Garbagnate: azienda non pagò i contributi ai suoi dipendenti, Sangiorgio a processo

Il tribunale di Lecco
"La società non ha mai avuto un conto corrente. Venivano redatti i cedolini paga - per i 10-12 dipendenti - predisponendo anche il modello F24 ma non è poi stato pagato alcun contributo INPS, INAIL, cassa edile e le imposte in qualità di sostituto. Mai. Dalla costituzione nel 2009 in poi". Questo il passaggio fondamentale della deposizione resa questa mattina in Tribunale dalla dottoressa Mara Rusconi, curatore fallimentare della SKL Immotrade Italy srl, realtà con sede legale a Sirtori presso lo studio di un commercialista, dichiarata "estinta" dai giudici nel luglio 2015 su istanza di due ex lavoratori.
A giudizio, al cospetto del collegio presieduto dal dr. Paolo Salvatore con a latere i colleghi Martina Beggio e Gianluca Piantadosi, quale supposto amministratore di fatto dell'impresa - che in sostanza non aveva commesse proprie ma forniva manovalanza ad altre società edili - vi è Omar Sangiorgio, classe 1973, della storica famiglia di costruttori in attività a Garbagnate Monastero. E proprio a Garbagnate Monastero, alla sede della Ciesic, in via Provinciale, venne invitata a chiedere spiegazioni la curatrice, dopo un primo colloquio con l'amministratore di diritto della SKL, che "poco sapeva" della società. Lì parlò con Sangiorgio poi "tirato in ballo", nell'ambito di un procedimento civile intentato contro Ciesic per un pagamento dovuto alla fallita, anche da alcuni dipendenti quale il soggetto che impartiva loro le direttive. Un ruolo confermato in Aula, quest'oggi, anche da due ex lavoratori, assunti, per un breve lasso di tempo da SKL ma poi distaccati sui cantieri - prevalentemente stradali, lungo la ss36 - di altre imprese. "Il principale era Omar Sangiorgio" ha detto un operaio. "Il mio punto di riferimento era Sangiorgio" ha confermato un ex caposquadra. "Era come il mio datore di lavoro" ha aggiunto, spiegando di essere passato sotto SKL e successivamente sotto altra realtà sempre su richiesta dell'imputato. Non è invece riuscito a precisare, su richiesta del sostituto procuratore Paolo Del Grosso, da quale impresa provenissero gli assegni percepiti come paga. Per la curatrice direttamente dalle imprese che si servivano del personale della SKL, con la Ciesic quale cliente principale. Venivano saldate le spettanze per le maestranze ma... non i contributi.
703.000 euro il passivo complessivo di SKL al fallimento, di cui 695.000 euro proprio per tali mancate corresponsioni e la restante quota parte per il TFR non percepito da alcuni dipendenti.
Bancarotta fraudolenta (per distrazione) l'ipotesi di reato ascritta a Sangiorgio, non presente in Aula e rappresentato dall'avvocato Fabrizio Consoloni.
Il 10 febbraio avrà la possibilità di raccontare la propria verità.
A.M.
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