Dolzago: come Lupin compie un furto allo scoccare delle campane ma viene individuato

Ha voluto emulare Lupin compiendo un furto coperto dal suono delle campane ma le tracce di sangue lasciate sul posto assieme a numerosi indizi, le indagini serrate dei carabinieri messe in atto nell'imminenza del fatto e la sua individuazione poche ore dopo, lo hanno fatto crollare ed ammettere di essere il responsabile del furto ai danni del bar dell'oratorio san Giuseppe di Besana Brianza.
Per il giovane, residente a Dolzago e colpevole già di un furto analogo nel 2016 a danno della medesima struttura, è scattata la denuncia per furto aggravato.
I fatti risalgono a sabato sera quando alle ore 21 allo scoccare delle campane un giovane magro, alto circa 185/190 cm, con un giubbino in pelle nero dei New York Yankees, sfonda il vetro della porta d'ingresso del bar dell'oratorio "San Giuseppe" della parrocchia Santa Maria Assunta

Introdottosi all'interno, dopo aver rovistato dietro il bancone e aperto la cassa, asporta tre bottiglie di bibite analcoliche (aranciata, pompelmo e limonata) e si dà a una precipitosa fuga passando dal retro.
In concomitanza dell'evento intervengono sul posto i militari dell'Arma besanese repertano copiose tracce ematiche riconducibili alle ferite che il malfattore si potrebbe essere procurato durante l'accesso.
Nel corso della nottata poi, giunge la chiamata alla centrale operativa dei Carabinieri di Seregno di un soggetto che racconta di esser stato appena rapinato e ferito da tre soggetti di origine magrebina che, dopo aver spaccato una bottiglia di vetro, lo hanno colpito ripetutamente provocandogli profonde ferite alle braccia.
Nella circostanza lo stesso racconta di trovarsi in macchina con uno sconosciuto al quale ha appena chiesto passaggio fino alla propria abitazione di Dolzago.
I militari della stazione di Besana si recano quindi a casa del richiedente, un 21enne con precedenti per vari reati contro il patrimonio e la persona. Dopo aver sentito il superficiale e incongruente racconto, intuendo che si stesse trattando di una storia di copertura del tutto inventata, gli chiedono di ricominciare il racconto dicendo la verità.
Il giovane, che ben conosce quei militari poiché più volte sottoposto a misure cautelari proprio nel territorio besanese, non regge e, scoppiando in lacrime, ammette di essere l'autore del furto aggiungendo di essersi inventato la storia della rapina e di aver atteso di proposito lo scoccare delle ore 21:00 in modo che il rumore delle campane potesse coprire i vetri in frantumi, cosa da lui appresa nella serie TV "Lupin" e messa in atto come emulazione delle gesta di quel noto personaggio.
Collabora così con i militari per ricostruire i fatti consegnando una felpa di colore rosa e un paio di jeans intrisi di sangue e facendo ritrovare il giubbino che aveva abbandonato.

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