Cremella, presunta estorsione di denaro a una donna: una condanna e un'assoluzione
La pubblica accusa, rappresentata all'udienza dello scorso settembre dal sostituto procuratore Chiara Di Francesco, aveva chiesto la condanna dell'uomo in riferimento ad uno solo dei due capi d'imputazione, riqualificando nel reato di "esercizio arbitrario delle proprio ragioni" la tentata estorsione originariamente in contestazione. Un anno e due mesi di reclusione, il "conto" presentato dunque dalla pubblica accusa.
Al centro del processo, infatti i rapporti "dare-avere" tra il salernitano e una donna residente a Cremella, di cui lo stesso, nel 2017, si era invaghito, trasferendosi da lei salvo poi scoprire che la stessa esercitava "il mestiere più vecchio al mondo".
A detta dell'imputato - sentito all'ultima udienza - la signora lo avrebbe "usato", spillandogli circa 10-11.000 euro. A detta di lei, invece, lui le avrebbe donato soltanto 1.000 euro salvo poi però esercitare nei suoi confronti pressioni e minacce per avere indietro una cifra superiore.
Nel rassegnare le proprie conclusioni, la PM epurando la narrazione dagli aspetti "coloriti" emersi durante l'istruttoria, aveva ritenuto che il prestito fosse reale, tacciando A.A. di aver trasceso nelle modalità adottate per ottenere la restituzione dello stesso. L'avvocato Elena Ammannato, anche attraverso una memoria difensiva, aveva insistito per l'assoluzione di entrambi i suoi assistiti, concessa quest'oggi solo a F.M.; condannato invece il masnaghese.
A.M.