Retesalute: Casatese compatto vota il piano dei liquidatori. Manca solo Cassago. Merate copre la perdita col pro quota

Il sorrisetto lasciava intendere di saperla lunga, di avere informazioni sicure. E poi quel dito a sottolineare le parole: alla fine tireremo la riga e vedremo se avrà avuto ragione lei a sostenere la tesi dei liquidatori o io a fare risparmiare ai miei cittadini 80mila euro applicando il metodo della copertura della perdita in base alla quota di partecipazione. Il soggetto è Retesalute e il suo debito di 4 milioni. Lo scenario è quello del Consiglio comunale di Merate del 29 novembre. All'ordine del giorno la copertura della perdita accumulata dall'azienda speciale pubblica col metodo indicato dal collegio dei liquidatori: una parte consistente calcolata sul numero degli abitanti e una sul numero di servizi sociali di cui il singolo comune-socio ha usufruito. Quel "lei" è Aldo Castelli capogruppo di minoranza che aveva appena ribadito la volontà di votare a favore della delibera di ripiano del debito ma col metodo indicato dal collegio dei liquidatori (516mila euro circa) e non col pro quota (435mila euro circa) perché altrimenti quella differenza sarebbe rimasta scoperta. E Panzeri, col piglio del leghista di lotta, seguendo un vetusto canovaccio in uso ormai a pochi nel partito, aveva risposto che questa maggioranza ama i propri cittadini e quindi fa loro risparmiare più di 80mila euro.

Daniele Villa e Alessandra Hofmann, presidenti delle conferenze sindaci di meratese
e casatese e il primo cittadino di Casatenovo, Filippo Galbiati

Chi ha seguito l'intera vicenda però ha preso a sbandare. E sì perché a luglio l'Assemblea dei soci di Retesalute, presieduta proprio da Massimo Augusto Panzeri aveva adottato il metodo di riparto della copertura del debito proposto dal Collegio dei liquidatori, essenziale per riportare in bonis, cioè in attività normale l'azienda speciale pubblica. Dunque perché a distanza di quattro mesi la maggioranza di Merate ha cambiato idea?
Perché, sempre secondo il signor Sindaco, il metodo pro quota è quello corretto, a luglio il particolare era sfuggito e peraltro il piano era stato solo adottato non approvato. A novembre, evidentemente, qualcuno della stretta cerchia sindacale ha suggerito di operare diversamente. Tesi sostenuta anche dall'assessore al bilancio Alfredo Casaletto. Panzeri aveva esposto due convinzioni: 1) la differenza la tirerà fuori qualcun altro (detto così, quasi si fosse tra amici al bar); 2) quando tireremo la riga - ariecco - vedremo quanti comuni avranno seguito la linea dei Liquidatori e quanti la nostra.
Ebbene, mancando all'appello soltanto Cassago e Olgiate Molgora la cui posizione contro la liquidazione è arcinota, nessuno altro comune, diconsi nessuno, Alessandra Hofmann di Monticello, candidata alla presidenza della provincia per il centrodestra e la stessa Provincia di Lecco ha seguito la linea di Merate. Un flop clamoroso, un buco tragico dentro cui, davvero, stavolta è finito il prestigio della città, come aveva vaticinato Paolo Strina anni addietro: il meratese con un buco al centro, Merate.
Duri i commenti raccolti tra i sindaci: Filippo Galbiati si è limitato a scuotere virtualmente la testa, Stefano Motta ha declinato l'irresponsabilità di chi non agisce come indicato dai liquidatori.

Stefano Motta, sindaco di Calco e Ciro D'Aries, presidente del collegio dei liquidatori

Ora, non è che la maggioranza perché tale abbia sempre ragione. Ma Merate doveva dichiarare subito a luglio l'indisponibilità a versare una quota superiore alla percentuale di partecipazione nell'ASP. Così facendo si è ancora più isolata rispetto agli altri comuni-soci.
E ha lasciato un buco che qualcuno dovrà saldare. Ma a questo punto è lecito domandarsi: "PiùProspettiva", il gruppo di maggioranza Lega-Forza Italia, a che gioco sta giocando?

Claudio Brambilla
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