Se milioni di alberi vi sembrano pochi!

Commentare il deludente andamento delle conferenze Cop 26 di Glasgow e G20 di Roma potrebbe sembrare a prima vista un puro esercizio retorico e consolatorio di chi difficilmente può direttamente e concretamente influire sulle miopi scelte a livello planetario.
Ma la crescente consapevolezza di chi, a partire dalle giovani generazioni, ne subirà le conseguenze rappresenta già un indicatore di concreto cambiamento. Un cambiamento che si nutre certamente di sensibilità planetarie ma al contempo non potrà non misurarsi anche su ciò che è possibile fare, già da ora, anche localmente.
Infatti l'importanza di perseguire virtuosi e coerenti comportamenti personali non può essere disgiunta anche da una capacità di discernimento circa la congruità delle politiche strutturali concretamente messe in campo, a partire da quelle pubbliche.
Come non pensare allora alla traduzione anche a livello locale di quello che sembra essere uno dei pochi elementi positivi condivisi nelle conferenze planetarie : l'ineludibile urgenza di rivedere in termini accelerativi gli obiettivi per il 2030 previsti dai precedenti programmi sottoscritti.
E quindi, similmente, come non pensare a rimettere in discussione in primis il piano di dismissione dell'inceneritore di Valmadrera, oltretutto interamente ed esclusivamente di proprietà di enti pubblici locali ?
Al di là di ogni possibile altra considerazione basterebbe ricordare che questo forno brucia-rifiuti rappresenta una delle maggiori fonti emissive provinciali di CO2 e che l'azzeramento di tali emissioni relative ad ogni singolo anno sarebbe orientativamente equivalente all'effetto benefico prodotto dalla piantumazione di circa 20 milioni di alberi (circa 120 milioni di kg di CO2 annuali : 6 kg circa annuali per albero).
Non sarebbe quindi sensato, per chi volesse realmente perseguire una seria lotta ai cambiamenti climatici, prevedere perlomeno una chiusura la più anticipata possibile del termine previsto per il 2032 (peraltro già con seri dubbi sul suo effettivo rispetto) ? E magari già procedendo allo spegnimento di una delle attuali 2 linee, visto che la metà circa dei rifiuti bruciati provengono da altre provincie ?
Occorrerebbe in contemporanea accelerare percorsi virtuosi, già parzialmente intrapresi, di recupero a vario titolo della componente riutilizzabile del rifiuto. Un modello che consentirebbe anche ritorni salutistici, occupazionali e così pure economici. E nel contempo rivedere, perlomeno nella parte legata al forno inceneritore, il mega progetto di teleriscaldamento.
Questi sarebbero obiettivi anacronistici per chi si dichiara sensibile alla questione climatica e ambientale che, a detta di tutti, rappresenterebbe una priorità tanto quanto quella pandemica ?
Mi rivolgo quindi, oltre che ai nostri sindaci ed ai relativi consigli comunali, alle molte associazioni territoriali sia ambientali che civiche perché non rinuncino a far sentire ulteriormente la propria voce contribuendo a tradurre concretamente anche a livello locale uno sforzo di riconversione virtuosa.
Ma soprattutto mi rivolgo ai tanti giovani che meritoriamente e anche localmente si stanno battendo per un concreto miglior futuro, che non potrà essere tale se prevarranno inerzie e attendismi vari spesso dettati anche da preminenti tornaconti economici.
Occorre quindi, se si vuole essere concreti, agire a più livelli unendo il locale al globale. Come anche il saper misurare le "buoni intenzioni" col metro dei percorsi effettivi di radicale cambiamento. Altrimenti sarebbero, come dice la Thumberg, solo dei bla, bla, bla ...
Germano Bosisio
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