Besana, Gandhi: gli studenti dialogano sul conflitto ucraino

Riceviamo e pubblichiamo:

Due ore di tavola rotonda sulla guerra: all'Istituto Gandhi di Besana, a cinque giorni dall'avvio del conflitto fra Russia e Ucraina, oltre mille studenti e i loro docenti si sono ritrovati a riflettere e approfondire sulla guerra.
Sei relatori, una coordinatrice e la Dirigente in aula magna, insieme a un centinaio di studenti. Tutti gli altri compagni, dalla Sede Centrale e da quella distaccata del Professionale, sono stati attentissimi davanti alle loro LIM. Martedì 1° marzo, dalle 11 alle 13, non c'è stata una lezione qualsiasi, ma una vera e propria incursione nel conflitto russo. Proprio così è stata progettata: tempestiva, multidisciplinare, aperta a tutti gli indirizzi. Perché le ansie che la guerra suscita e le minacce che porta assalgono tutti, giovanissimi e adulti.

Il conflitto ha radici lontane ma anche più vicine, hanno spiegato gli storici professor Marco Lunari e professor Andrea Cazzaniga, proponendo all'uditorio, immagini della Russia zarista e di quella staliniana, reportage da remoti musei di Tbilisi, accostamenti fra rivendicazioni e conflitti, in corso oppure sopiti, in diverse zone del complesso mondo russo. L'ultimo trentennio, dal crollo dell'URSS e, quindi, dalla celebrata e illusoria fine della Guerra Fredda nel 1991, è stato ripercorso dalla professoressa Tullia Ascari, con un taglio geopolitico denso di cifre ma anche con i colori delle bandiere arcobaleno e le immagini e le voci di 40 anni di manifestazioni pacifiste.

Alla professoressa Franca Galbiati, docente di Economia, è toccato spiegare il funzionamento delle sanzioni comminate alla Russia e le loro ripercussioni sull'economia mondiale ma anche sulle imprese del nostro territorio; come dire: la guerra ci coinvolge tutti. Il passo dal coinvolgimento, ai media, social e non solo, lo abbiamo fatto tutti guidati dalla professoressa Elena Imprenti, che ha mostrato meme e link per chiarire da una parte la forza della propaganda, dall'altra l'importanza di non farci travolgere dalla "infodemia", dalla compulsione a raccogliere il maggior numero di notizie, segnali, messaggi possibili. Occorre scegliere, è stato più volte ripetuto. E l'intervento conclusivo, quello del professor Paolo Elli, ha indicato, come strumenti fondamentali per scegliere, la consapevolezza e la conoscenza. La guerra ha radici nel profondo dell'umanità e di ogni singolo uomo: saperlo, riconoscerlo nelle immagini delle vittime più giovani e - tutte - incolpevoli di questo recente conflitto, è l'unico antidoto al conflitto.

È stato un momento molto ricco, che ha lasciato a tutti i partecipanti molte suggestioni, ma anche molte domande senza risposta: "sarà il vostro compito studiare, riflettere, dibattere", ha esortato la Dirigente a chiusura dei lavori.
La scuola ha lanciato ancora una volta la sua sfida culturale: una studentessa proveniente dall'Ucraina e una russa si sono abbracciate, in aula magna, davanti a mille compagni. Perché la guerra può avere molte ragioni, tutte da scoprire, ma non dovrà avere ragione delle intelligenze dei più giovani.

I COMMENTI DEI RAGAZZI
I ragazzi presenti alla tavola rotonda hanno apprezzato l'iniziativa. Sono stati colpiti e allo stesso tempo si sono sentiti desiderosi di continuare ad approfondire aspetti storici ed economici che non conoscevano o che avevano letto sui social. Hanno capito che a volte una informazione superficiale può essere fuorviante e che lo studio della storia e dell'economia ci dà strumenti di comprensione del mondo. In alcuni corsi di studio non si insegna la geografia o l'economia e i ragazzi hanno così avuto la possibilità di sentire da voci diverse un approfondimento della questione da un punto di vista a loro non usuale. Dicono di essere informati prettamente dai social, ma oggi si sono resi conto che è fondamentale avere fonti attendibili ed anche spiegazioni chiare, input su cui riflettere. Molti di loro si dicono colpiti dalla domanda fondamentale, che è all'origine del problema: che cosa spinge un uomo ad attaccare un altro uomo? Quale mostro è dentro di noi e combatte per uscire? In questo l'arte ha cercato nei secoli la risposta, ma noi sappiamo che risposta non c'è, che fischia nel vento del nord e che ciò che conta è continuare a cercare.

