Molteno: lite per l'affido della figlia al suo ex. Donna a processo
Un'irruzione a casa della nuova compagna del suo ex è costato il processo a donna, classe 1979, di origini africane. Violazione di domicilio il reato in contestazione, per un episodio ambientato nell'oggionese e datato 26 agosto 2019, inserito però - per quanto emerso oggi in Aula - in una vicenda ben più intricata, con il suo ex consorte tenuto lontano per 5 anni dalla loro figlioletta, tanto da portarlo a intentare una causa in Burkina Faso, terra dell'imputata ed in Costa d'Avorio, Paese natale dell'uomo, per ottenere l'affidamento della piccina e poterla portare in Italia, facendole così riabbracciare il fratello già a lui affidato e una "nuova" sorellina nata dall'unione con la donna costituitasi parte civile nel processo odierno. Quel 26 agosto erano passati appena 2 giorni dal rientro a casa dell'ivoriano con la bambina, consegnatagli dai militari in esecuzione della sentenza pronunciata in sua favore, dopo essere stata prelevata dall'abitazione materna della nonna dove viveva.
"Suona il campanello, chiedo chi è e una voce femminile chiede se c'è mio marito. Rispondo di no e torno a fare altro" ha spiegato la denunciante, in quel momento sola con la sua bimba e gli altri due figli del consorte. L'imputata avrebbe poi raggiunto il pianerottolo, suonando di nuovo. La proprietaria di casa avrebbe aperto un pelo la porta, venendo poi colpita dalla stessa, spalancata all'improvviso dalla ex del marito che si sarebbe fiondata nell'appartamento per prelevare sua figlia - corsa a nascondersi in camera - e portarla poi via con sé. Sconvolta per l'accaduto la persona offesa avrebbe quindi provato, senza riuscirsi, a chiamare il marito, avvisando poi dell'accaduto altri parenti, con un cugino che, raggiunto sul posto di lavoro l'uomo, lo avrebbe accompagnato dapprima a recuperare i documenti circa l'affidamento della bimba poi dai carabinieri. In caserma, c'era già anche l'ex con la figlia, poi riconsegnata al padre che ora ne ha l'affido esclusivo, con la possibilità per la madre di vederla solo in ambiente protetto alla presenza delle assistenti sociali. Le vicende famigliari, dunque, così hanno trovato la loro chiosa.
Per l'esito di quella giudiziaria, invece, bisognerà attendere il prossimo 17 maggio quando al cospetto del giudice Paolo Salvatore renderà esame l'imputata - assistita dall'avvocato Elda Leonardi - prima delle conclusioni.
"Suona il campanello, chiedo chi è e una voce femminile chiede se c'è mio marito. Rispondo di no e torno a fare altro" ha spiegato la denunciante, in quel momento sola con la sua bimba e gli altri due figli del consorte. L'imputata avrebbe poi raggiunto il pianerottolo, suonando di nuovo. La proprietaria di casa avrebbe aperto un pelo la porta, venendo poi colpita dalla stessa, spalancata all'improvviso dalla ex del marito che si sarebbe fiondata nell'appartamento per prelevare sua figlia - corsa a nascondersi in camera - e portarla poi via con sé. Sconvolta per l'accaduto la persona offesa avrebbe quindi provato, senza riuscirsi, a chiamare il marito, avvisando poi dell'accaduto altri parenti, con un cugino che, raggiunto sul posto di lavoro l'uomo, lo avrebbe accompagnato dapprima a recuperare i documenti circa l'affidamento della bimba poi dai carabinieri. In caserma, c'era già anche l'ex con la figlia, poi riconsegnata al padre che ora ne ha l'affido esclusivo, con la possibilità per la madre di vederla solo in ambiente protetto alla presenza delle assistenti sociali. Le vicende famigliari, dunque, così hanno trovato la loro chiosa.
Per l'esito di quella giudiziaria, invece, bisognerà attendere il prossimo 17 maggio quando al cospetto del giudice Paolo Salvatore renderà esame l'imputata - assistita dall'avvocato Elda Leonardi - prima delle conclusioni.
A.M.