Oggionese: tornò in Marocco portando via il figlioletto, l'ex non fece nulla. E' assolta
Mamma a processo, quest'oggi a Lecco, per "Sottrazione e trattenimento di minore all'estero". La vicenda, approdata all'attenzione del giudice Martina Beggio, muove dalla denuncia presentata nel febbraio del 2020 da un uomo residente nell'oggionese dopo che l'ex moglie, di nazionalità marocchina, era rientrata in Patria, portando con sé il figlioletto nato nel 2014 dalla loro relazione. Secondo quando riferito in Aula direttamente dal querelante - non costituitosi parte civile - il 15 novembre 2019, senza preavviso e senza fornire spiegazioni, l'imputata avrebbe fatto le valige, allontanandosi con il bimbo per poi ripresentarsi alla porta di casa, senza preavviso, solo il 23 luglio dell'anno successivo. "Non ero preoccupato" ha sostenuto l'uomo, precisando, rispondendo alle domande poste dal vpo Caterina Scarselli, dall'avvocato Mauro Tosoni per la difesa e dallo stesso giudice, di non aver nemmeno mai provato a mettersi in contatto con la donna, pur disponendo del suo numero di telefono usato in Marocco, sapendo comunque che lei aveva mantenuto i contatti con la figlia maggiore - frutto di altra relazione - rimasta a vivere in Italia con lui. "Ero molto arrabbiato, non avevo il coraggio di chiamarla" ha altresì aggiunto, sostenendo non fosse la prima volta che l'ex partiva per il Paese natio con il bambino, facendosi poi viva solo per rivendicare denaro. La collera verso la magrebina troverebbe giustificazione - a suo dire - nella decisione non condivisa di portare via anche il figlioletto, da poco iscritto all'ultimo anno d'asilo proprio con l'intento di aiutarlo ad apprendere meglio la lingua italiana per favorirne poi l'inserimento in prima elementare.
Ben diversa la versione dell'accaduto resa dall'imputato e suffragata poi dalla figlia maggiore, sentita come teste della difesa. "Sono andata via per paura" ha detto la straniera etichettando l'ex marito come un uomo con problemi con l'alcol e con il gioco, violento anche nei confronti del loro bambino e così "egoista" da far la spesa solo per sè senza pensare al resto della famiglia. Sarebbe stato proprio il brianzolo a comprarle le valige e i biglietti per far rientro in Patria, accompagnandola a Cascina Gobba per prendere il pullman con destinazione Rabat."All'esito dell'istruttoria ritengo non sia stata raggiunta la prova della contrarietà del padre rispetto al viaggio in Marocco" ha asserito in requisitoria la titolare della pubblica accusa, sottolineando altresì come l'uomo non abbia poi - per sua stessa ammissione - cercato in alcun modo di contattare il figlio e non abbia intrapreso alcuna azione per farlo tornare in Italia e per esercitare dunque la podestà genitoriale. Ciò al netto delle vicende precedenti l'allontanamento della donna. Dello stesso avviso l'avvocato Tosoni, accodatosi dunque alla richiesta di assoluzione. E assoluzione è stata.
A.M.