A Retesalute serve un forte CdA e all’ospedale una strenua difesa per non finire come il presidio di Besana
mi ero ripromessa - come lei ben sa - di non intervenire più sulla vicenda di ReteSalute, ma non posso che essere sorpresa dall'aver visto, consultando i bilanci recentemente approvati dai Comuni Soci , che sono stati approvati alle stesse cifre presentate all'epoca dai due CdA che li avevano presentati.
Quindi nessuno ha "rubato", qualcuno forse ha pasticciato, i nuovi Sindaci si sono affidati in toto ai propri segretari comunali senza un minimo di riflessione se la strada intrapresa del porre in liquidazione l'azienda fosse davvero quella che garantiva la corretta gestione dei fondi pubblici.
Ma nessuno ha pensato di fare una capatina alla Corte dei Conti per verificare la modalità più utile per non sperperare i soldi pubblici, così da non incorrere in possibili sanzioni da parte della stessa Corte qualora intervenisse in futuro?
Ora i debiti allora rilevati sono stati saldati dai Comuni cui si sono aggiunte le spese di liquidazione dell'Azienda: ma davvero valeva la pena di sollevare tutto quel polverone solo perché qualche amministratore voleva dimostrare di avere un ruolo e una capacità "politica"?
Oggi, se davvero i Sindaci vogliono dimostrare di essere liberi da ogni condizionamento di parte o di posizione, possono pensare ad un nuovo CdA con membri più lontani dai vari partiti, conoscitori del territorio, con esperienza nei settori socio-sanitari e disponibili ad un servizio non remunerato senza contropartite di altro genere magari in altri enti pubblici.
Penso, giusto per fare qualche nome, che persone come il rag. Borra (già dirigente dell'ASL di Merate) o come Lovisari (che è stato Direttore Generale dell'ospedale di Lecco e che di questo territorio si è occupato davvero) possono essere figure in grado di saper coniugare la realtà imprenditoriale dell'azienda con la necessità di rispondere ai bisogni socio-sanitari del meratese.
Tanto più oggi dopo che la pandemia ha dimostrato la necessità improrogabile di una sanità territoriale integrata con l'assistenza ospedaliera e con quella sociale.
Se i nostri Sindaci non capiranno che questa è l'unica strada anche per consegnare un ruolo e ridare vita all'ospedale di Merate, non potranno che ritrovarsi tra qualche anno come l'ospedale di Besana oggi ridotto a semplice poliambulatorio.
Anche perché la vicinanza del nuovo Ospedale di Vimercate attrarrà sempre di più il casatese che - senza un forte vincolo con Merate sui servizi territoriali - a poco a poco diventerà una parte della Brianza monzese.
Con buona pace anche per il tessuto economico della nostra città.
Mi scusi per quest'ultimo mio sfogo legato molto semplicemente all'affetto che nutro per questa parte di Brianza che ho sempre difeso sia da assessore provinciale che da consigliere regionale anche contro le indicazioni del mio stesso partito.