La mostra ''Noi Artemisia'' dal 15 sarà allestita in tribunale a Lecco
Dopo le tappe del 2021 a Ello, Dolzago e Molteno la mostra approda al Tribunale di Lecco, dove le opere delle Artiste rimarranno esposte dal 15 al 20 novembre.
L'esposizione era nata nel 2019 su "progetto" di Elena Ornaghi, dopo gli allestimenti di Oggiono (mostra per le vie del paese), Alserio, Valmadrera e Molteno, l'itinerario si era interrotto a causa dell'emergenza Covid.
Al progetto artistico partecipano attualmente 35 artiste del circondario, che hanno deciso di affrontare il tema della violenza sulla donna attraverso la pittura, toccandone ogni sfumatura.
Due sono i fili che legano le opere esposte: la figura della pittrice Artemisia Gentileschi che fu vittima di violenza e l'altro filo conduttore è il colore giallo, colore centrale e chiave presente nelle opere di Artemisia Gentileschi nel periodo del processo.
Il colore giallo è il veicolo prescelto per comunicare visivamente tutto ciò che è legato alla violenza e alla discriminazione nel corso della storia.
Il giallo, quindi, è stato ripreso dalle artiste nelle loro opere.
Artemisa Gentileschi, pittrice nata a Roma nel 1593 e morta a Napoli nel 1655, di scuola caravaggiesca e icona della lotta alla violenza sulle donne, intentò il processo contro il suo stupratore, portando avanti una battaglia per la verità, condotta senza paura e con incredibile tenacia, con la certezza dei propri mezzi espressivi in un mondo terribilmente misogino, quale era l'ambiente artistico nel ‘600.
Proponendo la sua arte con abilità e con sicurezza, manifestò la volontà di non rinunciare ad esprimere la propria femminilità e la cura per la propria famiglia.
La curiosità intellettuale la spinse a vivere e lavorare nelle più importanti città dell'epoca.
E' affascinante ed al tempo stesso drammatico, poter notare come le opere di Artemisia Gentileschi riflettano la vicenda processuale, cui fu sottoposta, e la sua evoluzione emotiva nella vicenda, evidenziando come la violenza subita si sia consumata all'interno della dimensione familiare, come spesso accade oggi.
Promuovere le pari opportunità, contrastare la violenza sulle donne, gli stereotipi di genere e ogni forma di discriminazione e sopruso è il compito del Comitato per le Pari Opportunità.
Il CPO dell'Ordine degli Avvocati e delle Avvocate di Lecco ha accolto la proposta del Circolo Tenchio con straordinario entusiasmo per favorire una vera cultura della parità nel luogo simbolo della lotta e difesa dei diritti.
Iniziativa peraltro condivisa con due Istituti superiori della provincia di Lecco, ISS Bachelet di Oggiono e ISS Medardo Rosso di Lecco con una campagna di sensibilizzazione e comunicazione attraverso la realizzazione e mostra al Palazzo di Giustizia di elaborati artistici a cura degli studenti e delle studentesse, ispirati ai sentimenti conseguenti o legati alla violenza (il dramma, la rabbia, la richiesta di aiuto, la reazione, la rinascita).
Un impegno che continua al fianco delle tante realtà che sul territorio si attivano per rispondere ai bisogni e cogliere le opportunità di cambiamento. Fare rete significa, infatti, valorizzare e moltiplicare energie, idee, progetti, con ricadute capillari.
Per contrastare la violenza è necessario promuovere azioni finalizzate al cambiamento socio-culturale per eliminare pregiudizi e superare modelli stereotipati dei ruoli.
L'impegno del CPO di Lecco è di lavorare nelle scuole sulla prevenzione della violenza che trova forza negli stereotipi e nei meccanismi culturali diffusi.
Lavorare cioè anche con le adolescenti e gli adolescenti con l'obiettivo di favorirne la crescita, considerando il "genere" come apprendimento necessario, di sé, degli altri e delle altre, della visione del mondo. Convinto che l'educazione al rispetto di sé e la cura delle relazioni tra pari, costituiscono le basi sicure per la formazione di nuove generazioni, pronte a costruire una società che promuove una cultura di genere non-sessista e paritaria.
In un percorso di forte coinvolgimento umano, prima ancora che culturale, si aggiunge in questo periodo anche il dramma delle donne afgane e il nostro pensiero va anche a loro, le donne di Kabul, vittime della repressione.
"Ai loro visi che saranno ricoperti, ai loro occhi che saranno spenti,
ai loro corpi che saranno violentati, alle loro anime che saranno imprigionate.
Il nostro pensiero va a loro, vittime predestinate, designate.
Va alla loro intelligenza che verrà offesa, deturpata, estirpata.
Va alla loro voglia di libertà, alla loro voglia di vita.
Il nostro pensiero è per loro,
per le donne di Kabul"
Per il Circolo Culturale Angelo Tenchio
Dario Ripamonti
Per il CPO dell'Ordine delle Avvocate e degli Avvocati di Lecco
La Presidente
Avv. Monica Rosano