Oggiono: condannato a 4 anni l'uomo che truffò un'anziana, rimasta poi senza casa


Quattro anni di reclusione. E' la pesante condanna sentenziata stamani in tribunale a Lecco nei confronti di R.L., 52enne di origini svizzere, accusato di truffa perpetrata a un'anziana classe 1945 di Oggiono.
Secondo l'impianto accusatorio sostenuto dalla Procura ed emerso nel corso dell'istruttoria dibattimentale, l'uomo avrebbe con raggiri e artifizi -in un periodo compreso tra il 2017 e il 2018- svuotato i conti correnti della donna, dopo aver conquistato la sua fiducia, asportando diversi monili in oro che erano custoditi nella sua abitazione. Oltre a ciò avrebbe anche convinto l'anziana a vendere l'appartamento in cui risiedeva per trasferirsi in Liguria.
A dicembre nella sua requisitoria il Vpo Mattia Mascaro aveva chiesto la condanna dell'uomo, riconosciutegli le attenuanti generiche, a un anno sei mesi e al pagamento di 700 euro di multa, avendo ritenuto provata la responsabilità del reato a lui ascritto. Un esito condiviso dall'avvocato Andrea Artusi -rappresentante l'amministrazione di sostegno della donna, custoditasi parte civile- che, nel spiegare le sue ragioni, aveva ricostruito la vicenda per intero. Partendo da come l'imputato si fosse avvicinato alla anziana presentandosi come venditore porta a porta, a come, comprendendo che la signora fosse sola e bisognosa di qualcuno con cui confidarsi, avesse iniziato a frequentarla spesso fino al momento del rogito dell'abitazione e all'apertura del conto corrente cointestato. Non solo, l'imputato avrebbe anche avuto a disposizione il bancomat della signora, da cui avrebbe prelevato somme che poi ha utilizzato per i suoi piaceri personali e per ripagare i debiti che aveva con la ex moglie per il mantenimento del figlio.
Il legale aveva enfatizzato inoltre la richiesta presentata alla donna di chiamarlo "nipote" per evitare di destare sospetti nei confronti di terzi. Insomma l'imputato avrebbe trovato -per utilizzare la metafora dell'avvocato Artusi - un terreno fertile per perseguire i suoi scopi: per questo motivo la parte civile aveva chiesto la condanna dell'uomo anche al risarcimento del danno per 150mila euro.
Si era battuta per l'assoluzione del proprio assistito l'avvocato Elisa Magnani del foro di Lecco: seppur "entrata" a giochi fatti -avendo infatti assunto la difesa d'ufficio a istruttoria conclusa e potendo quindi studiare solo le "carte"- la toga lecchese aveva sollevato diversi dubbi sulla responsabilità del 52enne, tentando di smontare una ad una, le accuse contestategli.
Stamani la sentenza del giudice che dopo aver riqualificato il capo di imputazione in circonvenzione di incapace, ha condannato l'imputato alla pena di quattro anni di reclusione oltre al pagamento di una multa pari a 2mila euro. Disposto infine un risarcimento danni a carico della parte civile pari a 110mila euro.
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