Colle B.za: padre e figlio aggrediti fuori da casa cinque anni fa. A processo un 36enne

Il tribunale di Lecco
Pugni e calci a causa di una presunta diatriba per la disputa di un terreno. L'episodio avvenuto il 2 giugno 2016 a Colle Brianza è stato al centro dell'udienza svoltasi stamani in tribunale a Lecco al cospetto del giudice in ruolo monocratico Giulia Barazzetta.
Unico imputato Moreno Giardina: sarebbe stato il calolziese classe 1986 - secondo il quadro accusatorio sostenuto dalla Procura e ancora tutto da provare - ad aggredire padre e figlio residenti nel piccolo comune del Monte di Brianza, insieme ad altre persone. Quattro in totale quelle identificate, fra le quali Salvatore Parisi (nel frattempo deceduto) e i due figli Kevin e Benedetto. Se il primo ha già chiesto la messa alla prova, per il fratello a causa di un errore di notifica, gli atti sono stati restituiti all'ufficio del pubblico ministero e si tornerà in aula con il prossimo anno.
Stamani al vaglio c'era invece la posizione di Giardina che i due coinvolti - chiamati a testimoniare ma non costituitisi in giudizio - hanno riconosciuto (anche se non con totale sicurezza) quale autore del pestaggio rimediato più di un lustro fa, confermando sostanzialmente la versione resa ai carabinieri della stazione di Oggiono, competente per territorio. Anche se i cinque anni nel frattempo trascorsi, hanno reso i ricordi non così nitidi come è naturale che sia.
Il padre, classe 1959, ha riferito di essere stato chiamato quel tardo pomeriggio di giugno dal vicino Salvatore Parisi, per parlare della questione che li contrapponeva. ''Gli avevo chiesto di entrare in casa, ma di fronte alla sua insistenza sono uscito passando dal garage: a quel punto subito sono stato aggredito'' ha raccontato la vittima, riferendo di aver riconosciuto anche Benedetto, accompagnato da uno sconosciuto, mentre l'altro figlio di Parisi sedeva in auto. ''Quando mio figlio è intervenuto per aiutarmi, prendendosi lui i calci e i pugni, sono riuscito a rientrare nel garage, ho preso la prima cosa che mi è capitata in mano, il manico di un badile''. Qualche minuto più tardi poi, gli aggressori si sarebbero dileguati.
Una versione confermata dal figlio 27enne, i cui ricordi sono apparsi più chiari soprattutto quando si è trattato di riconoscere l'imputato quale presunto aggressore. ''Quel giovane - ha detto riferendosi a Giardina, presente in aula accanto al suo difensore - mi ha puntato contro un teaser. Poi Salvatore Parisi è tornato verso la sua auto, ha aperto il bagagliaio, ha afferrato un'ascia, o un machete, non saprei dire, ed è tornato a minacciarmi mentre gli altri continuavano a picchiarmi".
I due collesi a seguito delle botte rimediate, erano stati poi accompagnati in pronto soccorso e dimessi con una prognosi di qualche giorno dopo gli accertamenti di rito.
Escussa stamani anche la sorella e figlia delle due parti offese, che in quegli istanti stava studiando in casa. A richiamarla le urla che provenivano dall'esterno. ''Mi sono precipitata fuori e ho trovato mio padre a terra, con il volto coperto di sangue. Più in là altre persone stavano picchiando mio fratello''.
A completare le deposizioni, quelle di due vicini di casa che avrebbero assistito alla scena e di un operante della stazione carabinieri di Costa Masnaga, intervenuto a seguito della lite per ricostruire l'accaduto.
Si torna in aula nelle prossime settimane per il completamento dell'istruttoria.
G. C.
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