Carenza medici di base/pediatri: sono 33 i posti ancora vacanti nel territorio lecchese

Carenza di medici di medicina generale e pediatri di libera scelta: un tema purtroppo divenuto di estrema attualità in Regione Lombardia, diretta conseguenza di molteplici fattori. Quasi impossibile colmare il vuoto lasciato da tutti i professionisti che si congedano per la pensione se non con sostituzioni a carattere temporaneo, oppure estendendo il numero di pazienti a carico dei medici già in servizio.
Secondo i dati aggiornati a marzo 2022, in Ats Brianza (di cui fa parte oltre al territorio lecchese, anche quella di Monza) le ore di incarichi vacanti di continuità assistenziale sono 5064.
Entrando più nel dettaglio rispetto alla situazione della nostra provincia, ad oggi disponibili 33 posti (1166 in tutta la Lombardia) come si evince dalla tabella pubblicata proprio ieri dal Burl di Regione.

Mancano 3 medici a Merate, uno a Cernusco-Lomagna-Montevecchia e Osnago e un altro per gli utenti di Paderno-Verderio. Sono invece 4 i posti vacanti fra Airuno-Brivio-Calco-La Valletta-Olgiate-S.Maria.
L'ambito territoriale di Annone-Castello-Dolzago-Ello-Garbagnate-Molteno-Oggiono-Sirone attende invece due professionisti. Serve un medico per completare la dotazione prevista a Barzago-Cassago, e uno per Missaglia-Monticello dove di recente sono andati in pensione due storici professionisti. Fra le situazioni più difficili, vi è quella di Costa-Bulciago-Nibionno dove mancano ben 5 professionisti, complice anche in questo caso il recente pensionamento di alcuni storici colleghi.
Veniamo al calolziese: qui gli utenti della città e di Monte Marenzo attendono 2 medici, numero in linea con la dotazione richiesta da Olginate e Valgreghentino, mentre a Lecco (ambito Belledo-Germanedo-Laorca) i posti vacanti sono 3. Un numero analogo a quello che servirebbe ai comuni della Valsassina (Pagnona-Premana, Casargo-Margno, Introbio-Pasturo). In alto lago - da Bellano a Sueglio, passando per Colico, Dorio e Dervio - mancano 4 professionisti, infine a Oliveto Lario c'è ancora un posto disponibile.

La tabella che mostra i posti vacanti nel territorio lecchese
(clicca sull'immagine per ingrandire)


Una situazione dunque che merita una seria riflessione ed un intervento immediato, anche se soluzioni rapide e concrete non sembrano dietro l'angolo.
"La carenza di medici di famiglia - ha commentato la vicepresidente e assessore al Welfare Letizia Moratti - è un problema nazionale che si trascina da anni. La questione verrà risolta completamente solo quando il nostro sistema sarà capace di formare in numero sufficiente il personale necessario. Intanto lavoriamo su riorganizzazione dei tempi e dei modi di lavoro, maggiore capacità dei medici di lavorare insieme, rafforzamento della telemedicina e integrazione con la rete delle Case di Comunità che stanno sorgendo. Queste azioni possono offrire valide alternative. Stiamo lavorando - ha concluso la vicepresidente - affinché il Ministero della Salute accolga le proposte avanzate dalle Regioni, per arrivare a una soluzione e offrire le adeguate risposte alle attese dei cittadini".
Negli ultimi anni, le pubblicazioni hanno visto la partecipazione di un numero di candidati molto inferiore rispetto al numero di posti disponibili. La risposta della Regione è stata quella di riaprire i termini dei bandi nel dicembre 2021, uno dei quali riservato a medici che frequentano il corso di formazione, come consentito dalle norme sull'emergenza pandemica. Tali corsisti hanno però un massimale limitato a 650 pazienti, fissato a livello nazionale. Malgrado ciò, è rimasto vacante oltre un terzo dei posti messi a bando.
Regione Lombardia è intervenuta anche per sostenere l'assunzione di personale amministrativo negli studi medici.
Al momento sono circa 1.800 i medici che non si avvalgono dell'aiuto di collaboratori che li assistano nelle incombenze che una società sempre più informatizzata impongono.
A questo proposito nei tavoli tecnici aperti con sindacati, associazioni di categoria e ordini professionali, la Regione sta studiando un pacchetto di incentivi per la digitalizzazione e la connessione della banda larga per gli studi che ancora non ne sono provvisti.
Regione Lombardia, inoltre, si è anche attivata per favorire economicamente i medici che scelgono di lavorare in ambiti cosiddetti disagiati, riconoscendo al professionista che accetti l'incarico una remunerazione extra. Una previsione dovuta all'elevato numero di medici cessati nel 2017 e anticipando il trend progressivo di crescita delle cessazioni dovuto ai pensionamenti. L'Accordo aveva altresì previsto che tale situazione potesse diventare particolarmente critica soprattutto nei territori disagiati, nelle zone in cui è prevista (di norma superiore al 50%) la presenza stanziale di over 65. O ancora nelle aree particolarmente disagiate sotto il profilo oro-geografico o viabilistico, e dove l'ambito carente sia stato pubblicato per tre volte consecutive con vincolo di apertura senza riscontro.
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