Bulciago: la nuova proprietà riassume tutti i lavoratori dell'ex Sicor-Teva
A ormai più di due mesi dalla notizia dell'acquisto dell'ex sito di Bulciago della Sicor-Teva da parte dell'azienda farmaceutica bergamasca Flamma Group di Chignolo d'Isola, i lavoratori potranno a breve dare il via ad un nuovo capitolo lavorativo alle dipendenze della nuova società.
Scatterà infatti il prossimo 1°aprile la scadenza del contratto con il gruppo Sicor-Teva e l'inizio della nuova avventura con Flamma, che prenderà ufficialmente possesso del sito bulciaghese. Tra gli oltre 100 lavoratori del sito che l'anno scorso in questo periodo ricevevano la notizia della chiusura dell'attività da parte di Teva, solo i circa 45 rimasti inizieranno tutti a lavorare per la nuova società. Alcuni infatti, se ne erano andati dopo la comunicazione della chiusura, altri avevano iniziato il proprio pensionamento e altri ancora avevano trovato in corsa un posto alternativo, riducendo il numero di lavoratori assumibili da Flamma a quasi la metà rispetto a quello iniziale. Questi ultimi, tra l'altro, risultano ad oggi quasi tutti nuovamente alle dipendenze di realtà diverse: chi nella provincia di Lecco e chi di Como, come ha spiegato lo stesso segretario Uiltec di Lecco, Celeste Sacchi, secondo il quale non dovrebbe risultare pressoché nessun disoccupato. Delle persone rimaste invece, solo tre non sono state formalmente assunte per via del fatto che ricoprivano un ruolo non collegato unicamente al sito di Bulciago all'interno di Sicor Italia, la quale aveva offerto loro una ricollocazione presso il sito di Rho. Flamma però, potrebbe potenzialmente assumere questi dipendenti se si dovesse presentare l'occasione.
I "vecchi" dipendenti Teva saranno quindi operativi a partire dal prossimo aprile, ma la nuova linea di produzione non comincerà almeno fino a settembre 2022 perché in questi mesi il gruppo Flamma metterà in atto un'opera di ristrutturazione del sito per adeguarlo alla nuova attività.
''Come Uiltec e Filctem Lecco abbiamo chiesto alla nuova proprietà otto mesi di cassa integrazione per ristrutturazione per tutti i lavoratori, in attesa che in questi mesi si finalizzi il processo di avvio della produzione e possa entrare a pieno ritmo da settembre'' ci ha raccontato il segretario Sacchi che ha seguito con attenzione la questione fin dal suo inizio. ''Ancora dalla società non ci hanno fatto sapere che tipo di cassa sarà, ma sappiamo che alcuni dipendenti potranno cominciare a lavorare da subito, seppur in maniera alternata, ad esempio coloro che devono fare manutenzione, figure di riferimento per la sicurezza del sito, per l'ecologia o per l'amministrazione. Alcuni di loro, inoltre, inizieranno poi ad andare presso i siti bergamaschi e di Chignola di Flamma per vedere da vicino come viene gestito il lavoro dagli altri dipendenti e apprendere tutto il necessario per iniziare a regime. Dall'azienda proponevano addirittura una cassa integrazione della durata di 12 mesi ma a noi è sembrato decisamente eccessivo viste le circostanze e abbiamo optato per qualche mese in meno''.
È bene ricordare infatti che fino al 31 marzo 2022 i lavoratori della ex Sicor percepiranno ancora la cassa integrazione che hanno iniziato a ricevere dall'anno scorso, con la maggiorazione dell'80% pagata proprio dall'azienda di proprietà israeliana. Dopo tale data, tutte le azioni di supporto si svolgeranno dunque nell'ambito del nuovo contratto. I sindacati continuano comunque ad interloquire con la società bergamasca per capire meglio gli sviluppi e soprattutto la decisione che riguarderà le modalità di erogazione della prossima cassa integrazione, come ha sottolineato lo stesso segretario Sacchi, che ha aggiunto: ''è abbastanza sicuro il fatto che l'azienda voglia assumere ulteriore personale per far funzionare al 100% delle potenzialità il sito produttivo di Bulciago, che è al momento il più grande di quelli in suo possesso. È un'ottima notizia per le prospettive del nostro territorio. Speriamo che ci siano tutte le carte in tavola per proseguire in questa direzione''.
M. B.