"Personalmente sono molto contenta che sia stato fatto un incontro del genere a scuola, soprattutto dato che le scuole preferiscono quasi sempre "lavarsi le mani" di certe questioni, sebbene importanti. Sono contenta soprattutto perché ci sono state spiegate cose anche molto specifiche riguardanti le motivazioni geopolitiche e culturali; oltre alla spiegazione dei provvedimenti economici che sono stati presi per fermare (o almeno provare a farlo) la Russia. Anche la velocità degli insegnanti che sono stati coinvolti con pochi giorni di preavviso, è molto ammirevole: sono riusciti a spiegarci a grosse linee cose che altrimenti, dai social media o da altri sistemi di telecomunicazione più tradizionali, non saremmo stati in grado di capire. Dato che il mio indirizzo scolastico non prevede lo studio della geografia o di economia, è stato due volte più utile e apprezzabile" (Alice). 
"Uno degli accadimenti che più mi ha colpito è il fatto che questa guerra sia in realtà viva da ben 7 anni e sia una guerra a bassa intensità, passata sotto agli occhi di tutti e posta solamente ora sotto ai riflettori; mi hanno fatto riflettere anche le manifestazioni del 2013 chiamate Euromaidan durate mesi che hanno portato addirittura il presidente Yanukovych a scappare, in particolare perché mostrano la volontà e unione del popolo ucraino" (Federico).

"Questo incontro è stato utile e necessario in un momento così delicato, specialmente mirato a raggiungere giovani studenti, che da ormai tre anni stanno affrontando un periodo difficile, prima a causa del Covid e successivamente da questa guerra. Per noi il futuro appare sempre più incerto e sempre più difficile, con una crisi costante che sembrava dovesse finire, ma che invece continuerà a causa di decisioni prese senza alcun senno, che sono sfociate in migliaia di morti e profughi. Credo sia stata fondamentale questa conferenza e che la continua sensibilizzazione verso questi argomenti porterà sicuramente i propri frutti per le generazioni a venire" (Luca).

"E' stato bello affrontare non solo come classe, ma come scuola, una tematica così tanto importante, affinché venissero sensibilizzati maggiormente sull'argomento anche coloro che non hanno avuto modo, o voglia, di informarsi a riguardo" (Lucia)

"L'incontro di oggi ha sicuramente contribuito anche a informare correttamente, in quanto un nostro comune errore è quello di attingere a fonti inattendibili. Abbiamo scoperto come tale tema possa essere osservato da una molteplicità di prospettive. I docenti d'istituto, focalizzandosi sulle proprie competenze, ci hanno fornito un ampio quadro generale tramite un complesso di nozioni, considerazioni ed esperienze, mirando dunque a formare in noi ragazzi una mentalità riflessiva e meno approssimativa possibile" (Andrea, Erika e Lisa).

"Abbiamo capito come la guerra oltre a provocare problemi dal punto di vista sociale e politico, sia influente dal punto di vista economico. Tutto ciò rappresenta un enorme effetto a catena che ha conseguenze negative sia per la Russia ma anche per l'Unione Europea. E' necessario fare sacrifici per poter tutelare la pace e l'incolumità dei civili. (classe 5B)
"la cosa che mi ha colpito molto, oltre all'organizzazione in così poco tempo da quello che ci    è stato riferito, è stato il fatto che sono stati toccati tutti gli argomenti fondamentali che secondo me c'è bisogno di conoscere se si vuole capire ciò che sta succedendo in questo periodo. Un esempio sono gli aspetti economici e quelli storici del conflitto, ma soprattutto è stata esposta la disinformazione che si sta diffondendo a macchia d'olio a causa appunto delle indicazioni  sbagliate pubblicate dalle varie piattaforme online, che siano giornali o social." (Giuseppe).

"Personalmente ho apprezzato molto l'incontro di questa mattina in quanto tematica che tocca, o almeno dovrebbe toccare, tutti in qualche modo. Purtroppo dopo tanti anni trascorsi per cercare di superare il vuoto lasciato dalle guerre dei secoli scorsi, si pensava che l'uomo finalmente era stato in grado di migliorarsi all'interno di un contesto sociale dove per sopravvivere bisogna imparare a convivere; e invece ci troviamo davanti una catastrofe del genere che tuttora stento a realizzare e trovo impensabile" (Giulia).

"Attualmente ci ritroviamo in mezzo ad un grande complicazione, è come se fossimo in un mondo parallelo perché noi ragazzi la guerra l'abbiamo vissuta sempre e solo attraverso i libri ma mai nella vita reale. Detto questo spero che si possano fare altri incontri del genere" (Arianna).

"Non pensavo si potesse arrivare alla situazione attuale dell'Ucraina; le persone stanno evacuando per sopravvivere a questo orrore e le notizie di ogni giorno rendono la cosa anche più surreale, il mondo di certo non si aspettava questo nel 2022.
È stato quindi molto utile e interessante per noi studenti avere la possibilità di essere più informati su quello che sta succedendo.
Mi sono piaciuti tutti gli interventi fatti oggi e mi sono ritrovata d'accordo con le opinioni espresse dai vari professori.
Mi preoccupa il pensiero di ciò che possiamo fare noi come individui per aiutare, la risposta è che non possiamo fare niente se non provare a essere meglio di ciò che siamo per impedire a situazioni simili di ricapitare nel futuro" (Maddalena).

"Fino ad oggi sentivo questa guerra molto lontana da me e se devo essere onesto non ci davo molto peso ma anche grazie a questo incontro ho capito la gravità è l'importanza di quello che sta succedendo" (Francesco).

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