Elezioni provinciali: la palla nelle mani dei 'civici'. L'asse Merate-Casate ormai è rotto
Villa Locatelli, sede dell'ente Provincia
Oggi il Meratese è rappresentato da Fiorenza Albani, assessore della Giunta Panzeri, in quota a Libertà e Autonomia, la corrente di centrodestra capeggiata da Mauro Piazza, recentemente trasferitosi da Forza Italia alla Lega con il malcelato obiettivo di trovare i voti necessari per la rielezione nel Consiglio regionale, più vicino a Lecco e remunerativo tanto quanto un seggio a Roma.
Il Casatese, invece, è rappresentato da Bruno Crippa, vice presidente, sindaco di Missaglia in quota a" Provincia Insieme", cioè al Partito Democratico.
A dirla tutta non si ricordano interventi degni di nota da parte del consigliere Albani né interventi di rilievo dell'Ente provincia, competente su strade, scuole e tanto altro, nel Meratese. Ma nemmeno nel Casatese.
La realtà è che il territorio è poco rappresentato nonostante Merate sia la seconda città della provincia. Con lungimiranza politica Massimo Panzeri avrebbe dovuto mantenere solida l'alleanza con Filippo Galbiati allacciata anni fa dal suo predecessore Andrea Massironi. Ma così non è stato. La prima - drammatica - prova della fine dell'alleanza lo si è vista nel caso Retesalute, società pubblica al 100% intestataria dei servizi alla persona, ormai in liquidazione volontaria. Con Massironi alla presidenza dell'assemblea dei soci questo non sarebbe mai accaduto, stante l'appoggio di Galbiati che è anche presidente dell'assemblea dei sindaci dell'Ambito distrettuale. Pur capace nella gestione dei lavori pubblici e nella programmazione delle attività comunali, Panzeri è troppo in filiera con i vertici leghisti forse per l'ambizione di andare pure lui al Pirellone. E ciò gli impedisce di agire in autonomia e nell'esclusivo interesse del territorio.
A questo punto il gioco è nelle mani di Antonio Rusconi, che di politica, inutile negarlo, se ne intende. Eccome. Con i suoi amici di Italia Viva, quale, a puro titolo di esempio, Stefano Motta di Calco, è in grado di ottenere tre dei dodici consiglieri provinciale. Altri quattro potrebbero andare al centrodestra che i termini di "millesimi" - così si "pesano i voti dei singoli comuni - risulta ancora inferiore al centrosinistra, soprattutto considerando il capoluogo. Gli altri cinque, quindi, andrebbero alla formazione di centrosinistra/PD, comunque si chiami.
Il "pallino" per decidere al di là della la presidenza, è quindi nelle mani di Rusconi e della formazione dei ''civici''. Che secondo alcuni terrà libere nella contesa tra Alessandra Hofmann proposta dal centrodestra e Marco Passoni, del PD, proposto/imposto dall'on. Gian Mario Fragomeli. Ma in Aula saranno i suoi uomini a condizionare ogni decisione. E per la proprietà transitiva aumenterà il suo peso specifico anche nelle municipalizzate Silea e Lario Reti Holding. La titubanza di alcuni consiglieri "Civici" a votare Passoni potrebbe finire per favorire la sindaca di Monticello (la quale, del resto, non nasconde il desiderio di diventare presidente di provincia) grazie proprio ai voti di qualche consigliere dell'area "civica".
Il centrodestra oggi conta su due consiglieri piuttosto quotati, Mattia Micheli di Abbadia e Matteo Manzoni, sindaco di Crandola Valsassina.
Merate chi candiderà? Per il centrodestra Albani probabilmente no, forse, si dice, Giuseppe Procopio che sinora non è mai uscito dal perimetro comunale. Per i "Civici" di Rusconi il candidato pressoché certo è Giovanni Ghislandi già sindaco di Imbersago per dieci anni. Il centrosinistra deve mettere in campo una donna, il problema della parità di genere, peraltro è un po' di tutti.
Le liste possono essere presentate fino al 27, grazie a una proroga.
Come finirà? Marco Passoni potenzialmente ha le migliori possibilità di essere eletto presidente. I votanti hanno due schede, una per il presidente e l'altra per la lista. Si tratterà di vedere quanti consiglieri comunali andranno a votare, ma quasi certamente lo faranno quelli dei comuni il cui peso millesimale è maggiore. Senza accordi - e ormai pare tardi per sottoscriverne - la Brianza resterà ai margini di Villa Locatelli. Purtroppo le fucine politiche di Merate e Casatenovo che hanno espresso personaggi di grande spessore sono spente. E i risultati, dal disastro Retesalute al feroce ridimensionamento del Mandic fino alla irrilevanza in Provincia, sono drammaticamente evidenti.