Cesana: si va avanti con la riqualificazione della miniera. In arrivo un altro progetto

La valorizzazione della miniera dell'alpetto torna al centro del dibattito consigliare a Cesana Brianza. Nell'adunanza di ieri sera, il sindaco Luisa Airoldi ha ricordato l'intenzione di voler concludere la progettualità per riqualificare l'intera area.
''In accordo con Holcim (la multinazionale svizzera che si è occupata dell'estrazione della marna, ndr), c'è un progetto di riqualificazione dell'area. Abbiamo rivisto il progetto che è stato ripresentato e per il quale la Holcim ha chiesto una proroga di due mesi. Lo schema potrebbe essere definitivo dell'idea e per questo noi abbiamo chiesto di fare una serie di passaggi con gli enti preposti''. È infatti intenzione di un privato acquisire l'area per installare un impianto fotovoltaico da 8 megawatt. L'amministrazione ha chiesto che il progetto vada a integrarsi con l'ambiente naturalistico e la comunità, tramite percorsi didattici, riqualificazione dell'area a livello naturalistico e possibilità ci creare collegamento con il parco Roccolo.

Un'altra novità è all'orizzonte. ''Abbiamo avuto un colloquio con un'altra persona che ha avanzato la richiesta per una nuova idea di progetto. La metteremo in contatto con Holcim: magari le due idee potrebbero collimare e diventare un'unica idea di sviluppo dell'area'' ha anticipato Airoldi, senza aggiungere, per il momento, altri dettagli.
Il capogruppo di minoranza Piergiuseppe Castelnuovo ha insistito sul fatto che sulla cava non c'è interesse dell'amministrazione da tempo, dal 2010, anno in cui ne venne dichiarata la chiusura. ''Bisognava chiedere decreti per la bonifica e invece nel 2018 il problema era quello delle piantumazioni e nel 2019 l'ex sindaco riteneva importante la fideiussione. Ben venga che se ne sia ravveduto ma in questi dieci anni, mentre Costa Masnaga non è stato fermo, noi lo siamo stati perché è stata abbandonata quando per decreto di chiusura doveva essere tolto tutto''.

Airoldi ha ribattuto su quanto avvenuto nell'ultimo lustro, quando lei stessa è stata assessore ai lavori pubblici. ''La questione dell'amianto negli ultimi cinque anni l'abbiamo portata avanti, mentre il problema della piantumazione non era il principale ma andava affrontato. A suo tempo c'era un piano per il recupero che prevedeva quanto depositato in Regione. La zona ha un clima particolare e quindi determinate operazioni di recupero non hanno potuto essere attivate. Per noi era fondamentale prendersi a cuore la sicurezza, senza che si creassero dei danni, prima di realizzare sotto qualcosa. Il fatto di tenere monitorare e studiare la variazione del metodo di monitoraggio è stato fatto. Poi che l'area vada riqualificata, mi trova d'accordo: ne abbiamo sempre discusso in Regione e Holcim ha presentato dei progetti, ma la Regione ha sempre chiesto approfondimento. Da luglio, chiusa la parte di monitoraggio, ci si sta concentrando sulla riqualificazione''.

Per Castelnuovo inoltre, è importante che rimanga un bene collettivo. ''Chiediamo che sia il pubblico a fare qualcosa, a noi il privato non piace. Dobbiamo essere noi i protagonisti e i cittadini devono avere i loro vantaggi ed è per questo che abbiamo sempre parlato non di recupero ma di valorizzazione''.
Su questo aspetto, non ci sono state rassicurazioni da parte di Airoldi. ''La parte della vendita non spetta a me. Io sto partecipando agli incontri e voglio essere parte attiva nelle decisioni''.

M.Mau.
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