ai condomini, i quali mi hanno detto che non vi era alcun appartamento in affitto in quello stabile. Ho provato anche ad andare in agenzia lì vicino ma per il nostro budget non c'era niente disponibile, essendo anche la settimana di ferragosto. Siamo tornati così a casa e il giorno dopo sono andato dai carabinieri a denunciare".
Il processo è stato rinviato al prossimo 24 gennaio per l'audizione dell'imputato e la discussione finale.
B.F.
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