No alla Pedemontana: lettera al ministro Cingolani da undici associazioni


Un presidio diffuso per dire NO a Pedemontana. La protesta pacifica era andata in scena nei mesi scorsi senza sortire alcun effetto. E così, preoccupati e delusi dalla spinta che il Ministero della Transizione Ecologica ha dato all'autostrada, diversi gruppi ambientalisti e politici della Brianza, da Meda a Bernareggio, passando per Seveso, Seregno, Arcore e Desio, ma anche Cesano Maderno, Bovisio ed Usmate Velate, hanno scritto a Roberto Cingolani chiedendogli un incontro. Fra loro anche l'associazione Colli Briantei, a tutela dell'omonimo Plis di cui fa parte anche Casatenovo:

 Al Ministro della Transizione Ecologica
Roberto Cingolani Via Cristoforo Colombo, n. 44 00147 - Roma (Italia)
p.c. Presidente del Consiglio dei Ministri Mario Draghi
p.c. Ministro delle infrastrutture e della mobilità sostenibili Enrico Giovannini


Oggetto: A PROPOSITO DELL’AUTOSTRADA PEDEMONTANA LOMBARDA

Gentile Ministro,
ci rivolgiamo a Lei in quanto, in questo Suo compito nuovo e sfidante di Ministro per la Transizione Ecologica, ha purtroppo assunto recentemente un ruolo di rilievo nel far compiere un passo in avanti molto importante al procedimento per il completamento della infrastruttura Autostrada Pedemontana Lombarda.

A sorprendere sono state anche le inusuali motivazioni a sostegno, ampiamente utilizzate da una pluralità di soggetti, istituzionali e non. Un'opera che è classificabile tra quelle appartenenti a una categoria non connotata in sé da elementi innovativi è stata trasformata in un esempio d’intervento meritorio di appartenere alla transizione ecologica di cui tanto si parla e cui sono destinate ingenti risorse.

Siamo associazioni, gruppi ambientalisti e liste civiche della Brianza che da anni sono impegnati sul territorio brianteo per rendere possibile una migliore qualità della vita e di conseguenza ci troviamo a contrastare la scelta di realizzare un’autostrada su questo territorio.
Nel corso di questi anni abbiamo compiuto lo sforzo, analizzando anche la documentazione tecnica, di valutare i pro e i contro della Pedemontana Lombarda.

Di quest’autostrada le tratte A e B1 e le tangenziali di Como e Varese finora realizzate e già in esercizio, hanno comportato l’esborso di 1,2 MLD di denaro pubblico ma le percorrenze sono ben lontane da quelle inizialmente preventivate (22.000 veicoli giorno invece dei 60.000 ipotizzati).

Il bilancio è poi disastroso per l’ambiente con lo sventramento del Bosco della Moronera a Lomazzo, il dimezzamento di quello della Battù a Lazzate e con terreni agricoli distrutti o frazionati. Delle previste compensazioni ambientali, alcune non sono ancora state realizzate, altre sono state ridotte o snaturate rispetto al progetto originale.

La costruzione delle due successive tratte, la B2 e la C (la D è stata temporaneamente stralciata) insisterebbe su un territorio fortemente urbanizzato, con il rischio che comporta l’attraversamento delle aree della B2 ancora contaminate dalla Diossina TCDD del disastro Icmesa del 1976 a Meda, Seveso, Cesano Maderno, Bovisio Masciago e con un progetto di bonifica insufficiente e al risparmio già approvato. Su entrambe le tratte B2 e C, la Pedemontana occuperebbe e distruggerebbe superfici verdi e boscate, anche di pregio e coperte da tutele all’interno di Parchi (PLIS GruBria, Parco Regionale Valle Lambro, PLIS Colli Briantei, PLIS della Molgora e PLIS del Rio Vallone – ora raggruppati nel Pane).

Un disastro per l’ambiente e gli ecosistemi che nessuno può negare e che non si può ignorare se si considera altresì che l’autostrada non produce soluzioni reali ai problemi viabilistici per i quali è stata pensata ormai decenni fa.

Studi e proiezioni tecniche evidenziano che il pedaggiamento di una arteria frequentata prevalentemente per il traffico di breve e media percorrenza comporterà il travaso di questo movimento di auto sul sistema viario locale, esattamente il contrario di quanto viene affermato per giustificare l’avanzamento dell’opera.

Lei, signor Ministro, in un suo libro “Prevenire – Manifesto per una tecnopolitica” affermava testualmente che "la biodiversità è la nostra assicurazione sulla vita", che “il principale nemico della biodiversità è il consumo di suolo", e che "Il volano delle estinzioni è infatti la distruzione e la frammentazione degli habitat".
Ecco, come abbiamo sinteticamente riportato, proprio l’autostrada Pedemontana Lombarda ha già contribuito e con il suo completamento contribuirà ulteriormente a consumare suolo, ad impoverire la biodiversità e i servizi ecosistemici.

