"Con il tracciamento saltato, evidente in questi giorni anche per il caos tamponi, la Lombardia rischia un gennaio da incubo al rientro in città dei cittadini e alla riapertura delle scuole. Per evitarlo, è necessario che Regione chiami tutto il privato accreditato - oggi infatti solo alcuni soggetti si sono messi a disposizione - al servizio pubblico per eseguire i test e per vaccinare il più in fretta possibile la popolazione non ancora coperta dalla terza dose o in attesa della prima, come gli under 12. La lotta al Covid non può essere uno sforzo solo della sanità pubblica. Il sistema sanitario in Lombardia infatti, come affermato dalla legge regionale, pesa già oggi per quasi il 50 per cento sul privato accreditato. Le misure d'urgenza messe a punto dalla task force regionale, che prevede l'apertura di nuovi punti prelievo per i molecolari e categorie di priorità per l'accesso ai tamponi, non ci porteranno fuori da questa emergenza. Le file di ore fuori dalle farmacie per accedere a un tampone, i test rapidi fai da te esauriti quasi ovunque, i medici che non riescono a prenotare un test sulla piattaforma regionale per i propri pazienti e la circolare dell'ufficio scolastico regionale che sospende le verifiche sugli alunni entrati in contatto con compagni positivi sono la prova provata che serve uno sforzo aggiuntivo da parte di tutti, pubblico e privato" dichiarano gli esponenti Dem lecchesi,
Raffaele Straniero, consigliere regionale, e Gian Mario Fragomeli, deputato.
"C'è poi tutto il capitolo dei tamponi molecolari: vanno assolutamente incoraggiati viste le regole vigenti in fatto di quarantena e riammissione in comunità. Purtroppo è scoraggiante vedere che nonostante la Lombardia stia attraversando la quarta ondata Covid, a due anni dall'inizio della pandemia, chi siede in giunta si muove ancora con estremo ritardo, al rallentatore, su questo tema fondamentale" sottolineano i due esponenti Dem.
"Infine, visto che dall'entrata in vigore dell'obbligatorietà del green pass sul posto di lavoro è aumentata esponenzialmente anche la richiesta di tamponi a chi ancora rifiuta la vaccinazione, crediamo che la soluzione trovata dalla Giunta, di mettere cioè in coda i no vax per i tamponi, è irrealistica. Fino a che non si impone l'obbligo vaccinale è sanitariamente sbagliato non permettere l'accesso ai tamponi a chi ha un rischio di infettarsi e infettare notevolmente superiore a chi ha ricevuto due somministrazioni di vaccino. La cavalcata della variante omicron vista in altri Paesi europei non lascia molti dubbi sulla situazione che presumibilmente ci aspetta fra un paio di settimane. Per questo è importante sfruttare la pausa delle vacanze natalizie e chiamare tutte le forze disponibili per scongiurare che gli ospedali finiscano sommersi dai pazienti" concludono Straniero e Fragomeli.