Casatenovo: estratti conto spariti? A giudizio il patron di Vismara
La Vismara Spa di Casatenovo
Il legale rappresentante del salumificio Vismara Spa di Casatenovo, classe 1960, non avrebbe mostrato agli agenti accertatori dell'Agenzia delle Entrate due estratti conto bancari del 2017 al fine (presunto) di evadere le imposte sui redditi e sull'Iva per quell'anno.
A questo proposito sono stati sentiti come testimoni due dipendenti della direzione provinciale lecchese dell'Agenzia delle Entrate, che dal giugno 2019 - periodo in cui l'azienda era stata ammessa al concordato preventivo - hanno effettuato delle verifiche fiscali nello stabilimento di Cascina Sant'Anna.
Dopo essersi imbattuti in un credito della Vismara nei confornti di una società lussemburghese di più di 38 milioni di euro, gli agenti accertatori avrebbero trovato nel libro giornale dell'azienda alcune contropartite, tra cui due giroconti effettuati a Veneto Banche e Credito di Romagna.
Dai conti correnti dell'azienda casatese sarebbero usciti 6 milioni e 700 mila euro per Veneto Banche e 1 milione e 600 verso Credito di Romagna, ma, nonostante le diverse richieste di produrre loro i documenti relativi ai giroconto, gli agenti dell'Agenzia delle Entrate non avrebbero mai potuto prenderne visione. "Ci hanno messo a disposizione dal primo giorno tutte le documentazioni eccetto gli estratti conto delle operazioni ai due istituti di credito" ha dichiarato una testimone rispondendo alle domande del Vpo Pietro Bassi. "Abbiamo atteso fino ad ottobre. Abbiamo dato loro tutto il tempo possibile ed immaginabile anche perchè c'era il problema che la sede si trova a Casatenovo, mentre tutta la documentazione era in Emilia... ma ad oggi non sappiamo se quei soldi siano usciti davvero dai conti dell'azienda e verso di chi".
"Di solito quando concludiamo una verifica siamo certi di aver visto tutto" ha detto un collega. "La società più volte si è impegnata a produrre al più presto la documentazione relativa, però non ha mai fornito gli estratti conto".
È stato infine sentito come testimone della difesa (rappresentata dall'avvocato Giulio Garuti del foro di Modena) uno dei commercialisti che ha seguito la procedura di concordato preventivo: "il mio studio non ha riscontrato alcuna anomalia nella contabilità della società" escludendo risvolti dal punto di vista fiscale. ''Gli estratti conto non c'entrano nulla con la determinazione contributiva'' ha quindi concluso. ''A mio avviso non possono essere considerate scritture contabili obbligatorie e che quindi debbano essere conservate''.
L'istruttoria dovrebbe esaurirsi già con l'escussione, nell'udienza del 13 maggio, di altri due testimoni e con l'esame dell'imputato.
F.F.