Casatenovo, cuccioli d'origine taroccata: il processo a venditori e dottore torna 'al via'
Ricettazione, frode nell'esercizio di commercio e falsità ideologica in certificati commessa da persone esercenti un servizio di pubblica utilità le accuse mosse - a vario titolo e ognuno per le proprie competenze - contenute nel fascicolo, passato di mano dal giudice monocratico Enrico Manzi - trasferito nei mesi scorsi in Corte d'Appello a Milano - al collega Paolo Salvatore. Proprio il nuovo assegnatario del caso, questa mattina, in apertura di udienza, non solo ha rilevato un difetto collegato all'elezione di domicilio di uno degli imputati ma ha anche accolto l'istanza di remissione degli atti al PM avanzata dall'avvocato Roberta Mandelli (per il camice bianco) e dall'avvocato Altea Napolitano (in sostituzione di Serena Floriani Bestetti, per i quattro negozianti), dopo aver convenuto sull'indeterminatezza delle accuse, per come formulate. Per il giudice, al momento, appare "compromessa la possibilità per gli imputati di svolgere una mirata difesa". Citata, a riprova di ciò, la mancata indicazione di quali sarebbero gli animali provento del supposto reato di ricettazione e per quanto riguarda il veterinario quali sarebbero gli atti affetti da falsità ideologica da lui firmati. Al centro della vicenda, stralcio di una più corposa attività d'indagine condotta nel 2015 dai Carabinieri forestali di Lodi su un traffico di cani importati dall'Est Europa, per quanto appreso fino ad ora, vi sarebbero infatti dei cuccioli di bouledogue, commercializzati - secondo la tesi accusatoria, chiaramente ancora tutta da provare - a Casatenovo con certificati "taroccati", quanto a provenienza e dati anagrafici.
Dopo aver già ascoltato un operante e un acquirente, ora dunque si riavvolgerà il nastro. Ritornando alle fase di indagini.