Barzanò: il telefono acquistato online era...rubato. Un 30enne finisce a processo ma è assolto

Mai si sarebbe immaginato di finire a processo per aver acquistato un cellulare di seconda mano online: è capitato ad un 30enne di Barzanò, oggi assolto dal giudice in ruolo monocratico del tribunale di Lecco Gianluca Piantadosi dall'accusa di ricettazione (art.648 cp).
Il telefono al centro dell'istruttoria dibattimentale, secondo la ricostruzione del maresciallo maggiore Luca Fausti della stazione dei Carabinieri di Verano Brianza (chiamato in aula a testimoniare), era stato rubato durante una rapina messa a segno nella provincia di Monza il 9 novembre 2018. Pochi giorni più tardi poi, dagli accertamenti mediante tabulati telefonici, lo smartphone è stato collegato all'utenza intestata all'odierno imputato.
Ad agosto dell'anno successivo sono stati i colleghi della stazione di Cremella ad effettuare la perquisizione nell'appartamento e nelle auto possedute dall'uomo, senza però rinvenire il cellulare.
"L'avevo rivenduto dopo qualche giorno" ha spiegato l'imputato nel corso del proprio esame in aula. "Mai avrei pensato una cosa del genere".
Il telefono gli sarebbe costato poco più di 100 euro, un prezzo che all'epoca aveva ritenuto ragionevole visto lo stato dello schermo, completamente rotto. Con la riparazione avrebbe speso in totale 250 euro: "Non mi ero trovato benissimo e per questo l'ho cambiato quasi subito dopo averlo fatto sistemare".
Chiusa l'istruttoria dibattimentale, il Vpo Mattia Mascaro ha considerato che ci fossero gli estremi per riqualificare il capo d'imputazione in incauto acquisto e avanzare la richiesta di condanna del 30enne a 300 euro di ammenda. Di tutt'altro avviso l'avvocato Maurizio Lanfranchi che per il proprio assistito ha chiesto l'assoluzione per non aver commesso il fatto e in subordine il minimo della pena. Assoluzione il verdetto del giudice Piantadosi.
F.F.
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