Casatenovo: il consiglio approva il ripiano di 440mila € per il disavanzo di Retesalute. Contrari i due gruppi di opposizone
A sinistra Fabio Crippa, capogruppo di Persone e Idee per Casatenovo
Crippa ha affermato che Casatenovo non ha mai smesso di credere nell'azienda che ha ''sempre erogato servizi efficaci ed efficienti. Abbiamo dato ampio credito alla necessità di intervenire in suo sostegno, anche quando le difficoltà hanno iniziato ad evidenziarsi''. A questo proposito l'esponente di Persone e Idee ha ricordato che la necessità di estendere il proprio raggio di azione al territorio caratese ''avrebbe permesso di raggiungere economie di scala importanti e noi avevamo sostenuto questa iniziativa''.Ultimo a destra il consigliere Marcello Paleari di Più Casatenovo
''Casatenovo si è subito detto disponibile ad assumersi il proprio carico di debito, ma le cose sono precipitate rapidamente. E' iniziato l'esodo di personale che dalla metà 2020 si è dimesso. Un vero stilicidio con 25 unità su 82 che hanno lasciato Retesalute: il 30% della forza lavoro, con anche figure apicali ed intermedie. Questo ha messo l'azienda in difficoltà''.
Poi Crippa è arrivato al capitolo della messa in liquidazione. Anche in questo caso il capogruppo di maggioranza ha specificato che si trattava di un'ipotesi non condivisa inizialmente da Casatenovo, che avrebbe preferito il solo ripiano del debito, alla quale tuttavia il Comune si è adeguato ''per mantenere il più possibile unità e per garantire solidità dell'azienda, che è pubblica. Abbiamo dunque accettato anche la messa in liquidazione, ribadendo però la necessità di riportarla in piena attività proprio perchè l'azienda serve ai nostri cittadini, soprattutto ai più fragili''.
L'assessore ai servizi sociali Gaetano Caldirola
Nel chiudere il proprio intervento, Crippa ha sottolineato però che la nuova azienda dovrà dare un forte senso di rilancio, escludendo chi ha operato negli ultimi CdA ''per ricostruire da zero una macchina gestita con grande difficoltà''.
Il segretario generale dr.Giuseppe Mendicino
Al centro il revisore dei conti dr.Zucchelli
Una ricostruzione condivisa dal revisore dei conti dr.Stefano Zucchelli che ha ravvisato la necessità di porre l'azienda in liquidazione per via delle perdite che si sono registrate per più di quattro anni consecutivamente e per accertare eventuali responsabilità civili e penali da parte di un collegio. ''Nessuno ha rubato nulla, ma si è narcotizzato il bilancio per arrivare ad una situazione di eventuale pareggio, senza segnalare le grosse difficoltà che si sono palesate poi'' ha puntualizzato, specificando che a suo avviso a livello tecnico per Casatenovo ''non si tratta di un debito fuori bilancio''. Una strada quest'ultima che hanno deciso di intraprendere molti altri comuni chiamati a deliberare proprio in questi giorni.
A destra Christian Perego del Movimento Cinque Stelle
E' toccato poi al consigliere Christian Perego del Movimento Cinque Stelle dare il proprio parere sulla delibera, ripercorrendo in breve il percorso condotto dal Comune nell'ambito della spinosa questione che riguarda l'azienda speciale. L'esponente dell'opposizione ha anticipato il proprio voto contrario al ripiano del disavanzo: ''ero convinto che ci fossero tutti i pareri favorevoli dei responsabili ed effettivamente così, ma leggendo bene fra i documenti ho notato che la Procura della Repubblica sta ancora indagando su questa situazione. Come consiglieri comunali ci assumiamo un rischio importante e ne sono parecchio perplesso. Non riesco a farlo vedendo scritto questa cosa nero su bianco. Potrebbero esserci anche dei risvolti di tipo penale''.
A chiudere gli interventi, quello del sindaco Filippo Galbiati che non ha nascosto le difficoltà degli ultimi mesi. ''I pareri tecnici, disparati e spesso discordanti, spesso non hanno aiutato gli amministratori a seguire un percorso sereno'' ha detto il primo cittadino. ''Si tratta di una decisione meramente politica per sostenere l'azienda e di cui noi siamo sempre stati convinti perchè Casatenovo non avrebbe mai potuto fare altre scelte. L'ambito ottimale per l'erogazione dei servizi sociali è proprio come quello meratese per dimensioni e il nostro Comune non ne può fare a meno perchè non è una città''. Galbiati ha richiamato la legge 328 del 2000 coniata dall'allora ministro Livia Turco che ha rivoluzionato il sociale e l'erogazione dei servizi a livello locale. ''Ora stiamo tornando ad una logica assistenziale diversa, senza una progettualità. E' invece importante che il Comune si metta in rete con l'ambito, con la comunità che sta attorno e qui nel meratese cioò si è avverato negli anni scorsi grazie a Retesalute. Questo è il motivo politico per cui Casatenovo deve stare in questa azienda riconoscendo quanto l'azienda di buono ha fatto negli anni scorsi''.
L'assessore Marta Comi e il sindaco Filippo Galbiati
Il primo cittadino si è poi lanciato in un ''mea culpa'': ''noi comuni non siamo stati in grado di sostenere negli anni l'azienda come avremmo dovuto. In questa storia io sono responsabile, la politica è stata responsabile e proprio per questa ragione la politica deve avere il coraggio di dire e di riconoscere la propria responsabilità, nessuno escluso. Noi siamo sempre stati incalzanti e non solo in questa sede e lo saremo sempre, perchè in Retesalute abbiamo sempre creduto''.
Spazio quindi alla votazione con parere contrario su entrambi i punti all'ordine del giorno - variazione delle dotazioni e ripiano del disavanzo - da parte dei tre consiglieri (era assente Barbara Beretta ndr) del gruppo Più Casatenovo e del Movimento Cinque Stelle sul secondo punto.