Storie universitarie/10: alla Nostra Famiglia il percorso di Gaia Scaccabarozzi in Tnpee

Iss, Css, Cts, Dpcm. Il biennio della pandemia è stato colorato da una folta gamma di acronimi facili da ricordare ma dal significato spesso oscuro. Lo scopo di questa intervista è fare luce su cosa si nasconde dietro un'altra sequenza di lettere apparentemente semplice: Tnpee, ovvero Terapia della neuro e psicomotricità dell'età evolutiva. Questa è la lunghissima denominazione di un corso di laurea triennale, parte del mondo delle professioni sanitarie. Per capirne di più, ci avvaliamo dell'aiuto di Gaia Scaccabarozzi, precisa e appassionata studentessa di Besana Brianza.

Gaia intervistata da Andrea Besati

1.Quali sono gli argomenti principali che si studiano nel corso di laurea in Terapia della neuro e psicomotricità dell'età evolutiva?

In questo corso di laurea si studiano per prima cosa le tappe dello sviluppo del bambino. Non solo per quanto riguarda l'area motoria, più immediatamente visibile, ma anche per quanto concerne aree come quella relazionale, linguistica, cognitiva, sociale ed emotiva. Lo studio dei processi tipici è funzionale alla comprensione e all'analisi delle patologie dello sviluppo, quali per esempio la sindrome di down e il disturbo dello spettro autistico. Infine, il corso fornisce delle conoscenze e delle competenze utili alla strutturazione di terapie tese alla promozione del miglior sviluppo possibile per tutti.

2.Come mai hai scelto di frequentare questo corso?

Mi ha affascinato l'idea di andare a studiare l'integrazione tra processi psicologici e dinamiche biologiche e come questa interazione si esprime attraverso il movimento e la relazione con il mondo. Poi questa triennale presentava anche una consistente componente pratica che magari altri corsi, come per esempio psicologia, non possiedono. Infine, l'idea di poter aiutare un giorno bambini e famiglie in difficoltà ha rappresentato una motivazione ulteriore.

3.Quali strumenti hai utilizzato per raccogliere informazioni prima di scegliere? Sei andata all'open day e/o ad altri incontri di presentazione?

Tutto parte dallo Young che si tiene ogni anno al Lariofiere di Erba. Li, oltre a fare incetta di volantini, ho incontrato per la prima volta il nome Tnpee e, soprattutto, lo stand della Nostra Famiglia di Bosisio Parini. Pur conoscendo il centro come un'eccellenza nella riabilitazione e nella ricerca, non sapevo che si potesse anche frequentare l'università in quel luogo. Ho iniziato ad informarmi e ad approfondire l'offerta didattica proposta dalla Nostra Famiglia in collaborazione con l'università degli studi di Milano. L'esistenza di questa partnership mi ha spinto ad escludere la Bicocca. Il desiderio di studiare proprio a Bosisio è stato poi ulteriormente rafforzato dalla partecipazione alla "notte della ricerca", un evento in cui i ricercatori della Nostra Famiglia espongono al pubblico i loro progetti.

4.Ripensandoci ora, quali sono gli elementi che hai apprezzato di più della tua esperienza in triennale? Quelli che invece ti sono piaciuti di meno?

Il giudizio sull'esperienza in triennale è complessivamente positivo. Ripensando alle mie iniziali motivazioni, però, vorrei evidenziare una cosa: non ho trovato in modo così esplicito quello studio dell'integrazione tra mente e cervello in cui speravo di imbattermi. Per intenderci, ho frequentato corsi di psicologia e corsi più neurologici, tutti tenuti da ottimi professori, ma l'integrazione ho dovuto un po' costruirmela da sola. Parallelamente, credo che il corso nel suo complesso, soprattutto grazie alle esperienze pratiche, sia efficace a raggiungere il suo vero scopo: insegnare il lavoro di Tnpee. Certo, non ci si riposa mai tra tirocini di otto ore al giorno con terapisti e periodi con parecchie ore di lezione.

5.Secondo te quali sono le caratteristiche che uno studente dovrebbe avere per portare avanti questo percorso di studi in modo efficace?

Oltre a ritmi di lavoro serrati, si affrontano spesso situazioni emotivamente coinvolgenti. Per questo, credo siano necessarie innanzitutto determinazione e perseveranza, perché senza queste due caratteristiche il rischio di cedere alla tentazione di mollare di fronte alle prime difficoltà è molto alto. Ci vuole poi una capacità di integrare quanto appreso nei diversi corsi e applicarlo nelle esperienze pratiche. Per poter poi svolgere al meglio il lavoro di Tnpee ritengo siano fondamentali creatività e flessibilità. I bambini possono essere imprevedibili. Infine, ci tengo a dare un consiglio a chi sta valutando di iscriversi all'università: fate quello che vi appassiona in questo momento e ricordate che c'è sempre la possibilità eventualmente di modificare il proprio percorso di studi. Pochissime sono infatti scelte definitive.

6.Quali sono le professioni che si possono svolgere con una laurea in Tnpee? Quali sono le tue prospettive/ambizioni in questo momento? Perché?

Il corso di laurea è abilitante alla professione di terapista della neuro e psicomotricità dell'età evolutiva. La quasi totalità dei miei 22 compagni di classe al termine della triennale ha iniziato a svolgere questo lavoro. Due sono gli ambiti di impiego possibili: quello riabilitativo, legato a terapie individuali o di gruppo in ospedali o ambulatori; quello educativo, legato a progetti con bambini a sviluppo tipico nelle scuole.
La triennale in Tnpee, però, non preclude la possibilità di proseguire gli studi con magistrali, master oppure corsi di perfezionamento. Io stessa, per esempio, sto per terminare la magistrale in scienze cognitive, sempre in Statale. Per quanto riguarda il futuro, sono alla ricerca di esperienze che mi consentano di comprendere quanto sarà possibile integrare il lavoro da terapista con la ricerca.

Rubrica a cura di Andrea Besati
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