Oggiono, Bachelet: una panchina rossa per ricordare l'importanza di diritti e libertà
''L'obiettivo del nostro istituto oltre che quello formativo è educare e sensibilizzare tutti i nostri studenti sulla necessità di opporsi e lottare contro questo straziante fenomeno e richiede l'impegno di tutta la scuola, che da sempre è un luogo preposto al rispetto delle regole e soprattutto alla tutela dei diritti, voglio che i miei ragazzi siano sempre più sovversivi. Importante è anche la costruzione di relazioni sane e positive e per farlo bisogna costruire un background culturale corretto, che sicuramente in questa scuola cerchiamo di dare. L'obiettivo è la capacità di sapersi confrontare in maniera idonea, saper esprimere le proprie emozioni, e lavorare affinché tutti siano liberi di realizzarsi senza limiti di sesso e violenza. La panchina contribuirà a lasciare questo seme nella mente delle persone sperando che porti a grandi frutti'' ha detto la dirigente Anna Panzeri.
L'avvocato Monica Rosano è intervenuta poi con una riflessione: "La panchina è un'iniziativa istituita nel 2016 come forma di visibilità per non dimenticare le vittime e per far si che chi ci cammina vicino colleghi il significato e rifletta. Questa è una guerra, è una pandemia è un problema reale in cui bisogna agire. Non serve istituire panchine, giornate sulla violenza se poi non si interviene, ed è incredibile che esista addirittura una giornata nel 2021 per eliminare la violenza, dovremmo essere avanti. Invece di migliorare la situazione sta peggiorando con un aumento dell'8% dal 2020 e non possiamo più accettarlo. Ringrazio tutti i docenti aperti a questa tematica e chiunque ha contribuito alla realizzazione di questa giornata nell'Istituto''.
Queste le voci di donne che regalano speranza e voglia di lottare contro questo sistema e questa società che non dà l'opportunità di essere libere e spesso non supporta in situazioni di violenza, per questo è necessario che tutti lottino questa battaglia, donne accompagnate da uomini che le sostengano e non che le giudichino o che alzino le mani.
Bisogna intervenire fin dall'educazione nell'età infantile in famiglia, gettare le basi per un'educazione alla parità e al rispetto di genere, non insegnando a una ragazza come deve vestirsi e a quanto stare attenta ma insegnando ai figli maschi a rispettare l'altro sesso.
Il femminicidio è la punta dell'iceberg di qualcosa che è radicato nella nostra società di stampo patriarcale ed è la manifestazione dell'estrema violenza di genere che coincide con la cancellazione della donna. Questo significa che le vittime di femminicidio muoiono tutte per la stessa ragione che non è troppo amore, gelosia, follia bensì muoiono in quanto donne che si rifiutano di sottostare al possesso. I numeri salgono, i casi aumentano, sempre più donne muoiono.
Per contrastare questo fenomeno bisogna rivoluzionare la cultura sessista e unire tutte le forze in vista di un futuro migliore basato sulla parità in cui chiunque si senta libero.