Oggiono: incontri su legalità e memoria all’istituto Bachelet

Tre uomini di coraggio, due nemici potenti, quali il terrorismo e la mafia, un obiettivo comune: servire lo Stato. Gli studenti e le studentesse dell'Istituto Bachelet di Oggiono incontrano tre grandi protagonisti della storia recente del nostro Paese all'interno dei percorsi di educazione civica con l'obiettivo di creare un circolo virtuoso fra i giovani cittadini e le istituzioni per incentivare l'assunzione di responsabilità del singolo verso la collettività. "La forza della memoria. Uomini coraggiosi al servizio del bene comune" è il titolo attribuito a questo ciclo di giornate che vedranno illustri ospiti sul tavolo dei relatori.
Il primo incontro, rivolto alle classi del primo anno, si è tenuto lo scorso lunedì 1 dicembre, per ricordare la figura di Vittorio Bachelet, di cui l'istituto porta il nome: un ritratto del giurista e politico, assassinato nel 1980 dalle Brigate Rosse, è avvenuto attraverso il racconto del nipote omonimo.

Giovedì 13 gennaio, dalle 10.12 sarà presente in istituto Salvatore Borsellino, fratello minore di Paolo, giudice ucciso da Cosa Nostra nella strage di via D'Amelio nel 1992. Il fratello si dedica attivamente alla sensibilizzazione dei giovani riguardo al contrasto alla criminalità organizzata, il malgoverno e le collusioni tra politica, poteri occulti e mafia. "Gli studenti e le studentesse lo aspettano sventolando le loro agende rosse, simili a quella misteriosamente sparita dalla borsa del giudice dopo l'attentato, perché desiderano crescere come cittadini di uno Stato che non cerca vendetta, ma giustizia" spiegano dall'istituto.
Martedì 8 febbraio, dalle 8.30 alle 10 e dalle 10.30 alle 12, Giuseppe Costanza, autista del giudice Giovanni Falcone, unico sopravvissuto nella strage di Capaci del 1992, terrà una testimonianza diretta per comprendere la sofferenza e la fatica di sopravvivere ad una tragedia. In un intervento all'Università di Parma qualche anno fa ha sostenuto: "Le verità scomode vanno dette, altrimenti non sono più verità. Perché se faccio finta di non sapere, anch'io faccio parte della mafia. Invece io ho servito lo Stato, quello buono". Un incontro che sarà rivolto ai ragazzi delle classi quinte che, quasi al termine del loro percorso di studi, avranno modo di interrogarsi sul ruolo delle istituzioni a garanzia di una cittadinanza piena e consapevole.
"Nel curriculum di Istituto l'insegnamento della legalità costituisce una delle frontiere educative più importanti: elaborare e diffondere la cultura dei valori civili consente l'acquisizione di una nozione più profonda dei diritti e dei doveri di cittadinanza, sviluppa la consapevolezza che condizioni quali dignità, libertà, solidarietà, sicurezza non possano considerarsi come acquisite per sempre, ma vanno perseguite, volute e, una volta conquistate, protette, grazie all'impegno di ciascuno - ha commentato la dirigente scolastica Anna Panzeri - L'educazione alla democrazia trova nel protagonismo degli studenti un ambito privilegiato e l'auspicio è che questo ciclo di incontri possa contribuire alla costruzione di una cittadinanza democratica nei nostri ragazzi e nelle nostre ragazze".
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