Casatenovo: un po' perplesso dai metodi con cui vengono controllati i sacchi rossi

Leggendo l'articolo di Casateonline "Casatenovo: via ai controlli sul sacco rosso: prime sanzioni", mi sono posto alcuni problemi.
Non posso non concordare sui principi generali.
Però l'applicazione pratica necessita di alcuni chiarimenti. Poveretti coloro che devono fare i controlli, immergendo le proprie mani, ancorché guantate, nella sporcizia! E se per caso prendono qualche malattia? Poveri addetti!

Le sanzioni vengono date ai possessori del sacco rosso, identificati univocamente con il codice. Ora, io vorrei essere presente se dovessero aprire il mio sacco, per vedere se effettivamente ci fosse qualcosa di non conforme. Ovviamente concordando le modalità, ed i tempi perché uno non può stare a casa dal lavoro. Ed eventualmente contestare subito il risultato. Anche perché potrebbe darsi che i contenuti fossero manipolati, introducendo ad arte qualcosa di non conforme, solo per dare la sanzione....

Credevo che il controllo, pur a campione, fosse fatto in modo più oggettivo. Cito ad esempio le apparecchiature che vengono usate negli aeroporti: si vede anche il contenuto delle valigie. Oppure dei sensori che danno risultati sorprendenti nell'ambito industriale. Perché non si è pensato a soluzioni del genere, oggettive e che sollevano il personale da incombenze poco "civili"? Problemi di costi? Il canone che ad oggi si paga non è certo lieve.

Attenzione: per non prendere multe, i nostri boschi potrebbero essere invasi da rifiuti...
Samuele Baio
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