I racconti di Angelo Galbusera/3: le foglie danzanti accendono i loro migliori colori

Terzo appuntamento con la rubrica dialettale a cura del casatese Angelo Galbusera. Dopo il primo componimento dedicato alle farfalle e a quello sul pollaio, oggi ospitiamo il terzo testo dedicato ancora una volta ad un simbolo di questa stagione che sta per volgere al termine: le foglie. E come sempre l'osservazione della natura che ci circonda diventa ispirazione e pretesto per una riflessione su noi stessi.

Molto attivo in ambito parrocchiale, amante della pittura e del teatro amatoriale, Angelo ha sempre avuto una particolare cura per le sane tradizioni popolari e per la lingua madre: il dialetto. Strenuo difensore della natura, ha inoltre instaurato da anni un ottimo rapporto con l'associazione ''Sentieri e Cascine'' che è diventata la sua ''casa editrice'' perché pubblica sul suo sito e sui social, i suoi racconti, i suoi sonetti e le sue poesie, rigorosamente in dialetto brianzolo, quello locale, tramandato di generazione in generazione.

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Vi proponiamo dunque la terza puntata di questo ''viaggio'' dialettale che Angelo e l'assocazione hanno voluto condividere con i nostri lettori, accompagnata anche dalla versione in lingua italiana, per sorreggere la comprensione o semplicemente per gustare meglio il testo:

FEUJ (FOGLIE)

Introduzione dell'autore:

L’autunno è generoso e ci regala numerosi frutti gustosi: uva, castagne, melagrane, noci, nocciole, funghi… È anche la stagione delle foglie danzanti che, per salutarci serenamente, accendono i loro colori migliori.
E si fa strada la quiete, il silenzio, la riflessione, ma anche la melodia e cresce la nostalgia per chi non è più ma ci accompagna, per ricordarci momenti di vita, di condivisione, di tenero affetto.
E rinasce infine l’entusiasmo per le aspirazioni ed i progetti non attuati. E come l’alpinista afferma di essere anche le montagne che non ha scalato, così noi siamo consapevoli di essere anche i desideri che non abbiamo realizzato.

3/continua...

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