Il consumo di suolo incide pesantemente anche sulla perdita di capacità di produzione agricola, così come nel 2020 denunciava la Coldiretti Lombardia: “È di oltre 60 milioni di chili la perdita di produzione agricola stimata in 7 anni a causa del consumo di suolo in Lombardia. È quanto emerge da un’analisi della Coldiretti regionale sugli ultimi dati Ispra, secondo cui si stima che tra 2012 e 2019 in Lombardia il consumo di suolo si sia 2 “mangiato” 43 milioni di chili di seminativi, 20 milioni di chili di foraggere, mentre per oliveti, frutteti e vigneti si sono persi meno di un milione di chili per ognuna di queste tipologie produttive.”

Se le conseguenze della devastazione ambientale e sulle superfici agricole sono di evidente comprensione, l'utilità reale in termini di saldo tra benefici e costi per quanto riguarda il contributo sull'alleggerimento del traffico non trova dunque rispondenza nelle analisi scientifica condotte negli anni, anche alla luce delle modificazioni intervenuti nel campo della mobilità e del trasporto.

Non ci dilunghiamo a contestare la mera natura propagandistica di pessimo gusto, nel definire l'opera come GreenHighway o come prima pietra di un nuovo modello tecnologico di strada del futuro nonché lo sminuirne o addirittura il negarne l’impatto pesantissimo su un territorio che ha invece un bisogno estremo di preservare le aree verdi e libere assediate da cemento e asfalto.

Siamo molto interessati a rilevare come in realtà il progetto Pedemontana sia andato incontro a grandi difficoltà, che hanno rischiato di affossarlo definitivamente, appunto perché è sempre stato ritenuto di scarsa appetibilità per quei soggetti privati che avrebbero dovuto ricoprire un ruolo essenziale nel finanziarne la realizzazione con il Project Financing.

Anche gli ultimi passaggi sul piano finanziario, avvenuti col concorso del suo Ministero, si sono resi concreti solo con l’aumento della quota pubblica delle risorse, mentre di privato si continua a veder ben poco.

D'altronde le recenti opere autostradali realizzate sul territorio lombardo quale la Brebemi, non possono indurre all'ottimismo gli investitori privati, continuando a produrre perdite e non profitti.

Noi associazioni, gruppi e comitati siamo convinti della necessità di imprimere una svolta decisa in direzione di uno sviluppo della mobilità sostenibile, che superi il modello centrato sul trasporto privato su gomma.

Non siamo soli in quest’azione di critica e contrasto dell'infrastruttura autostradale, perché nel corso degli anni l'insofferenza nei confronti dell'antropizzazione e dell'urbanizzazione del territorio è cresciuta e i parametri di valutazione della qualità della vita sono mutati.
Intere comunità del territorio ci sostengono e sempre a livello locale, numerosi rappresentanti d’istituzioni e forze politiche disapprovano e manifestano perplessità verso il completamento della Pedemontana.

E’ dunque anacronistico e segno di un’incapacità in una corretta ed equilibrata gestione del territorio continuare imperterriti a proporre e a realizzare infrastrutture autostradali che il territorio lo divorano, portando per altro nuovo traffico veicolare senza nemmeno risolvere le criticità della locale rete viabilistica.

Certamente simili scelte si pongono fuori della tanto evocata “transizione ecologica”, obiettivo che il suo Ministero dovrebbe perseguire con impegno e costanza.

Per esporre tutte queste ragioni noi Le chiediamo un incontro con la convinzione che sia ancora possibile e utile un confronto tra posizioni differenti e anche opposte, perché dobbiamo essere consapevoli che è dovere della comunità non solo cercare di rimediare ai danni all'ambiente già prodotti dall'azione dell'uomo, ma anche evitare che nuovi danni vengano causati da opere non necessarie e capaci di sottrarre risorse ad altri più utili impegni ed investimenti, ben più evidentemente collocabili nel campo della transizione ecologica.

Monza e Brianza 12-10-2021


Le Associazioni, i gruppi ambientalisti, le liste civiche:
Associazione Colli Briantei (MB)
Alternativa Verde Desio (MB)
Legambiente circolo Gaia Usmate e Velate (MB)
Legambiente circolo Laura Conti -Seveso (MB)
Legambiente Seregno aps –Seregno (MB)
Seveso Futura -Seveso (MB)
Coordinamento No Pedemontana (MB)
Comitato Ambiente Bovisio Masciago (MB)
Casa della Sinistra Seregno (MB)
Sinistra e Ambiente Meda (MB)
Impulsi Sostenibilità e Solidarietà Meda (MB)


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