Rogoredo: edificio più alto del dovuto di 8 centrimetri? Imprenditore e archietto a giudizio
Violazione del codice dei beni culturali e del paesaggio e abusivismo edilizio: è questa l'ipotesi di reato che ha trascinato a giudizio l'imprenditore edile Gianni Sassella e l'architetto Ildefonso Ghezzi, entrambi difesi di fiducia dall'avvocato Umberto Grella del foro di Monza e dal collega Nicola Delillo del foro di Milano.
Al titolare dell'impresa edile Sassella Srl (classe 1964) e al suo progettista (classe 1954) vengono contestati in particolare 8 centimetri di spessore in più del consentito nel tetto di un edificio residenziale a Rogoredo, frazione di Casatenovo. Almeno questo è la contestazione mossa dall'Ufficio tecnico del Comune di Casatenovo, che l'anno scorso aveva presentato un esposto nei confronti dei due presso la Procura della Repubblica di Lecco.
Non è la prima volta che la vicenda finisce all'attenzione di un tribunale: lo scorso anno i condomini avevano presentato ricorso al TAR, impugnando l'ordinanza di demolizione del tetto emessa nel 2020 dalla responsabile dell'ufficio urbanistica.
Questa mattina presso il palazzo di giustizia lecchese, in sede di questioni preliminari, il penalista Delillo ha eccepito la nullità del decreto di citazione a giudizio perchè parte integrante del documento (costituita dall'ordinanza del Comune di Casatenovo, che descrive i fatti in capo d'imputazione) sarebbe stata illeggibile.
Non accolta l'eccezione dal giudice in ruolo monocratico Gianluca Piantadosi, che ha dapprima riscontrato il medesimo problema all'interno del proprio fascicolo e ha quindi disposto la ristampa del documento leggibile in possesso del pubblico ministero per tutte le parti.
Si torna nuovamente in aula l'8 aprile 2022 per le incombenze di prima udienza.
Al titolare dell'impresa edile Sassella Srl (classe 1964) e al suo progettista (classe 1954) vengono contestati in particolare 8 centimetri di spessore in più del consentito nel tetto di un edificio residenziale a Rogoredo, frazione di Casatenovo. Almeno questo è la contestazione mossa dall'Ufficio tecnico del Comune di Casatenovo, che l'anno scorso aveva presentato un esposto nei confronti dei due presso la Procura della Repubblica di Lecco.
Non è la prima volta che la vicenda finisce all'attenzione di un tribunale: lo scorso anno i condomini avevano presentato ricorso al TAR, impugnando l'ordinanza di demolizione del tetto emessa nel 2020 dalla responsabile dell'ufficio urbanistica.
Questa mattina presso il palazzo di giustizia lecchese, in sede di questioni preliminari, il penalista Delillo ha eccepito la nullità del decreto di citazione a giudizio perchè parte integrante del documento (costituita dall'ordinanza del Comune di Casatenovo, che descrive i fatti in capo d'imputazione) sarebbe stata illeggibile.
Non accolta l'eccezione dal giudice in ruolo monocratico Gianluca Piantadosi, che ha dapprima riscontrato il medesimo problema all'interno del proprio fascicolo e ha quindi disposto la ristampa del documento leggibile in possesso del pubblico ministero per tutte le parti.
Si torna nuovamente in aula l'8 aprile 2022 per le incombenze di prima udienza.
F.F.